“Agnes Grey” di Anne Brontë – Review Party

Buongiorno readers! Oggi ho l’onore di partecipare al RP di Agnes Grey, uno dei 3 libri delle sorelle Brontë che compongono il nuovo bimbo della Oscar Vault in uscita il prossimo 25 agosto, e che ringrazio per il file!

Vi dirò la verità: non sapevo cosa aspettarmi da questo libro. Con le sorelle Brontë ho un rapporto di amore e odio. Jane Eyre è tra i miei classici preferiti, quello che rileggo quasi ogni anno nel periodo natalizio – nel mio immaginario davanti a un camino, ma solo immaginario perché ahimè mi manca -. 
Cime tempestose, d’altra parte – e non vigliatemene -, è tra i libri più odiosi che mi sia mai capitato di leggere…

Ho iniziato Agnes Grey, quindi, con l’ansia di non sapere da che parte avrebbe peso l’ago della bilancia… Continuate a leggere per scoprirlo!

Le sorelle Brontë - Trama
Da Cime Tempestose, a Jane Eyre, passando per Agnes Grey, fino ai meno noti L’angelo della tempesta, La Signora di Wildfell Hall e Shirley, le tre sorelle Bronte ci hanno lasciato romanzi immortali, capolavori della narrativa ottocentesca pieni di pathos e emozione, ciascuna con la propria voce. A questi romanzi si aggiungono i sublimi versi nei quali rivive tutto il fascino della natura selvaggia delle brughiere dello Yorkshire, tra distese d’erica, roccia e foschia. Questo volume offre l’occasione per riscoprire tre voci femminili originalissime nel panorama letterario, tra incanto, disperazione, e il desiderio insopprimibile di affermare la propria identità.

Qualche giorno fa ho avuto modo di scrivere un approfondimento sulle istitutrici partecipando al Blog Tour, organizzato sempre per l’uscita di questo libro. Lo trovate qui, se ve lo siete perso!

Incominciamo da un aspetto legato alla storia in modo marginale, se vogliamo.

In ogni storia vera è racchiusa una morale; in alcune può essere difficile trovarla e, dopo averla trovata, è così povera che non valeva la pena schiacciare il guscio per quella noce rinsecchita.

L’incipit. Adoro gli incipit dei classici, hanno un non so che di saggio, riverente, antico. Un dialogo vero e proprio con una mente del passata, e forse è questo che mi affascina di più.

Quando leggo un incipit come questo, la mia mente si posiziona in automatico sulla giusta direzione per una lettura serena e coinvolgente. Capita anche a voi?

Tornando al libro vero e proprio…

Agnes è la figlia minore di un ecclesiastico inglese. Ha da sempre avuto un ottimo esempio, poiché il padre

da giovane aveva vissuto confortevolmente del modesto beneficio della sua parrocchia a cui si univa la rendita di una proprietà. Mia madre, che lo aveva sposato contro il parere della famiglia, figlia di un gentiluomo di campagna, era una donna coraggiosa.

E lo era davvero per quei tempi, soprattutto per una donna: amore a discapito dell’agiatezza. È figlia di una donna che è stata disposta a rinunciare a tutto pur di stare con l’uomo che amava… romanticismo allo stato puro.

Agnes è sempre stata avvolta dall’amore della famiglia, ma anche viziata, e se questo può andar bene per i nobili, per le persone di bassa estrazione sociale non molto…

non mi resero capricciosa e ribelle con una sciocca indulgenza, ma inerme e dipendente dagli altri con la continua tenerezza, inadatta ad affrontare le tempeste della vita.

Agnes però prova una voglia di riscatto, di libertà. All’inizio è felice di aver convinto i suoi a farle percorrere la strada di istitutrice, ma la tristezza infine arriva. Erano altri tempi e non era certo facile per una ragazza allontanarsi dalla propria famiglia, cambiare vita completamente. Però è di certo entusiasta dell’avventura che sta bussando alla sua porta

Sarebbe stato bellissimo fare l’istitutrice. Vedere il mondo, iniziare una nuova vita, agire liberamente, esercitare facoltà inutilizzate, mettere alla prova una forza sconosciuta, guadagnarmi da vivere e guadagnare qualcosa per aiutare mio padre, mia madre e mia sorella, oltre a liberarli dell’impegno di pensare al cibo e ai vestiti per me;

Per la prima volta in vita sua se la deve cavare da sola, e questo la terrorizza ed eccita allo stesso tempo!

