“Il duca e io” di Julia Quinn – Review Party

Buongiorno miei cari readers! Oggi vi parlo di Il duca e io, un regency firmato Julia Quinn, edito da Mondadori, che ringrazio infinitamente per il file! 
Sono davvero entusiasta di scrivere questa recensione. Il classico Regency? Non esattamente… continuate a leggere per sapere cosa intendo, non ve ne pentirete!

Il duca e io - Trama
Londra, 1813. Simon Arthur Henry Fitzranulph Basset, nuovo duca di Hastings ed erede di uno dei titoli più antichi e prestigiosi d’Inghilterra, è uno scapolo assai desiderato.

A dire il vero, è letteralmente perseguitato da schiere di madri dell’alta società che farebbero di tutto pur di combinare un buon matrimonio per le loro fanciulle in età da marito.

E Simon, sempre alquanto riluttante, è in cima alla lista dei loro interessi.

Anche la madre di Daphne Bridgerton è indaffaratissima e intende trovare il marito perfetto per la maggiore delle sue figlie femmine, che ha già debuttato in società da un paio d’anni e che rischia di rimanere – Dio non voglia! – zitella.

Assillati ciascuno a suo modo dalle ferree leggi del “mercato matrimoniale”, Daphne e Simon, vecchio amico di suo fratello Anthony, escogitano un piano: si fingeranno fidanzati e così saranno lasciati finalmente in pace.

Ciò che non hanno messo in conto è che, ballo dopo ballo, conversazione dopo conversazione, ricordarsi che quanto li lega è solo finzione diventerà sempre più difficile. Quella che era iniziata come una recita sembra proprio trasformarsi in realtà.

Una realtà tremendamente ricca di passione e coinvolgimento…

Non conoscevo questa autrice, lo ammetto, ma amo molto i regency, quindi non ho avuto nemmeno un dubbio sull’accettare di leggere questo libro e i successivi in uscita per Mondadori… Ma non mi aspettavo di certo un libro simile, e per una volta è un gran bel complimento! Ha superato ogni mia prospettiva, decisamente in meglio!

Ma mi sto perdendo… vi chiedo scusa per questo, ma dovete sapere che è sempre molto bello poter recensire un libro simile!

Andiamo con ordine.

L’abile penna di Julia Quinn ci porta nella Londra del 1813. I protagonisti di questa imperdibile storia sono Daphne Bridgerton, quarta di ben otto figli, e Simon Arthur Henry Fitzranulph Basset, duca di Hastings, che per mia estrema comodità (e non solo mia) mi limiterò a chiamare Simon. 

Conosciamo già da subito l’infanzia estremamente complicata e all’insegna della tristezza di Simon. Il vecchio duca ha desiderato per tanto tempo avere un figlio, una volta ottenuto, però, non è certo contento di scoprire che Simon non solo inizia a parlare a quattro anni, ma che lo fa male. Balbuzie, niente di così grave, o almeno non per noi. All’epoca il titolo, il sangue, la discendenza erano tutto per un duca, sicuramente per il padre di Simon, che non si capacita dell’enorme sfiga nell’avere un figlio mezzo stupido (parole sue, non mie).

Simon cresce così privato dell’affetto della madre, che ha dato la vita per metterlo al mondo, e quello del padre, classico nobile orgoglioso e tutto impettito, fermo nelle proprie convinzioni e con ogni portone che dà sulla via della comprensione completamente sprangato.

Nella sua enorme sofferenza, nella sua intelligenza e determinazione, cocciutaggine e orgoglio, Simon è molto facile da comprendere. È il classico bambino ferito che cresce odiando il padre, sentimento che lo sprona a “guarire” dal quel difetto che tanto lo fa arrabbiare, ma deciso anche a vendicarsi di suo padre, anche se ormai morto. Come? Eh, non ve lo dico, non posso certo togliervi tutto il divertimento!

Daphne ha fatto il suo debutto in Società già da un paio di anni, ma non ha la minima intenzione di maritarsi, se non per amore quanto meno con una persona gradevole per lei (d’altronde, chi mai a vent’anni vorrebbe sposare un vecchio di sessanta, suvvia, è perfettamente comprensibile, e anzi se ci si sofferma un po’ su come andavano le cose un tempo… mamma mia!).

Ha un problema però, nessun pretendente riesce a soddisfare le sue aspettative, o quelle di Anthony, suo fratello maggiore e molto protettivo. Non riesce, a quanto pare, ad attrarre uomini adatti a lei.

«Personalmente credo che la causa sia il comportamento scimmiesco tuo e dei tuoi fratelli, ma lei sostiene che tutta Londra la vede come un’amica e non come un’eroina romantica.»

Sì, sui fratelli ci torno dopo… mamma mia quante cose da dire su questo libro! Prometto di cercare di non tirarla troppo per le lunghe!

