“Il visconte che mi amava” di Julia Quinn – Review Party

Buongiorno readers! Oggi vi parlo de Il visconte che mi amava di Julia Quinn, edito da Mondadori che ringrazio per il file! Dopo Il duca e io (di cui trovate la recensione qui) eccomi a parlarvi di Anthony e Kate, i protagonisti di questo libro!

Il visconte che mi amava - Trama
La Stagione del 1814 sembra essere promettente e ricca di nuovi fidanzamenti. Certo, non per Anthony Bridgerton, erede di un antico viscontado, probabilmente lo scapolo più ambito di Londra, che non ha mai dimostrato alcun interesse per le faccende matrimoniali. E in realtà, perché mai dovrebbe? È il prototipo del libertino, un mascalzone allergico alle etichette dell’alta società e decisamente pericoloso per donne e fanciulle.

Questo, quanto meno, è ciò che tutti pensano. In realtà Anthony non solo ha in animo di sposarsi, ma ha anche già scelto la futura moglie, Edwina Sheffield, una debuttante subito soprannominata “lo Splendore”.

Peccato che la dolce Edwina si rifiuti di accettare proposte senza l’approvazione della sorella maggiore Kate, una donna sicura di sé, o meglio una “zitella ficcanaso” che non ha la minima intenzione di affidare l’angelica sorellina nelle grinfie di un uomo del genere.

Se vuole Edwina, Anthony deve prima riuscire a conquistare la fiducia di Kate.

L’impresa rivelerà risvolti inaspettati, e indubbiamente piacevoli.

Anthony, già incontrato largamente nel precedente libro della Quinn (e in gran parte motivo delle mie risate, se avete letto la mia recensione e/o il libro sapete a cosa mi riferisco), è in cerca di moglie. Lui, il libertino che non ha mai fatto intendere di volersi accasare, cerca moglie! 

Udite udite, tutte le fanciulle in età da marito partecipanti alla Stagione del 1814 sono in fermento, così come l’Autore, Lady Whistledown, di cui ad ogni capitolo leggiamo una parte dei suoi fantastici articoli! A proposito, ma voi avete capito chi potrebbe essere? Mannaggia, ma quanto dovremo aspettare per saperlo? Sempre se mai lo sapremo…

Tornando a noi, scusate il mio solito divagare, il 1814 è anche l’anno del debutto delle sorelle Sheffield, Kate e Edwina! In realtà sono sorellastre, ma mai amore fraterno è stato meglio affiatato che tra queste due ragazze, nonostante in comune abbiano solo il padre, mancato qualche anno prima. Kate è molto protettiva, e spinta da sincero affetto cerca di proteggere la sorella, soprattutto quando un certo libertino dalla reputazione poco lusinghiera inizia a girarle intorno. 

Già, Anthony ha un’enorme responsabilità sulle spalle, è lui l’erede del viscontado, quindi deve sposarsi e mettere al mondo qualche erede. Ma, c’è un ma grosso come una casa… non ha intenzione di sposarsi per amore. In un’epoca in cui questa sembra fosse un evento alquanto raro, lui non solo nemmeno ci prova a cercarlo, l’amore, ma lo rifugge come fosse veleno! Il classico uomo con la sindrome di Peter Pan o con la convinzione che sia un sentimento per “deboli”? 

No, non è tra queste la risposta alle sue motivazioni, più una convinzione derivante da un trauma adolescenziale, di cui, ovviamente, non vi parlerò per nulla. Vi dico però che le paure poco importa che siano irrazionali o meno, chi le prova non può fare a meno di condizionare la propria vita in base a esse, almeno fino a quando non arriva la persona giusta. 

Il suo interesse per un perfetto matrimonio con una fanciulla di cui è sicuro non potrebbe innamorarsi ricade sulla giovane Edwina, lo Splendore.

Non aveva bisogno di una bellezza sconvolgente ma, se doveva andarci a letto, un po’ di attrazione avrebbe reso il compito più gradevole. Secondo, non poteva essere stupida. Quello, rifletté Anthony, sarebbe stato il requisito più difficile da soddisfare. Non era particolarmente impressionato falla mente delle debuttanti di Londra.

