Review Party “The Kingdom” di Jess Rothenberg

Buongiorno readers! Vi è mai capitato di rimanere senza parole dopo aver finito un libro?
Io posso contare sulle dita di una mano le volte che mi è successo, e questa è una di quelle.
“The Kingdom” di Jess Rothenberg, edito da DeA Planeta che ringrazio per avermi fornito il file, è un libro dalle mille sfaccettature, un libro in cui il per sempre felici e contenti è una regola, ma… non tutte le regole sono giuste e, al contrario, tutte possono essere infrante.

SINOSSI
Benvenuta nel Regno dove “per sempre felici e contenti” non è solo una promessa. È una regola.

Voli virtuali negli universi dei propri libri preferiti. Nuotate in compagnia delle sirene. Safari tra elefanti a strisce e purosangue dalle ali di farfalla. Questo e molto altro diventa possibile quando si varcano i cancelli del Regno, il parco a tema più straordinario di tutti i tempi. Ma l’attrazione principale sono loro: le sette principesse androidi create per intrattenere i visitatori. Sempre bellissime, sempre sorridenti, sempre pronte a trasformare i sogni in realtà. Ana, una delle predilette dal pubblico, ama la vita nel Regno. La felicità delle famiglie che accoglie ogni mattina all’ingresso è la sua felicità. Tutto cambia, però, quando Ana incontra Owen. Owen, il ragazzo dagli occhi color cioccolato che lavora nello zoo del parco, è il primo umano che non la tratta come una macchina, il primo che le fa provare un’emozione non contemplata dagli ingegneri che hanno programmato i suoi circuiti: l’amore. E quando Owen sparisce nel nulla, lasciandosi dietro solo un braccialetto carbonizzato, la favola si trasforma in incubo. Accusata di omicidio, Ana si ritrova a combattere per la sua stessa vita, e scopre che nello scintillante Regno che ha sempre chiamato casa niente è come sembra… Echi di Westworld e Il racconto dell’ancella risuonano in questo romanzo folgorante, che ha il ritmo mozzafiato di un thriller ed è al contempo una struggente storia d’amore e una toccante riflessione su che cosa, in fondo, ci rende umani.

©Credits

Ammetto di trovarmi parecchio in difficoltà con questa recensione… Non so proprio come scriverla nel modo che faccio sempre, quindi parlando un po’ della trama per poi proseguire con personaggi e altro. Sono veramente giorni che ci penso e non ne vengo a capo, quindi, per questa volta, dovrete perdonare il mio resoconto molto frettoloso sulla trama ma se deciderete di leggerlo – cosa che vi consiglio vivamente – allora potrete ben capirmi.

Il libro è quasi totalmente ambientato nel Regno, nel 2096. Cos’è il Regno? Avete presente Gardaland, Disneyand e tutti gli altri land messi insieme? Ecco, questo, ma mille volte meglio… almeno in apparenza.

Il Regno è come un pianeta Terra in “miniatura”, dentro di esso si può spiazzare dal safari alla laguna delle sirene, dal tè con le principesse alla Winter Land, dove si possono ammirare pinguini e orsi polari.

L’attrazione più bella, quella per cui la gente parte da tutto il mondo e spende una montagna di soldi, però, sono loro, le Fantasiste.Le Fantasiste sono sette bellissime principesse androidi, create e programmate apposta per rendere felici i visitatori.

La vostra felicità è la nostra felicità. Ogni vostro desiderio è un ordine. 

Non sono però dei semplici robot, essendo ibridi/androidi hanno dei sentimenti.

Ana è una di loro ed è attraverso di lei che esploriamo questo fantastico mondo, che conosciamo i personaggi, che viviamo sentimenti contrastanti. Vive la sua routine di principessa insieme alle sue sorelle, ma dentro di lei c’è molto più che ingranaggi, fili e sangue. È un personaggio molto ricco perché nonostante sia felice di vedere i visitatori e di aiutarli regalando loro attimi di felicità, è la notte il momento che preferisce, non perché dorma, no, loro non dormono, ma riposano. È proprio allora che può “viaggiare” 

[…] fin dove me lo consentono i firewall del Regno, esplorando virtualmente e senza rischi il mondo che sta fuori dai nostri cancelli.

È molto curiosa, adora la letteratura, i film, la musica e tanto altro. Tutte cose che può vivere solo in questo modo visto che il mondo al di fuori dei cancelli viene descritto come in rovina, con mari contaminati e devastazione ovunque.