Insomma, i due si incontrano per caso, e decidono di aiutarsi a vicenda escogitando un bel piano: fingersi fidanzati. Si sa, gli uomini desiderano così ardentemente qualcosa su cui altri hanno posto gli occhi. Ecco il vantaggio per lei, che in effetti funziona! Appena riceve pubblicamente il favore del duca, ecco una schiera di contendenti alla sua mano!
E a lui cosa ne viene? Non volendosi sposare, pensa così di evitare la moltitudine di madri, descritte praticamente come cacciatori senza pietà, pronte a seguire in un lungo e in largo e a esasperare un povero duca per cercare di fargli sposare una delle amate figlie!

«Sciocchezze. Prima dovevo subire le attenzioni di dozzine di madri ambiziose. Adesso devo trattare con una soltanto.»

Ooooh ogni piano, per quanto ben studiato, presenta dei difetti e degli inconvenienti. Questo non è da meno. Perché nessuno dei due aveva messo in conto la possibilità di piacersi, che la passione prendesse il sopravvento, addirittura innamorarsi. E le difficoltà, soprattutto se si pensa che lei è la sorella di un caro amico di Simon… ve le lascio scoprire.

Con la trama mi fermo qua, ma ho ancora taaaante cose da dirvi!
Iniziamo con il fatto che i personaggi sono semplicemente squisiti?
Daphne non è la classica nobile fanciulla che deve essere salvata, e Simon ha modo di accorgersene in fretta. D’altronde, essendo cresciuta con quattro fratelli…

«Nigel, basta!»
Simon si voltò. Sembrava proprio che alla fine dovesse salvare quella ragazza. Tornò sui suoi passi con grandi falcate, assumendo l’espressione più severa e ducale possibile. Le parole “Credo che la signora vi abbia chiesto di smetterla” erano pronte per essere pronunciate, ma non era destino che facesse l’eroe quella sera: prima ancora di riuscire a emettere una sillaba, la giovane donna aveva caricato il braccio e sferrato un destro ben assestato alla mandibola di Nigel.

Forza così! Già, Daphne, la mia eroina, è un bel peperino, pronta a tutto per le persone che ama, con un caratterino niente male, un po’ maschiaccio, e sempre con la battuta pronta.

Simon… be’, niente male il ragazzo! Oggi giorno si tende, e correggetemi se sbaglio, a descrivere i personaggi maschili in gran parte come dei duri, il bad boy del libro tira sempre, e una delle cose che mi piacciono degli storici è la facilità, invece, di trovare personaggi con delle debolezze. Simon è così. Per carità, bellissimo, affascinante, con un carattere “sconvolgente”, ma con dei traumi, delle ferite, che sarà difficile riuscire a guarire.

Già i due protagonisti, con le loro battute, mi hanno fatta ridere. Ma quello che veramente mi ha fatta ridere a crepa pelle come non mi capitava da anni (soprattutto leggendo un Regency, per Giove!) sono le interazioni che questi hanno con i fratelli maggiori di lei e sua madre! Madonna, che risate, gente! Non ne avete idea!

I tre fratelli maggiori sono i classici fratelli orsi con uno spiccato senso di protezione, soprattutto verso la maggiore delle sorelle, la più impertinente, quella che non ha paura di tirare cazzotti! Ne leggerete delle belle!
La mamma di Daphne, Violet, è un portento! In parte mi ha ricordato la signora Bennet, lo ammetto, ma solo vagamente

«Che fiori meravigliosi! Vengono dall’Olanda? Devono essere terribilmente costosi.»
«Mamma!»

Sì, diciamo che non ha peli sulla lingua, e anche se caratterizzato come una donna forte, che da molto tempo ha il compito di crescere da sola ben otto figlio, ricordiamoci dell’epoca! Anche se non in modo… rozzo, come la signora Bennet, anche la sua principale preoccupazione è quella di accasare le figlie, come ogni donna di quei tempi.

Ecco, diciamo che per descriverla, non trovo parole migliori di quelle della sua stessa figlia:

«Non ho mai capito se è tremendamente cortese o squisitamente scortese.»

Risate A S S I C U R A T E!

Vi assicuro che c’è davvero ancora tantissimo da dire, ma come al solito ho paura di essere troppo lunga, di annoiarvi, di togliervi il divertimento… Quindi mi fermo qui, ma vi prego, se vi va, di venire a farmi sapere cosa pensate di questo libro che tanto ho adorato e che mi ha fatto passare delle ore davvero molto piacevoli! Sono curiosa di sapere se anche voi lo avete trovato divertente come me!

Per amore di onestà, devo avvertirvi che ho trovato un po’ di refusi durante la lettura, ma nonostante questo, proprio per il fatto che mi ha fatta ridere per gran parte della lettura (l’ho già detto che ho riso come una matta??), per la descrizione stupenda dei luoghi, per i dialoghi frizzanti, per l’accuratezza degli usi e dei costumi dell’epoca, per la narrazione incalzante, per il ruolo che l’autrice ha cucito addosso a Daphne, in qualità di donna… Il duca e io ottiene il massimo dei voti!

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