“Il regno di rame” di S.A. Chakraborty – Review Party

Buongiorno, readers! Il regno di rame, di S.A. Chakraborty, edito da Mondadori, che ringrazio per il file, è il libro di cui vi parlo oggi!

So che ultimamente risulto latitante, gli impegni sono tanti e purtroppo il blog è l’attività che si è beccata il bastoncino più corto, per così dire… Cercherò sicuramente di pubblicare qualche recensione in più, anche perché ne ho molte interessanti nel cassetto.

Nonostante gli impegni, però, non potevo rinunciare a partecipare all’evento per questo libro, seguito di La città di ottone, la cui recensione potete leggere qui.

Prima di iniziare, vi lascio il fantastico calendario dell’evento, non perdetevi le altre recensioni!

Regno di rame - Trama
La vita di Nahri è cambiata per sempre nel momento in cui ha accidentalmente evocato Dara, un misterioso jinn. Fuggita dalla sua casa al Cairo, si è ritrovata nell’abbagliante corte reale di Daevabad, immersa nelle cupe conseguenze di una battaglia devastante, e lì ha scoperto di aver bisogno di tutto il suo istinto truffaldino per sopravvivere.

Anche se accetta il suo ruolo ereditario, sa di essere intrappolata in una gabbia dorata, controllata da un sovrano che governa dal trono che una volta apparteneva alla sua famiglia: basterà un passo falso per far condannare la sua tribù.

Nel frattempo, Ali è stato esiliato per aver osato sfidare suo padre. Braccato dagli assassini, è costretto a fare affidamento sui poteri spaventosi che gli hanno donato i marid. Così facendo, però, minaccia di portare alla luce un terribile segreto che la sua famiglia ha tenuto nascosto a lungo.

Intanto, nel desolato nord, si sta sviluppando una minaccia invisibile. È una forza capace di portare una tempesta di fuoco proprio alle porte della città. Un potere che richiede l’intervento di un guerriero combattuto tra un feroce dovere a cui non potrà mai sottrarsi e una pace che teme di non meritare mai.

Il primo libro mi era piaciuto, nonostante i suoi difetti, che a pensarci bene non erano pochi eh, se vi ricordate la narrazione nel primo libro era piuttosto lenta, tanti nomi stranieri nuovi con cui familiarizzare, il contesto, un mondo creato quasi completamente ad hoc.
Ma questo, questo l’ho adorato! Ecco la prima cosa che voglio specificare.

Spesso capita che il secondo libro di una serie sia un po’ mogio rispetto al primo o all’ultimo, ma in questo caso non è così, fatemelo dire.

Anche in questo libro i punti di vista si alternano, ritroviamo quindi i nostri personaggi, quelli che abbiamo imparato ad amare e a volte anche a odiare, allo stesso tempo uguali e diversi rispetto a come li avevamo lasciati. Sì, perché Il regno di rame non riprende da dove si era interrotto il precedente…

Cinque anni, gente, cinque anni sono passati dal giorno in cui la vita di Nahri, Ali e Dara è cambiata radicalmente.
Nahri vive nella sua gabbia dorata, prigioniera del suo ruolo per poter salvare la sua gente, vite innocenti. Adesso è la guaritrice di Daevabad, ruolo in cui si è calata anima e corpo anche per poter superare la perdita e il tradimento che ha dovuto vivere cinque anni prima. È il personaggio con cui ho provato più simpatia, perché da brava lettrice trascinata da una brava scrittrice mi sono immedesimata con lei, sintonizzata, e cavolo… quasi prendeva a me l’angoscia…

«Se non puoi proteggere neanche te stessa, come pensi di poter proteggere il resto di noi?»

E il vivere all’oscuro, il non sapere, il non avere una speranza… è quello che forse mi ha fatto provare più pena, che mi portava a suggerire attraverso il Kindle (manco potesse sentirmi, ma che sono pazza lo sapete): Dai, resisti, adesso sono sicura che l’autrice aggiusta tutto.

Ali, dopo cinque anni di esilio, lo ritroviamo cambiato, con una nuova vita, più maturo, forte, ma anche terrorizzato dai suoi nuovi poteri, che di certo non ha chiesto e il cui prezzo è stato molto alto.
Il passato lo tormenta, le decisioni prese anni prima e che tanta sofferenza hanno portato alle persone che ama. Il suo vivere lontano dalla sua famiglia, dalla sua città, dall’amica che Nahri era per lui… tutto questo lo fa maturare molto.
Rispetto al primo libro, in cui leggere il suo punto di vista a volte mi annoiava, in questo posso dire di averlo apprezzato di più.

Dara è stato liberato dalla maledizione di Solimano, ma forse è questa stessa una maledizione per lui, all’inizio è questa la percezione che si ha. Ma poi, è davvero così libero come si pensa? 

È quasi come se tutti vivessero in un’apparente stato di libertà, ma a volte la libertà può essere un peso, perché porta ad essere soli.
Libertà per modo di dire, poi… Perché il non poter fare quello che si vuole, il non poter dire agli altri chi si è davvero, i propri segreti, il poter tornare nella città dove vive la persona a cui si tiene, si ama… come direbbe qualcuno, è forse troppa la libertà che hanno acquisito, una sfaccettatura diversa di una parola che solitamente pensiamo come positiva. 

Se il primo libro scorreva un po’ lento, lo stesso non posso dire di questo. Certo, l’inizio ha un attimo di stasi, diciamo, ma poi impariamo a ri-conoscere i personaggi che già avevamo incontrato, approfondiamo la conoscenza di altri, e ne incontriamo proprio di nuovi.

La scrittrice mi sembra abbia anche fatto un passo avanti per quanto riguarda la scorrevolezza, o semplicemente magari si entra finalmente nel vivo della storia, della vicenda, che inizia a delinearsi come complessa, non è tutto così semplice come sembra.
Ecco, la bravura dell’autrice mi sembra si possa riscontrare anche in questo, nel suo mixare (passatemi termine e osservazione) uno stile di fantasy old school con una storia in cui più personaggi si intrecciano, in cui ci sono macchinazioni politiche, tradimenti, qualcuno rischia di finire molto male, altri “ci riescono” –  a una storia non dico YA, ma che scorre, in cui i personaggi sono sì calati nei loro ruoli, ma non si limitano a quella dimensione, perché sono persone a 360° con una gamma dettagli ed emozioni diversi.
Non so quanto abbiate capito da questo mio vaneggiamento, ma per farla breve, diciamo che non mi ha annoiata nemmeno per una pagina!

Le descrizioni poi, dei luoghi, delle stanze, di tutto… credo che lo stile della copertina possa aiutarmi a definire esattamente come sono queste descrizioni: colorate, magiche!

Unica pecca, se proprio vogliamo (ma sicuramente ce ne sono altre, solo che per me magari non sono così evidenti visto che il libro mi è piaciuto), è il fatto che essendo passato tanto tempo dalla lettura del primo libro, ho faticato un po’ all’inizio a calarmi di nuovo in un mondo che non si incontra spesso nel fantasy. Ho dovuto andare a riprendere alcune parti, a leggere la legenda che l’autrice ci offre e in cui ci ricorda chi sono i personaggi ecc.
Passata questa “noia” iniziale, ho divorato il libro!

E non sto a raccontarvi altro perché di cose ne succedono tantissime e vanno scoperte piano piano, vivendo le stesse emozioni dei personaggi, altrimenti non c’è gusto!

Voto per Il regno di rame

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