“Soltanto mia” di L. Puglisi e E.G. Montorsi – Blog Tour – Personaggio femminile

Buongiorno readers! Oggi partecipiamo al BT dedicato a Soltanto mia di L. Puglisi e E.G. Montorsi, uscito ieri per Mondadori, che ringrazio per il file!

Noi oggi vi parleremo di Federica, il personaggio femminile di questa storia.
Vi preannuncio, però, che per parlarne con esaustività, potrei dover ricorrere a degli spoiler. Di solito non lo faccio, o uso le tendine, ma in questo caso, per questa storia che, come potrete capire dalla trama, a parer mio cerca, in qualche modo, di rendere omaggio alle vittime. Ecco, è uno di quei casi in cui la finalità e la morale surclassano il tanto odiato pericolo spoiler.

Soltanto mia - Trama
Gabriele e Federica si frequentano da poco: un incontro in treno, un caffè insieme e un’attrazione fisica reciproca. Entrambi hanno figli piccoli, un matrimonio fallito alle spalle e tanta voglia di rifarsi. A Federica piace quest’uomo apparentemente galante e pieno di attenzioni. A Gabriele piace questa donna apparentemente fragile, che ispira un senso di protezione.

Lui la cerca sui social, commenta le sue fotografie con ammiccante dolcezza, e intanto fruga tra i profili degli uomini che compongono la cerchia delle sue amicizie. Lei è lusingata dal corteggiamento, si sente al centro del mondo, di nuovo protagonista della propria vita. Gabriele comincia a pensare a Federica con insistenza, trascura il lavoro. Intanto Milano si svuota, è agosto, Federica raggiunge i figli al mare e lui si sente sempre più solo.

Giorno dopo giorno – complici la lusinghiera e mai autentica rappresentazione che ciascuno offre di sé tramite i social e i fraintendimenti della comunicazione virtuale – le aspettative reciproche divergono sempre di più: Federica vuole concentrarsi sui figli, sulla sua nuova attività, non vuole impegnarsi in una relazione ufficiale. Gabriele non capisce e avanza pretese di esclusività.

Lorenzo Puglisi, avvocato esperto di diritto di famiglia, ed Elena Giulia Montorsi, psicoterapeuta che spesso assiste donne vittime di stalking, incrociano le loro esperienze professionali creando un intreccio di eventi e riflessioni in cui il lettore si trova sempre più coinvolto. E danno vita a un romanzo intenso e perturbante, che ci consente di affrontare un argomento di stringente attualità come solo la narrativa può fare: mettendoci a parte dei pensieri, delle emozioni e dei tormenti dei protagonisti, facendoci ascoltare direttamente le loro voci in un avvincente gioco di capitoli alternati. Pagina dopo pagina la tensione cresce, e quando Federica giungerà ad avere paura di Gabriele, insieme a lei ci scopriremo a domandarci: “Ma come siamo arrivati a questo punto?”.

Inizio con il dirvi che questo è un romanzo molto forte, una full immersion nella vita e nella psiche di due personaggi decisamente diversi, ma non sono qua per una recensione (e anche quella sarà ben difficile da scrivere a dovere), no, sono qua per lei, per Federica, che rappresenta in parte e sicuramente non in modo esaustivo tutte quelle donne vittime di comportamenti indicibili. 

Federica è una giovane donna che in passato si è fatta travolgere forse troppo in fretta dagli eventi. Sapete come succede, no? L’amore a prima vista, o quello che si crede tale, nel giro di pochi mesi convivenza, matrimonio e figli. Ma queste sono decisioni che non vanno prese alla leggera, a volte si è fortunati e va tutto bene, la favola si concretizza, ma siccome, appunto, è più una favola che altro… 

Per molto tempo Federica ha perso se stessa, la bolla è scoppiata presto, e due depressioni post partum non sono state affatto facili da superare, se si considera anche il tradimento delle persone più care che credeva la amassero.

Adesso voglio solo essere tranquilla e serena, piacendomi il più possibile e magari tornando a essere la ragazza che ero prima che il padre dei miei figli irrompesse nella mia vita.

Ora però sta bene, ha ritrovato un suo equilibrio, la separazione e il divorzio sono alle porte, è di nuovo una donna che può pensare a sé e ai propri figli, concentrandosi sull’unica cosa buona uscita da quel matrimonio.

Ho due figli perfetti, una famiglia che mi adora, un lavoro che amo perché ho trovato la mia strada.

È una donna sensibile, che ha sempre desiderato quello che fondamentalmente tutti noi desideriamo, essere amata per quello che è, rimanendo se stessa. È molto legata alla famiglia, certo, con tutti i pregi e i difetti che si hanno con due genitori e due sorelle a volte un po’ invadenti e protettivi.

“Ma”… questo ma lo metto tra virgolette, perché pur essendo nel 2020 la caratteristica di Federica viene ancora vista dalla società come un difetto, come una vergogna, come se le donne fossero diverse dagli uomini, e così non dovrebbe essere.

«Tu e questa mania del sesso facile! Federica, lo sai che non sei un uomo, non ti puoi comportare così» […]
«E questo cosa vorrebbe dire? Che non posso fare sesso quando mi pare perché sono una donna? Che gli uomini possono scopare quando vogliono e che le donne che fanno al stessa cosa sono tutte puttane?»

[…]

Ho vissuto la mia sessualità, ho fatto come se fossi un uomo senza impegni e senza legami. […] ma sono una donna, e certe cose non possiamo farle, dopotutto.

Ecco, è questa la sua “colpa”, se così possiamo chiamarla…

Dopo tutto quello che è successo con suo marito, è ormai anche una donna insicura, tanto che al minimo segno di apprezzamento, al primo complimento dopo tanto tempo, viene travolta dalla situazioni, dalle emozioni, dal sentirsi di nuovo forte, sexy, potente, in grado di sedurre un uomo.

Ecco che si lascia travolgere quindi da Gabriele, ma presto scopre che non tutte le attenzioni sono desiderate.
Non sono una psicologa, ma da quello che si può leggere in giro, vedere nei film documentari ecc, ho l’impressione che l’evoluzione dei sentimenti di Federica sia la classica che si prova in questi casi…
Nonostante un po’ di incertezza, a volte la voglia di sentirsi apprezzati è talmente forte che ci si vuole fidare, si va avanti, e anche se succede qualcosa — un messaggio di troppo, insistenza, toni decisamente sconvenienti — è facile poi pensare “è stata colpa mia”, “l’ho provocato”, “potevo fare diversamente, cosa mi costava”… soprattutto se magari dall’altra parte c’è una persona ben capace di vendere la propria storia e il proprio punto di vista.

La reticenza, il senso di colpa, il sentirsi in difetto, in torto, ma bellissimo il messaggio alla fine del libro, la finale consapevolezza di non avere nessun tipo di colpa, soprattutto per essere semplicemente se stessi.

Lei è Federica. Una sopravvissuta.

Spero di aver reso al meglio il personaggio, anche se sicuramente mi sono focalizzata sull’aspetto che ho trovato più importante. Spero che leggerete il libro, perché è davvero qualcosa di spettacolare, e ne vale la pena. Per Federica, e per tutte le Federica di cui sentiamo parlare tutti i giorni.

Se vi ho incuriosito a sufficienza, potete trovare Soltanto mia qui:

E mi raccomando, non perdetevi le tappe degli altri bravissimi blog che partecipano a questo evento!

 

 

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