Ma, anche qua c’è un ma grosso come una casa, Edwina si fida di sua sorella, come vi ho detto prima il loro è un sentimento d’affetto vero e sincero, quindi non sposerà nessuno che non riceva l’approvazione di sua sorella. 

Ora, se vi dico che tra Kate e Anthony non c’è amore a prima vista? Se vi dico che, anzi, proprio si detestano e non si sopportano? Già, una delle cose che mi è piaciuta di questo libro è che i protagonisti non “soffrono” del classico nemmeno amore a prima vista, sarebbe troppo, ma dell’attrazione. Ecco, di solito si dice che gli opposti si attraggano, in questo caso, almeno all’inizio, si respingono con forza immensa!

Lui è molto presuntuoso, pensa di poter ammaliare Kate in fretta, in fondo tutte le donne cadono ai suoi piedi… almeno questo era sempre accaduto prima di incontrare Kate, che non ha per niente in buona considerazione il visconte.

L’impresa di conquistarla sarà ardua, ci saranno complicazioni e risvolti decisamente imprevisti per i due… piccolo anticipo per voi… vi dico solo questo: non avete di quanto possa effettivamente essere pericolosa un’ape! 

Devo dire che questo libro mi ha sicuramente colpita molto dal punto di vista della storia. Anche qua troviamo un protagonista maschile con delle debolezze, delle fragilità, caratterizzato molto bene in questo. La perdita di un genitore sicuramente può influire molto, e leggere esattamente quanto per Anthony, mi ha fornito nuovi spunti di riflessione.

Il rapporto tra Kate e Edwina mi ha molto colpita. Le due vengono da una famiglia con delle ristrettezze economiche, e in questo libro ho intravisto meglio cosa volesse dire, quanto fosse davvero importante fare un buon matrimonio, non solo per se stessi, ma anche proprio per la famiglia, per aiutarla dal punto di vista economico. Si intuisce bene il peso portato sulle spalle in questi casi, la responsabilità.
Kate si può dire che vive all’ombra della sorella, talmente bella da meritarsi il soprannome Splendore, e già solo per questo avrebbe una scusa per disprezzarla o amarla meno, invece questo libro è un vero e proprio elogio a quel tipo di amore che dovrebbe sempre esserci tra fratelli e sorelle. Un libro in cui la famiglia viene elogiata, premiata, resa il principio cardine delle scelte dei protagonisti.

Troviamo di nuovo qualche personaggio presente nel primo libro, ciò indica comunque una continuità in questa serie i cui libri possono benissimo essere letti in modo indipendente, senza seguire l’ordine di pubblicazione. Anche questa è una cosa che mi piace, perché mi sembra quasi di ritornare “a casa”, leggere di personaggi già incontrati, che mantengono la loro caratterizzazione, e che non fanno comparse solo giusto per, ma che facendolo aiutano la storia, caratterizzando ulteriormente i protagonisti.

Rispetto al primo libro, devo dire che le risate sono state più scarse. Certo, non sono mancate, soprattutto durante le partite a Pall Mall, ma in confronto penso che questo libro si concentri più sull’introspezione.

Nonostante questo, il mio voto sarebbe il massimo, anche per le descrizioni fantastiche, l’accuratezza della scrittrice che insieme al suo stile scorrevole mi hanno fatto divorare il libro. Ma, sì, c’è di nuovo un ma grosso come una casa… devo penalizzare un po’ il libro per via dei refusi. 
Qua mi tocca però fare una premessa, per spirito di correttezza:
A me il libro è stato mandato con un buon mese di anticipo rispetto alla pubblicazione, quindi può essere, anzi spero, che sia stato riletto e rivisto, togliendo gli innumerevoli refusi ed errori che ho riscontrato durante la lettura. Ecco, non prendete quindi questa recensione come oro colato, prendete in considerazione questo fattore, cioè l’enorme anticipo per cui ringrazio sempre. Noi blogger abbiamo anche delle vite, e avere libri tanto prima ci aiuta con l’organizzazione, però io sono sempre onesta con voi, quindi mi sento in dovere di farvene parola. 
Per vie di esperienze pregresse poco piacevoli, e la Mondadori non me ne voglia, purtroppo non concedo più il beneficio del dubbio su questo punto. Confido però nell’intelligenza di voi lettori, sono sicura che rendendovi conto di queste premesse, terrete conto di questo fattore, ma con le dovute accortezze.

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