“Solo recensioni positive, please!”: chiarimenti sull’ennesima polemica.

Ben ritrovati cari/e readers! 

La comparsa di oggi la devo a un episodio accaduto lo scorso 25 luglio (giorno passato alla storia come “Ban Day”), una polemica di dimensioni stratosferiche, per così dire, peggio di quella “artemidiana” dell’anno scorso. Sono volati insulti, minacce, frecciatine, proiettili, arti di qua, teste mozzate di là… un bagno di sangue insomma… “facebookiamente” parlando. Quindi, preparatevi perché…

Prima di iniziare a raccontarvi cos’è successo, urge una premessa: non verranno fatti i nomi dei protagonisti, non verrà svelato il nome del libro – ma se cercate un po’ su fb, lo scoverete facilmente -, non verranno nemmeno riportate le frasi parola per parola (tranne in alcuni casi). Ho paura e voglio rifugiarmi dietro allo schermo del mio pc? No. Semplicemente penso che di polemiche se ne siano fatte a sufficienza, magari non tutti se ne sono accorti – giustamente non si vive su facebook – ma sono stati due giorni particolarmente caldi, si sono sfiorati i 10 mila °F e Zucchino è fortunato che non si sia fatta saltare in aria la sua amata creatura.

Questo articolo è volto a sensibilizzare, si spera, gran parte del literary world, a far capire il punto di vista mio e di tutti i bookblogger che la pensano come me, a sfatare qualche mito e a fare una panoramica di come davvero funziona un blog.

Dunque, bando alle ciance e che lo show abbia inizio!

La guerra tra blogger e autrici (sia self, che non) sembra andare avanti fin dagli albori, ma si è sicuramente inasprita da quando si è creato quel “piccolo” angolo sui social di cui tutti i lettori, blogger, autori, editori ecc. fanno parte. Da un anno a questa parte ho potuto assistere a parecchie dispute, ma cos’è successo questa volta? Quale sarà mai stata la causa scatenante di questa battaglia senza esclusione di colpi?

Una recensione. “E dove sta la novità?” direte voi… Eh, il problema è che la recensione era positiva, 3,5 stelle, una breve descrizione sia dei punti di forza come di quelli più deboli.

C’è da fare un’altra piccola premessa: non è stata l’autrice a chiedere una recensione al blog, il suo libro è stato scelto come lettura di piacere da una delle collaboratrici che, convinta potesse farle piacere, ha contattato l’autrice una volta pubblicata la recensione. La causa scatenante dell’ira dell’autrice è stata questa parte:

Peccato la scrittura sia inizialmente ripetitiva, la presenza di refusi distoglie l’attenzione del lettore. Se ci fosse una cura maggiore nella revisione e nell’editing sarebbe una lettura davvero coinvolgente.

Cosa si evince da queste due frasi? Niente di sconvolgente, solo ciò di cui peccano TUTTI i libri, perché ammettiamolo, sono veramente pochi quelli che non presentano refusi. E invece no, la signora si è sentita offesa, denigrata come autrice. Ha chiesto, con toni anche alterati, di far togliere la recensione dal web, o almeno riscriverla perché aveva sottoposto il file a editing e aggiornato, NON erano presenti né errori né refusi, di alcun tipo… Per inciso, vi svelo un piccolo segreto: far editare un libro, non sempre è garanzia di un lavoro fatto bene!

Non accettava una recensione del genere, quella frase è, sempre secondo lei, un danno che il blog ha arrecato alla sua immagine di autrice. Mi permetto di dire che non è stata quella frase a metterla in cattiva luce, quanto il suo comportamento. Il blog ha ribadito più volte che il file era stato aggiornato, fornendone anche le prove, e si è quindi giustamente rifiutato di togliere e/o modificare la recensione.

Boh, finita qui…

Ma magari… Se l’autrice avesse avuto l’umiltà di accettare la critica, non saremmo qui, con 3/4 dei blogger con il dente avvelenato.

Non contenta, più ferita e offesa di quando Cesare si è beccato una pugnalata alla schiena da parte di quel bruto di Bruto, ha pensato bene di scrivere un bel post pubblico in bacheca (che poi ha provveduto a rimuovere). Il contenuto? Ha chiesto aiuto alle sue colleghe autrici. Era stata insultata, diffamata, denigrata… come avrebbe potuto tutelarsi? L’idea più gettonata? Quella di denunciare la blogger per diffamazione! Addirittura?! Beh, sì, che pretendete?! La blogger ha osato dire che il suo libro aveva delle cose da sistemare e revisionare (vedi sopra), ha osato dirle tra le righe che non sa scrivere, che è ignorante… Non sapevo che leggere tra le righe fosse un’arte per pochi, ma a quanto pare… 🤦

A questo punto mi sembra d’obbligo un piccolo excursus sul verbo diffamare (grazie vocabolario Treccani):

diffamare v. tr. [dal lat. diffamare, comp. di dis-1 e fama]. – Creare una cattiva reputazione, diffondendo, a voce o per iscritto, notizie disonorevoli, vere o false.