Il primo lavoro che trova come istitutrice è un vero disastro… Nutriva delle speranze sulla signora Bloomfield, ma vi pare che potesse essere tanto fortunata? Per niente dolce e affettuosa, si dimostra da subito piuttosto fredda, venera i propri figli, soprattutto Tom, il maggiore, e fa ben poco per mettere Agnes a proprio agio.
I bambini che deve guardare sono a dir poco tremendi e viziati, Tom, in particolare, è un bambino capriccioso e addirittura isterico, che gode dal procurare dolore ai poveri animali innocenti. Ecco, solo per questo avrei voluto entrare nel libro e ucciderlo con le mie stesse mani… Complimenti Anne Brontë, sei riuscita a creare un personaggio addirittura più odioso di quello ideato da tua sorella, Catherine Earnshaw, il che è tutto dire!

La vita con questa famiglia è a dir poco un inferno, almeno fino a quando dopo appena un anno non viene licenziata.

I problemi economici e il voler continuare l’avventura la spingono a cercare nuovamente lavoro come istitutrice. D’altronde, c’è un limite alla sfiga, no? Non tutte le famiglie possono essere così spiacevoli…

Negli anni successivi lavora per il signor Murray. I bambini, questi più grandicelli dei precedenti, sono sì viziati e tremendi, ma mai quanto i primi. Comunque non se la passa certo come fosse in paradiso… Dopo molte sofferenze, disagi e anche umiliazioni… il riscatto finale, tipico delle autrici di questi tempi, anche se a volte non coincide con il nostro ideale. Non vi svelo in anticipo quale sia, anzi mi sembra di avervi anticipato anche troppo seppur si tratti di un libro uscito due secoli fa…

Per quanto riguarda lo stile, e per la famosa bilancia di cui parlavo all’inizio, direi che Anne Brontë si piazza a metà tra le sorelle. Sicuramente scorrevole e accattivante, capace, nonostante alcuni periodi davvero lunghi, di non far perdere il filo logico al lettore ben concentrato. Mi è piaciuto anche se l’ho trovato a volte un po’ ripetitivo, lo ammetto. 

Molto presente il tema religioso, cristiano, con tutte le virtù e alcuni vizi tipici. Agnes è molto religiosa, anche perché figlia di un ecclesiastico. Uno scorcio della vita di Anne, visto che anche lei era figlia di un ecclesiastico?

L’idea di istitutrice di questa sorella Brontë è più… negativa, diciamo, rispetto a quella che possiamo trovare in Jane Eyre o in alcuni libri di Jane Austen. La vita per Agnes viene descritta come sfiancante, assurda, è sempre colpa sua in ogni caso, sia che i bambini facciano altro, sia che facciano male. Sembra fondamentalmente che sia quasi lei agli ordini degli allievi che non mostrano molto rispetto, così come i genitori. 

L’ho anche scritto nella mia tappa per il blog tour, ma qui se ne ha davvero un esempio lampante per tutto il libro: il tema di come la colpa dei figli ricada sull’istitutrice è davvero molto attuale. Non è mai colpa dei figli, né dei genitori, ma degli altri incapaci di insegnare loro, di educarli… sì, ricorda molto il periodo attuale, non credete?

I personaggi vengono ben descritti, ma Agnes non è molto… particolare, per così dire, come Jane o Catherine, anzi, viene descritta come una normale ragazza (normale per quell’epoca). Seppure personalmente questo mi sia piaciuto poco (ricordate che amo alla follia Jane Eyre), da un punto di vista oggettivo e pratico capisco che sia molto più realistico rispetto ad altri.

La presenza di pochi dialoghi, rispetto alla parte narrata, per quanto il libro sia interessante, a volte mi ha annoiata un pochino. Ma comunque è un libro che mi sento di consigliare molto agli appassionati di questo genere!

Il libro esce il 25 agosto, ma se vi fa piacere è già in preorder, ecco il link!

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