Recensione “Pensieri di un poeta mediocre” di Gerry Di Lorenzo, a cura di Maria Pina

Sinossi

“Sono semplici poesie, sono pensieri, sono stati d’animo, sono fotografie, sono piccoli disegni. Sono momenti, sono descrizioni interiori, sono follie, sono deliri, sono io. Sono un poeta? Sono Gerry”

 

La raccolta contiene una quarantina di poesie che sono pensieri, stati d’animo. Sono fotografie, piccoli disegni e momenti, sono descrizioni interiori, follie, sono deliri.

Non sembra siano sempre collegate fra loro, sebbene ritroviamo gli stessi concetti in diverse.

I versi sono spesso un’introspezione interiore dell’autore, che marca in più occasioni il forte legame con la scrittura. È molto ricorrente il concetto del sogno. Scritte in prima persona talvolta si presuppone si riferiscano ad una lei, che a volte c’è, altre volte c’è stata nel passato, che la si continua a pensare e sognare, che è stata vita per lui. Le chiede di passare del tempo insieme, ma appare anche sfuggente, assente, come se ci fosse impedimento fra i due. Lei è la sua forza e lui si descrive “debole”.

Sono componimenti a tratti ermetici, che richiedono più di una lettura e possono avere differenti significati. Alcune sembrano dei veri e propri brani di canzoni, altri lettere, per la grande quantità di domande. Le parole che usa sono pennellate su tela, sono dei veri e propri dipinti, fermi immagine.

C’è qualche riferimento alla natura come l’airone oppure un uccello, e riferimenti religiosi, sul credo e Dio. Ricorrente è anche il fattore tempo.

Nascondila

“Vorrei gridarti una cosa
ma non riesco.
Non posso!
Diciamo che non è nel mio stile!?!?
Anche se è chiaro ormai,
dirti così
è soltanto una copertura per la mia timidezza!
Una splendida copertura!
Una trovata raffinata!
La migliore maschera che potessi inventare!
Una grande fregatura!
Una fottuta fregatura
che m’impedisce di gridarti che ti amo! “

Dal punto di vista metrico e stilistico sono molto “libere”.

Non seguono rime particolari, anzi spesso sono frasi sciolte.

Sono presenti similitudini, metafore, tante anafore e allitterazioni che conferiscono musicalità alle composizioni.

La punteggiatura è molto usata, i tanti punti esclamativi contribuiscono ad accrescere il phatos e ad immergersi nei pensieri dell’autore.

Ho trovato la raccolta di poesie molto incisiva, le mie preferite sono state “Ciao” e “Dammi un istante”.

Consiglio la lettura a tutti coloro che s’interrogano sui temi sopracitati e a coloro che sono curiosi di scoprire la poesia.

 

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