Incomincio a far luce su un concetto che ribadirò più volte in seguito: segnalare refusi/errori non vuol dire diffamare! Se così fosse non sarebbero solo gli autori ad avere il diritto di farci causa, ma anche le CE!

E comunque, questo fu il proverbiale inizio della fine…

Il tutto è degenerato. Alcuni autori e autrici hanno dato manforte alla loro collega per partito preso, salvo poi ritornare sui loro passi una volta letta la recensione incriminata. Insomma, si sono resi conto che non erano volati insulti, di diffamazione nemmeno la traccia, recensione negativa? Ma dove? Non è una di quelle recensioni volte ad affossare un’opera…

Sia mai, mica è finita qua. L’autrice ha continuato come un disco rotto, quasi ad ogni commento ha tenuto a ribadire che il suo libro NON conteneva errori o refusi, ha accusato il blog di non essere professionale, di avere una copia pirata (e qui ha rischiato di brutto lei una bella accusa per diffamazione e calunnia), di essere composto da persone poco serie e incompetenti.

Ma se ci sono state delle autrici che hanno aperto gli occhi, altre hanno preferito tenerli ben chiusi, e non solo, hanno iniziato ad attaccare i/le blogger…

Quel post ad un certo punto è stato eliminato, ma le polemiche si sono spostate sulle bacheche di altre autrici e gruppi… Cercherò di analizzare per bene le affermazioni/offese che ci sono state rivolte contro, se non tutte, almeno la maggior parte.

Altra premessa (ne sto facendo tante, lo so, ma sono necessarie): tutto ciò che verrà scritto, non vale per tutti. Alcuni blog sono seri, composti da persone il più possibile obiettive e professionali, altri no: le mele marce ci sono dappertutto eh, ma questo discorso vale anche per gli autori. Per fortuna blog e autori di questo tipo rappresentano l’eccezione. Non si vuole fare di tutta l’erba un fascio, sappiatelo.

  • Discriminazione

Una delle credenze più diffuse è che i/le blogger attuino una campagna discriminatoria nei confronti delle autrici self. Ok, è vero, alcuni blog hanno attuato una politica di totale chiusura verso questi autori, alcuni per le loro ragioni, altri perché sinceramente stanchi di tutte queste polemiche che, come ricordo, vanno avanti da parecchio tempo, e si parla di anni. Se alcuni blog hanno deciso di non leggere opere di questi autori, è proprio per colpa di quelli che fanno polemica e post come quello dell’autrice dell’altro giorno. Cercate di capire una cosa: si è blogger per passione, è il nostro piccolo angolo di mondo lontano dai problemi di vita quotidiana, dove ci rifugiamo per poter evadere… Se anche vivendo per qualche ora in questo mondo rischiamo la gastrite o di dover ricorrere a un trapianto di fegato, presto o tardi ci stufiamo, saluti e baci, bye bye dasvidania.

Molti blog non fanno questo tipo di discriminazione; alcuni autori scelgono liberamente il self piuttosto che pubblicare con CE, altri lo usano come trampolino di lancio, ma a prescindere da tutti i motivi che possono spingere l’autore ad una scelta di questo tipo, il/la blogger valuta un libro, non importa se arriva da un self o da una CE.

Gli autori self hanno lo stesso rispetto di quelli pubblicati, forse anche di più visto che devono fare tutto da soli e investire di tasca propria (chi lo fa…).

  • Favoritismo

Si è detto anche che si usano i due pesi e due misure per le recensioni, sia per quanto riguarda Self Vs. Pubblicati, che Self Vs. Self.

Escluse le eccezioni, è verissimo. Molti blog lo fanno, anche se dire facevano sarebbe più corretto a questo punto. Ma, posso svelarvi un segreto? Spesso e volentieri si favoriva il self, non il pubblicato. Personalmente ho sempre chiuso un occhio verso i 4 o 5 refusi che incontravo, e anche se beccavo un errore solo, magari poco grave. Nei confronti dei libri editi dalle CE invece, non ho mai avuto problemi a farli notare, nemmeno se erano appena 2.

