(Int)Review Tour “Devora” di Franco Buso

Hola readers! Oggi ho il piacere di dare il via a un nuovo evento targato La Gilda delle Blogger! Si tratta di un (Int)Review Tour per “Devora” un romanzo storico di Franco Buso.
Che cos’è un
 (Int)Review Tour? Che cosa ci siamo inventati questa volta? Beh, se lo abbiamo proprio inventato non lo so, ma abbiamo pensato di fare qualcosa di leggermente diverso dal solito Review Tour; quell’INT sta per Interview, perché alla fine di ogni recensione i blog pubblicheranno qualche risposta dell’intervista fatta all’autore!
Speriamo che l’idea vi piaccia! E ora cominciamo!

Prodotto fornito dall’ufficio stampa di Scrittura a tutto tondo.

SINOSSI
Parigi, 1314. Presso la cattedrale di Notre-Dame è allestita una pira e la folla si accalca, bramosa di assistere allo spettacolo: l’ultimo Maestro dei Cavalieri Templari sta per essere mandato al rogo. L’uomo sale sulla legna accatastata, il boia appicca il fuoco, le fiamme si levano. Ma un istante prima che lo avvolgano, il Maestro lancia una fiera invettiva contro il re Filippo IV il Bello, che ha voluto la sua fine. E una cupa profezia: il destino del sovrano è segnato, così come quello del papa e della stessa Chiesa, che tra settecento anni cesserà di esistere.

La folla è sbigottita. Solo una ragazza dai magnifici occhi color oro sembra credere per prima alle parole del Templare. Quella ragazza, che osserva il rogo silenziosa, ha il dono della chiaroveggenza.

Tutto era iniziato molto prima della sua nascita, quando sua madre, nata in Palestina, era rimasta orfana a seguito dello sterminio della sua famiglia da parte dei Mamelucchi. Ed era stata punta da uno scorpione del deserto, il cui veleno è in grado di compiere miracoli…

In un affascinante romanzo, i cui protagonisti sono legati da fili invisibili sempre più connessi, il viaggio di due donne eccezionali attraverso luoghi remoti ed epoche lontane. Ma più vicine di quanto non si creda: il gran finale vi lascerà senza fiato.

La storia narrata in questo libro è di per sé affascinante! All’inizio veniamo catapultati nel 1314 e assistiamo alla morte sul rogo del Gran Maestro dei Templari, Jacques de Molay, ma non prima che questi riesca a “lanciare una maledizione” contro gli artefici della sorte toccata ai templari. Una ragazza assiste a tutto e crede ciecamente alle parole dell’uomo. Il suo nome è Devora. 

Dopo questo prologo, veniamo portati parecchi anni indietro, nel 1288 in Palestina, dove assistiamo alla miracolosa fortuna di Miriam, che si salva durante un incendio che stermina la sua famiglia. Scossa, viene accolta dalla famiglia di Tabita e Eleàzar e iniziano il viaggio verso Acri. Durante il viaggio Miriam inizia a legarsi alla figlia dei due, Jochebed, che nel corso degli anni diventerà per lei una vera e propria sorella. Ma un’altra cosa succede durante il viaggio: siccome la sfiga non è mai troppa, Miriam viene punta da uno scorpione giallo, altamente velenoso. Di nuovo, miracolosamente, si salva, ma i suoi occhi cambiano colore, da marroni diventano gialli. 

Ad Acri fa la conoscenza di Jacques de Molay, figura che diventerà sempre più importante per lei nel corso degli anni. E durante questi anni capirà che c’è qualcosa di strano in lei: a volte riesce a predire cose che devono ancora succedere. Non è la sola ad accorgersene, anche se gli altri non sempre ne fanno parola esplicitamente. Che sia dovuto al veleno dello scorpione giallo?

Il libro è molto lungo e denso di avvenimenti, come sempre in questi casi il rischio di spoiler è dietro l’angolo e vorrei evitare questa eventualità. Attenendomi un pochino alla trama fornita dall’autore, mi sento di sbilanciarmi fino a dire che, dopo anni di vicissitudini e visioni che nemmeno Miriam a volte vorrebbe vedere, mette al mondo sua figlia, Devora, anche lei con il dono della chiaroveggenza che, a quanto pare, si trasmette da madre in figlia, ma le sorprese riguardo questo scorpione non sono di certo finite! Sarà un’amica a Parigi a illuminare le due donne circa i vasti poteri che questo veleno può portare. Fino ad allora… dovrete rimanere con la curiosità! 

