“A caccia del Diavolo” di Kerri Maniscalco – Review Tour

E dunque ci siamo, readers. A caccia del Diavolo, il capitolo conclusivo della saga ideata da Kerri Maniscalco, portata in Italia grazie a Mondadori, che non ringrazierò mai abbastanza sia per avermi permesso di vivere i panni di un’affascinante fanciulla di fine ‘800, sia per avermene dato la possibilità in anticipo, fornendomi il file.
Prima di iniziare, vi lascio i link delle precedenti recensioni, nel caso ve le foste perse e voleste recuperarle! Per Sulle tracce di Jack lo Squartatore, qui; Alla ricerca del principe Dracula, potete trovarla qui, e infine, In fuga da Houdini, ecco.

A caccia del Diavolo - Trama
Audrey Rose Wadsworth e Thomas Cresswell sono giunti in America, una terra audace, sfrontata, brulicante di vita. Ma, proprio come la loro Londra adorata, anche la città di Chicago nasconde oscuri segreti. Quando i due si recano alla spettacolare Esposizione internazionale, scoprono una verità sconcertante: l’evento epocale è minacciato da denunce di persone scomparse e omicidi irrisolti. Audrey Rose e Thomas iniziano a indagare, per trovarsi faccia a faccia con un assassino come non ne hanno mai incontrati prima. Scoprire chi sia è una cosa, ben altra faccenda è catturarlo, soprattutto all’interno del famigerato Castello degli Orrori che ha costruito lui stesso, un covo di torture labirintico e terrificante. Riuscirà Audrey Rose, insieme al suo grande amore, a porre la parola “fine” anche a questo caso? O soccomberà, preda del più subdolo avversario che abbia mai incontrato?

Eccoci, infine. A leggere delle (dis)avventure dei Cressorth per l’ultima volta… sono stati dei compagni di viaggio affascinanti, a volte irritanti, ci hanno fatto sognare, incazzare, preoccupare, sognare, ci hanno anche fatto porre delle domande, hanno sondato il terreno per aprirci gli occhi; ci hanno fatto conoscere un po’ di storia, l’avventura, la paura (maledetti ragni del secondo libro); ci hanno fatto provare amore e dolore. 

Sì, sono particolarmente melensa nello scrivere questa recensione, sto cercando di prendere tempo, allontanare il momento il più possibile, perché mi sembra quasi di dire addio a degli amici. Amici che avrò sempre al mio fianco, sulla mensola, pronti a farmi sprofondare di nuovo nei vari misteri, ma non sarà mai come la prima volta, con il suo fascino e l’eccitazione della scoperta. Sì, sono sicura di poter dire che questa volta è un arrivederci un po’ amaro, una di quelle serie che avrei voluto continuassero all’infinito.

Ma veniamo al libro vero e proprio, non voglio annoiarvi o che pensiate che io sia del tutto impazzita. Cosa che non escludo mai a priori, comunque sia.

In In fuga da Houdini, soprattutto negli ultimi capitoli del libro riservati a Thomas ne La nascita del principe oscuro, abbiamo avuto modo di vedere più che mai l’umanità dietro la scienza di Thomas, dietro la sua freddezza, le sue debolezze, le sue fragilità. Seppur, a conti fatti, non sia il libro che mi è piaciuto di più, trovo sia stato di fondamentale importanza per i nostri amati personaggi. La gelosia di Thomas, lo spingersi oltre i limiti di Audrey Rose, il di lei “tentennamento”, o meglio i suoi vaghi dubbi, le avventure e vicende con Mefistofele (Mefisto per il nostro Thomas) non hanno fatto altro che rafforzare al massimo il rapporto tra i due protagonisti.

Nulla potrebbe mai separarli. Nonostante Audrey Rose abbia ancora qualche timore, non tanto del loro amore, ma il classico timore che si ha quando ci si innamora di qualcuno, ci si rimette totalmente a lui, ecco, nonostante questo sa bene che il loro è amore vero, di quel tipo che nessuno potrà mai uccidere.

Non voglio rivelarvi troppo sui contenuti del libro, oltretutto nella trama non se ne fa menzione, ma ai fan della loro storia d’amore posso dire che la Maniscalco ci fa un regalo stupendo. A caccia del Diavolo è un po’ diverso dai restanti libri, finalmente una buona prima parta di questo è dedicata a loro due, al loro amore. Ma… sì, ragazzi, c’è un ma gigantesco. Un ostacolo, l’ennesimo, che questa volta sembra insormontabile, si abbatte su di loro come una scure.