Per quanto riguarda favorire alcuni autori self piuttosto che altri, io ho sempre cercato di non farlo, ma una delle possibili giustificazioni che mi viene in mente per chi magari ha adottato questa linea, è l’avere un occhio di riguardo per chi è alle primissime pubblicazioni. Gli autori che come self hanno magari 5 o 6 pubblicazioni alle spalle, sono meno giustificabili dal punto di vista degli errori/refusi. Non prendetelo come comandamento però, non lo so, è un’ipotesi.

In ogni caso diamo voti bassi ai self, se se lo meritano, esattamente come agli altri.

Quindi, a conclusione di questo punto…

Comunque tanti complimenti a quei pochi autori che insistevano su questo punto. Per merito loro, io e alcune mie colleghe blogger abbiamo deciso di adottare una linea politically correct, nessun occhio di riguardo, per nessuno.

  • Le recensioni secondo alcune autrici

Secondo alcune autrici le recensioni pubblicate su web non dovrebbero contenere menzione di vari refusi/errori. Questi dovrebbero essere fatti notare PRIVATAMENTE all’autore, perché è tutta pubblicità ingannevole e negativa. Ne consegue quindi che bisognerebbe pubblicare solo recensioni a 5 stelle. E allora dove sarebbe l’utilità per il lettore? Perché è QUESTO il punto che quelle autrici non hanno compreso, e allora chiariamolo una volta per tutte: le recensioni non sono per gli autori, è un “servizio” per i lettori!!! Noi diamo dei pareri per far capire al lettore se quel libro può essere o meno di suo gusto. Cari autori, lo sapete quanti lettori odiano trovare refusi o, peggio ancora, errori nei libri che acquistano?! Anche a me dà fastidio, quindi sì, nella recensione lo faccio presente, siamo in molti a farlo; io personalmente vorrei sapere in anticipo se ci sono tanti refusi o meno prima di acquistare un libro. Oltretutto è una critica costruttiva, serve anche agli autori per far sapere loro che sarebbe opportuno un ulteriore controllo. Se non lo facessimo perderemmo credibilità e lettori (i veri destinatari dei nostri sforzi). 

Ne consegue: non siamo tenute a informare privatamente l’autore delle mancanze del libro, né tanto meno ad individuare tutti i refusi/errori e mandarglieli, siamo blogger, non vostre amiche, non familiari, non beta e nemmeno editor.

Se alcune cercano solo pubblicità e recensioni positive, pensando che il loro libro sia perfetto così com’è e che siano gli altri a non capire niente, beh

  • Il blogging non è un lavoro

La questione a questo punto si è complicata parecchio, cercherò di renderla il più semplice possibile.

Appena è stato fatto presente che comunque noi blogger lavoriamo gratuitamente per segnalare e recensire, si è scatenato un altro putiferio. La risposta è stata:

“… perché dovrebbe essere retribuito?… Queste blogger non sono delle giornaliste o delle vere critiche letterarie, non hanno master in letteratura. Aprono blog (che non sono delle testate giornalistiche accreditate) per mera passione, per hobby, perché gli piace leggere. Perché dovrebbero farsi pagare?”

Intanto, per le più dure di comprendonio, ecco la definizione di lavoro (santo Treccani…):

lavóro s. m. [der. di lavorare]. – 1. a. In senso lato, qualsiasi esplicazione di energia (umana, animale, meccanica) volta a un fine determinato.

Tutte inutili sono state le spiegazioni in cui si faceva presente che nessuno ha mai parlato di farsi pagare, si è solo detto che gestire un blog è un lavoro: richiede energie, tempo, alcuni ci rimettono anche moneta sonante per la grafica e altro.

Niente da fare, si è insistito su alcuni punti:

  1. Nessuno ci obbliga ad aprire blog e offrire servigi agli scrittori.
  2. Recensire un libro non è un lavoro, soprattutto se il libro non lo abbiamo acquistato, a meno che non si sia giornalisti accreditati o famosi critici letterari.
  3. Dobbiamo solamente sederci in poltrona a leggere il libro e scrivere qualche riga di giudizio. Non ci vuole niente a fare copia e incolla con il materiale che ci manda l’autore (non dobbiamo nemmeno reperirlo noi) per creare i post di segnalazione e le tappe dei blogtour.
  4. Non abbiamo competenze. Siamo lettori come chiunque altro.
  5. Cerchiamo il lucro in un’attività non riconosciuta e amatoriale.
  6. La maggior parte delle recensioni hanno lo scopo di affossare l’autore denigrandolo.

E allora passo ad analizzare questi, più o meno velocemente.