Una delle cose che le piace fare durante i momenti di pausa è vedere le specie che il Regno riesce a riportare in vita! Specie che ormai erano estinte anche da decenni e che, anche grazie alla tecnologia che crea ibridi, possono nuovamente tornare a vivere. È durante la visita a un dolcissimo e peloso cucciolo di orso polare che incontra per la prima volta Owen, o meglio, si intravedono. 

Owen lavora nello zoo del parco come guardiano e, anche se non dovrebbe, inizia a interagire con Ana. Le confida che c’è una sorta di malattia che dilaga, una malattia molto comune e di cui soffriamo tutti in realtà: l’evoluzione. Gli animali si stanno evolvendo e anche Ana, che inizia ad acquisire sempre più coscienza, un’anima quasi. Inizia a fare cose per cui non è programmata e questo la spaventa molto, ma è grazie a questo suo mutamento che inizia a capire che il Regno non è il luogo di residenza dei sogni e del lieto fine come vorrebbero far credere loro.

Ma cosa mi ha spinto ad andare avanti, a divorarlo? Cos’ha in più rispetto a tanti distopici con protagonisti ibridi? Il fatto che questo libro viene narrato con un’alternanza tra passato e presente. Tutto ciò di cui vi ho parlato è il passato, il presente è un’incognita. I capitoli sono alternati da delle parti in cui vediamo Ana parte di un processo giudiziario. Un processo molto importante da cui dipende ben più di un destino. Questa parte di thriller, secondo me, dà un ritmo di narrazione e crea una curiosità tale da rendere il lettore famelico. 

Oltretutto, questo non è un libro semplice come potrebbe sembrare, le tematiche sono davvero tante e tutte degne di nota e riflessione. 
Vogliamo partire dal fatto che le sette principesse sono tutte diverse? Non solo caratterialmente (nonostante il carattere sia una programmazione), ma anche a livello fisico. Rappresentano etnie diverse e già questo, di per sé è un bel messaggio, no? Soprattutto visto il livello di sorellanza che dimostrano, anche per quanto riguarda il sacrificio. Ovviamente non posso dirvi di più, ma capirete…

Ma… c’è un ma. Queste Fantasiste sono perfette. E che c’è di male, direte voi… Eh… Lasciamo stare tutto il discorso per quanto riguarda l’idealizzazione della donna, impossibile da raggiungere, che onestamente credo sia marginale. Ma anche nella perfezione, per queste ragazze, questi ibridi, non fila sempre tutto liscio come l’olio. Se inizi a farti domande… mm… Loro saranno anche perfette, ma gli uomini no, e spesso vengono prese… di mira, per scopi che, ahimè, toccano temi sempre molto, troppo attuali. Hanno sentimenti, ma vengono comunque viste come robot, come oggetti dei quali si può abusare indisturbati, tanto poi dopo basta una riprogrammazione… è una questione su cui davvero si potrebbe scrivere una tesi, e che un libro etichettato come romanzo YA/Fantasy o quello che volete, riesca a introdurre temi simili, spunti di riflessione su cui si potrebbe parlare per giorni, senza annoiare, facendoci ragionare buttandola lì ecco, per me questo vale moltissimo. Ho provato davvero un mix di emozioni quando ho capito tutto ciò.

Ci sono davvero molti altri temi, come l’inganno, il dolore, l’amore, la prigionia, il bene e il male che si inter-cambiano a seconda di chi sta narrando la storia, l’etica riguardante il far rinascere animali estinti, l’etica riguardante il creare ibridi in generale, ma su un punto ancora vorrei focalizzarmi e lasciarvi quindi riflettere: nonostante tutto, credo che questo libro possa sensibilizzare su una cosa, anche se forse sono io a cercare di vedere il bicchiere mezzo pieno. La speranza. Non è solo quello che si ripetono le Fantasiste, ma è un tema che traspare in sordina, forse per ultimo. Possiamo abusare quanto vogliamo della tecnologia, ma quando anche la tecnologia si umanizza, quando si comporta più umanamente dell’umano stesso, non è forse un importante messaggio per il futuro?

Credo che il libro sia auto-conclusivo, e ci sta, così come ci starebbe anche un bel seguito però, eh!
Voi cosa ne pensate? Mi raccomando, non perdetevi le recensioni degli altri blog de La Gilda delle Blogger che partecipano a questo evento!

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