Inoltre, come se tutto ciò non bastasse, l’ennesimo omicidio, o meglio, gli ennesimi. Vi ricordate quell’omicidio strano del terzo libro, di cui Andreas non sapeva nulla? Quello che somigliava così tanto a quelli commessi da Jack lo Squartatore? Ebbene… non vi dirò molto, lo giuro, ma i fantasmi del passato si manifestano… Il come, dovrete capirlo da soli…

Il mio adorato fratello ci aveva nascosto qualcos’altro. Un segreto che stravolgeva tutto ciò che pensavo di conoscere.

Questo è un libro spettacolare, perché raduna se non tutti, praticamente quasi, i personaggi più o meno importanti (sia a livello narrativo sia per i personaggi, a livello relazionale) visti negli altri tre libri. La famiglia, gli amici, i nemici…

Sembra quasi una reunion proprio per salutare il lettore… (ok, la pianto…)

Per non parlare dei nuovi amici, in particolare Sir Isaac Mewton!

«Wadsworth, ti presento Sir Isaac Mewton. Sir Isaac Mewton, lei è l’umana speciale di cui parlavo. Siate gentile con lei, o potete scordarvi le carezze sul pancino.»
Aprii la bocca e la richiusi. Avevo perso le parole… […]
«Sir Isaac… Mewton?» Chiusi gli occhi.

Già! Un micio! Gente, giuro che mi sono rotolata dalle risate!

Ma tornando a qualcosa di meno esasperante dei comportamenti di Sua Spina nel Fianco Reale…

Be’ no, fondamentalmente la lettura di questo libro equivale a salire sulle montagne russe delle emozioni.
Non sto a dirvi molto altro, preferisco lasciarvi il, puro, piacere della scoperta, ogni pagina vi incatenerà ad essa, ogni traccia di inchiostro si trasferirà su di voi e vi segnerà, vi impedirà di staccarvi dalla lettura se non quando sarà ultimata.

Quello che ho amato di più di A caccia del Diavolo è sicuramente l’espediente di avere tutti i personaggi insieme, enfatizzando e mettendo a frutto le esperienze passate dei protagonisti per risolvere questo ultimo, scellerato, episodio di omicidi. Ognuno dà un contributo, nel bene e nel male, anche Sir Isaac Mewton! (Giuro, potrei prendere un gatto solo per chiamarlo così!)

I personaggi ora si scoprono per bene, sono ben delineati a 360 gradi: i padri dei due protagonisti, lo zio Jonathan, la nonna di Audrey Rose, che finalmente conosciamo e per cui è impossibile non simpatizzare! Ma soprattutto loro, i Cressworth.

Audrey Rose è una forza della natura, per quanto mi riguarda. Non si perde d’animo nonostante le ferite, sia quella fisica alla gamba sia quelle dell’anima, e trova il coraggio di combattere, di infischiarsene di quello che pensa la gente. Di lei, adoro il suo senso di giustizia.

«È una persona e merita che la sua storia venga raccontata. Cosa importa dove è nata? È un essere umano, come tutti noi. Questo non le garantisce il diritto a un’indagine scrupolosa?»

Thomas dà il meglio di sé in questo libro. Grazie all’amore che prova per la sua rosa, abbiamo visto il suo cuore di ghiaccio sciogliersi piano piano, fino a culminare nel romanticone che è che amiamo in questo libro!

Il mio amore per te sarà sempre una costante in un mare di variabili sconosciute.

Un amore sullo scientifico, ma pur sempre amore.

Tirando le somme, credo che questo sia proprio il mio libro preferito tra tutti quanti, e non date per scontato che l’ultimo lo sia sempre, readers, perché spesso e volentieri non è così.

Con un po’ di tristezza, dunque, mi congedo da voi e dai miei amatissimi personaggi, sicura che tornerò a bussare alla loro porta tra non molto tempo.

Un grazie speciale, questa volta più di altre, va anche a Sara, de Il club delle lettrici compulsive, per la realizzazione di questi magnifici banner degli eventi che, insieme ai Cressworth, mi hanno fatto sognare un po’ di più, riuscendo ad appagare il mio animo tamarro, come direbbe lei! 😅

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