  1. Vero, nessuno ci obbliga, ma, di nuovo, non offriamo servigi agli scrittori, al massimo favori.
  2. Se si è giornalisti è un lavoro, se si è blogger no? Se ci si limita a pensare che lavoro è solo quello retribuito, sì. Ma lo sforzo è il medesimo, e vi assicuro che leggere un libro che non prende, scritto male o altro, è un sforzo bello e buono, ma lo facciamo con piacere.
  3. Prendere in mano un libro che ci chiedono di recensire, vuol dire togliere tempo e spazio alle letture personali. Non leggiamo il libro e basta, tutte quelle che conosco prendono appunti, il tutto per cercare di comporre una recensione il più accurata possibile. Personalmente impiego non meno di un’ora a scrivere una recensione, a volte anche di più, ed è tutto tempo che tolgo ad altro. Per le segnalazioni, non ci impiego meno di 15 minuti, e più materiale ho, più la faccio articolata, quindi a volte ci vuole anche mezz’ora ⇒ non è un semplice copia e incolla. E sì, la segnalazione è un favore che si fa all’autore, ci manca solo che debba andare io a reperire tutte le informazioni necessarie. A me non viene in tasca nulla di fare la segnalazione a loro. Per quanto riguarda le tappe dei BT, alcuni autori le preparano e le mandano ma, udite udite, molti blogger si leggono il libro e le tappe se le preparano da soli in base all’argomento di queste. Per concludere questo punto: energia spesa = lavoro.
  4. Vero, ma le competenze si acquisiscono, sapete? Soprattutto dopo aver letto centinaia di libri e aver spaziato in quasi tutti i generi. Infatti anche gli altri lettori lasciano loro recensioni, a volte ad una stella sola, molto negative, senza motivi… In più vorrei far notare una cosa: il blogging non è “un’hobby” ad uso esclusivo di persone che nella vita non hanno combinato nulla (perché alcuni hanno dato ad intendere questo), conosco blogger laureate, anche in letteratura, quindi un minimo di competenze, ce le hanno! Vorrei porre alla vostra attenzione anche una realtà, forse non molto conosciuta: sono molti i paesi nel mondo (USA, Francia, Germania ecc.) in cui la figura del blogger, anche quello senza qualifiche e competenze, è riconosciuta a livello lavorativo, e quindi anche retribuita.
  5. Ma per favore, ho speso tempo e parole a sufficienza su questo punto. Nessuno vuole lucrare gli autori, il pagamento per il blogger sono il libro (e la maggior parte non chiede il cartaceo) e un grazie per aver dedicato tanto tempo questo (e più spesso di quanto si potrebbe credere, nemmeno si riceve).
  6. No, hanno lo scopo di aiutare il lettore a capire se quel libro può fare al caso suo. Hanno lo scopo di far capire all’autore dove sbaglia. Che la smettano di pensare di essere al centro del mondo, di pensare che i loro libri siano perfetti e privi di imperfezioni.
  • Le blogger non hanno rispetto del lavoro altrui

Già, noi poveri/e blogger, scrivendo nella recensione che sono presenti vari difetti, non mostriamo nessun tipo di rispetto per la fatica altrui.

Al massimo è proprio il contrario: fare delle critiche costruttive, redigere una recensione il più completa possibile, è un segno di rispetto; ma probabilmente  molti non lo capiranno mai.

Ciò che è venuto fuori da tutto questo è che invece sono molti autori a non avere nessun tipo di rispetto per i blogger che fanno loro pubblicità, recensiscono i loro libri cercando di fare critiche costruttive. No, nemmeno un misero grazie, solo un calcio nel didietro e insulti a volontà.

Conclusione

Nessuno obbliga gli autori o le autrici a cercarci, si lamentano in continuazione (non tutti, eh), però quando hanno bisogno delle segnalazioni sono pronti a chiedere. Vorrei ricordare a questi autori che se a noi nessuno obbliga ad aprire un blog, nessuno obbliga loro a scrivere, ma, nel momento in cui lo fanno, come anche molti autori (self e non) hanno affermato, si accettano le critiche, soprattutto se costruttive, e si sta zitti. Se c’è qualcosa che non va lo si spiega in privato, ma non si polemizza in questa maniera (soprattutto per il motivo che ha riguardato l’inizio di questa polemica). Prima di essere blogger, siamo lettori/lettrici, e abbiamo il diritto di dare la nostra opinione sincera. Se cercano solamente recensioni positive, se pensano che i loro libri siano perfetti subito, se non sanno accettare le critiche, che non pubblichino.

