Buongiorno readers! È con immenso piacere che oggi vi parlo di Un uomo da conquistare, di Julia Quinn, quarto volume della serie Bridgerton ripubblicata da Mondadori, che ringrazio per il file!
Per iniziare avrei voluto mettervi una gif con una scena di uno dei miei film/musical preferiti, Il fantasma dell’opera, ma ovviamente non l’ho trovata… quindi vi traduco in poche semplici parole sia l’immagine che volevo, sia cosa penso del libro:
Magnifico! Stupendo! Straordinario!
Ebbene sì, devo dire che se qualche giorno fa il mio libro preferito di tutta la serie era proprio il primo con la storia di Daphne e Simon, dopo aver letto di Colin e Penelope quel primo posto se lo stanno litigando. E anche parecchio.
Avevamo già conosciuto tutti e due i personaggi grazie alle loro apparizioni negli altri libri, ma ovviamente in questo impariamo ogni sfaccettatura del loro carattere, i pregi come i difetti. E questa è una cosa che adoro di quest’autrice, il fatto che i suoi personaggi sono reali, non infiocchettati ad hoc per soddisfare in tutto e per tutto la maggioranza delle lettrici.
Ma non siamo gli unici a conoscere meglio Colin, com’è davvero dietro quella facciata di fascino e allegria. Penelope credeva davvero di conoscerlo, in fondo l’ha amato in segreto per tantissimi anni, anni durante i quali comunque erano amici. Oltre alle informazioni raccolte frequentando tantissimo casa Bridgerton, pensava, ingenuamente, che Colin non avesse segreti per lei.
Non volendo privarvi troppo del piacere della lettura, non mi soffermo molto sulla storia, che di per sé è forse semplice e, per le appassionati come me, decisamente troppo corta (ma lo sarebbe anche un libro di 500 pagine con loro due come protagonisti), ma in linea generale qualcosa ve la devo dire.
Colin è il tipo d’uomo che non ama le restrizioni, la povera Violet vorrebbe vederlo sposato (come tutti i suoi amatissimi figli), ma lui è uno spirito libero, ama viaggiare e nel profondo nasconde un disagio che si può anche comprendere. Circondato da fratelli che hanno uno scopo, il suo ego maschile forse un po’ ne risente. Questo, insieme a un carattere secondo me sì un po’ da viziatello, lo portano per anni ad avere la benda sugli occhi.
Penelope, dal canto suo, è una donna diversa dalle altre, è sempre stata sola, nessuno ha mai provato interesse per lei. Quasi alla soglia dei 30 anni, si può ormai considerare zitella, ma per lei è quasi un sollievo ciò che questo comporta: fondamentalmente più libertà, non dover sottostare alla tortura di essere invitata a ballare da uomini che si sentono costretti o perché gli fa pena.
Diciamo che ormai è pienamente rassegnata al suo destino, a stare ai margini della società, passare inosservata, accudire la madre, e solamente amica di Colin…
Da questo punto di vista, è una donna molto forte e leale a se stessa
Significava non essere fedele ai suoi principi quanto avrebbe desiderato. Significava essere disposta ad accontentarsi di un marito imperfetto pur di avere una casa e una famiglia.
Ma Colin, come vi dicevo, inizia ad aprire gli occhi, e a vederla per quello che è, una donna intelligente, affascinante, divertente, non priva di difetti, ma nessuno lo è.
Ma quando fa una scoperta su di lei, qualcosa che mai e poi mai avrebbe potuto nemmeno lontanamente immaginare, le cose cambiano drasticamente. In meglio? In peggio? In tutti e due i modi? Chi lo sa… (cioè, io lo so, ma se voi non lo sapete, non potete non correre a leggere il libro)
A parte ovviamente la storia in sé (in parte rovinata dall’enorme spoiler di cui si deve ringraziare Netflix), quello che più mi è piaciuto di questo libro è l’evoluzione che ho visto nei personaggi, la loro crescita.
Colin passa dall’essere un eterno Peter Pan, affetto da un po’ di quella superficialità che colpisci chi non ha mai avuto problemi di autostima, a un uomo empatico, coraggioso non tanto verso gli altri o nei confronti della società, quel tipo di coraggio l’ha sempre avuto, ma verso se stesso, che forse forse non è così facile come si potrebbe pensare.
Penelope mi è sempre piaciuta, scoprire cosa le passa e l’è passato per la testa in questi anni è stata la ciliegina sulla torta, vedere come può migliorare la vita di chi le sta intorno senza per altro prendersi il merito è stato un toccasana. Una donna che nonostante le umiliazioni si è sempre fatta forza. Una donna con cui ho empatizzato. Una donna che ha visto andare in mille pezzi l’illusione che aveva dell’uomo che ama, ma questo l’ha fatta crescere e capire molte cose.
E il finale… come al solito dà un anticipo del prossimo libro che, vi dirò, anche se dubito possa superare questo (ma mai dire ami), non vedo l’ora di leggere! Mannaggia alla Quinn, la maestra nel tenere con il fiato sospeso!
Voto per Un uomo da conquistare
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