Al momento tra i blogger serpeggia una sorta di demoralizzazione generale. Quasi tutti abbiamo deciso di chiudere le porte ai self, sia per segnalazioni che per recensioni, chi per un periodo di tempo limitato, chi permanentemente. Molti hanno ritenuto opportuno (anche se dovrebbe essere scontato) inserire nei propri regolamenti come operano.

Personalmente ho fatto presente che d’ora in poi farò una selezione delle richieste che mi arriveranno, che non farò leggere recensioni in anteprima, che sarò molto critica e non ammetterò richieste di modifiche/cancellazioni. Se una di quelle autrici sta leggendo questo articolo, probabilmente starà pensando, indignata e disgustata, che non riceverò più nessuna richiesta di recensione… Sbagliato, in due giorni ne ho ricevute 3 – che ho slittato a ottobre visto che mi prendo un periodo di vacanza/sciopero – appunto perché le vere Autrici, i veri Autori (quelli con la A maiuscola) è questo che cercano da me, da noi: critiche per migliorarsi. Senza critiche non sanno cosa cambiare, cosa modificare, come migliorarsi. Senza critiche, in nessun ambito della vita, non si va da nessuna parte.

Loro hanno tirato su un bel polverone, ma questo non ci ha abbattute, non ci ha distrutte. Ci ha unite ancora di più, ci ha fatto capire chi invero ci apprezza veramente, ci ha fatto capire chi evitare. Ci ha fortificato. Ha sensibilizzato ancora di più gli autori nei confronti del nostro lavoro, hanno ammesso (e senza vergogna) che noi siamo molto importanti: per la pubblicità, per la crescita, per il sostegno.

E quelle autrici, cosa ne hanno ricavato? 5 minuti di notorietà, ma questa non è sempre positiva, ricordatevelo. Hanno ottenuto molto da questa vicenda, ma non a vantaggio loro, perché ho visto moltissimi autori, soprattutto self, dissociarsi drasticamente dalla loro visione di questo mondo.

Tutte le colleghe con cui ho parlato sono stanche, siamo stanche di queste continue lotte. Noi non siamo il nemico, noi abbiamo una passione e cerchiamo di condividerla al meglio, e ricordatevi che siamo umane anche noi. Aiutiamo gli autori, ma ancora di più i lettori. E alla frase che ho letto: “all’autore non servono qualifiche/studi/specializzazioni, basta che sappia scrivere bene un libro”, io rispondo così: siete davvero sicuri? Perché più che a noi, i corsi servono a voi. Se scrivete un libro senza nemmeno fare una ricerca, un corso di scrittura, leggere libri su come si fa, lo stile ecc. e poi ricevete solo recensioni negative, non vi lamentate, perché vi rendete solo ridicoli.

Due cose soltanto servono al mondo, due! Umiltà e rispetto. Noi ce li mettiamo, e voi?

Spero che questo articolo serva a far capire molte cose.

Spero che gli autori che ancora non l’hanno fatto, capiscano e riconoscano il nostro lavoro.

Spero di non dover assistere ad altre polemiche in futuro, non su questo. Ce la faremo?

 

Alla prossima,

Chiara.

 

 

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2 Risposte a ““Solo recensioni positive, please!”: chiarimenti sull’ennesima polemica.”

  1. Come ho commentato anche su facebook…Il tempo è la cosa più preziosa del mondo, non torna mai più indietro e chiunque legga un mio libro ne spende del suo per me/a causa mia.Io non posso che essere grata a questa persona.Detto ciò, se si pubblica, si accetta l’idea di mettersi in gioco e di ricevere anche critiche, ci si espone. C’è gente che pensa sia brutto Harry Potter, e quindi? È un’opinione.Ho ricevuto recensioni belle, brutte, assurde e pure folli. Non ne ho mai commentato una su Amazon, né facendo post sulla mia bacheca.Sono un’autrice, non una venditrice di piazza. Ognuno è libero di avere la sua opinione, io scrivo libri, le opinioni le lascio scrivere agli altri.

  2. Sinceramente dopo lo scandalo di tantissimi bookblogger prezzolati (da Amazon, Google, CE a pagamento e noeap) che scrivono apposta recensioni false, siano essere positive o negative, non sono a vostro favore.Chiudete per sempre le richieste di recensione, cercate di essere professionali ed evitate gli store per piazzare le vostre recensioni e ottenere soldi, non siate come sempre a caccia di refusi o errori (9 volte su 10 immaginari), trattate con rispetto gli autori (LORO lavorano, voi no. Tenere un blog non è un obbligo) e forse allora sarete credibili.Ma proprio forse.

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