Quella ragazzina aveva dentro di sé qualche cosa che lei non avrebbe saputo definire senza chiamare in causa poteri taumaturgici; e come cristiana, non poteva. 

Nel corso del libro, spesso la nostra attenzione viene sballottata tra le vicende che riguardano Miriam e il futuro, quello in cui si avvicina sempre di più il la fine dell’ordine dei Templari. 
Per quanto riguarda Miriam, abbiamo modo di conoscerla da tutti i punti di vista, prima bambina e poi donna, perché gli anni della sua vita vengono narrati piuttosto dettagliatamente; è un percorso che la porta da essere una bambina curiosa e molto intuitiva a una ragazza coraggiosa, pronta a imbracare una spada per difendere il suo ideale di giustizia, a, infine, una donna molto saggia, pronta a tutto per la figlia e per provare a salvare le persone che ama. 

Sono molti i viaggi che la portano ad essere com’è, tantissimi gli incontri di cui possiamo leggere nel corso del libro. Le vicende storiche poi, la portano a farsi domande sulla realtà presente… diciamo che non è la classica pecora che segue il gregge

Miriam non si limitava a ubbidire passivamente: si poneva domande e faceva le sue riflessioni. Proprio quella che la Chiesa ufficiale non voleva.

La figura di Devora, purtroppo, la conosciamo parecchio in là nel libro, nonostante questo porti il suo nome come titolo. Proprio per questo posso dire poco di lei… ah, maledetto rischio spoiler… 
Posso dirvi che è una ragazza che, proprio come la madre, ha un forte senso di giustizia e sacrificio. È forse il personaggio che mi è piaciuto di più. Non avrà un ruolo banale, anzi, sarà fondamentale per molto, moltissimo tempo. Peccato che comunque tutta questa seconda parte sia stata sviluppata molto frettolosamente, soprattutto se paragonata alla prima. Peccato davvero. 

È un libro in cui si possono ritrovare parecchi temi come l’amicizia, l’amore, la religione, la magia. 
Ho molto apprezzato l’abilità dell’autore nell’incastrare le vicende con personaggi realmente esistiti anche dopo questo periodo.

Purtroppo ho trovato il libro parecchio dettagliato dal punto di vista storico e non solo. Essendo un romanzo storico ci sta, ma per i miei gusti le descrizioni sono veramente troppo abbondanti e mi è spiaciuto che l’entrata in scena di Devora sia stata tardata così tanto.
Anche il ruolo che gioca la donna in un periodo storico come quello a cavallo tra il XIII-XIV secolo mi è parso parecchio inverosimile, così come alcuni episodi di cui non posso parlare senza rischiare il solito brutto spoiler. 

Inoltre, ho purtroppo riscontrato qualche inesattezza a livello storico. Non sono una grande appassionata, ma alcuni particolari mi sono saltati all’occhio, come la menzione delle impronte digitali nel XIII secolo e il fatto che a Venezia, Miriam abbia potuto vedere il ponte di Rialto circa 200 anni prima della sua effettiva costruzione… Ecco, magari consiglierei una revisione sotto questo punto di vista, perché fondamentalmente la storia è parecchio interessante e se fosse stata sviluppata in un altro modo, bilanciando meglio le due parti narrative, avrebbe potuto esserlo ancora di più. 
Sicuramente consiglio il libro a chi non dispiace qualche descrizione in più.

Voto

Intervista

Eccoci arrivati al momento dell’intervista!

Buongiorno Franco, grazie per esserti reso disponibile a rispondere a qualche nostra domanda! Intanto ci racconteresti qualcosa di te? Com’è nata la passione per la scrittura, da quanto scrivi e com’è nata l’idea di “Devora”?

Il primo racconto l’ho scritto nel 1979 dopo un lungo viaggio in Gran Bretagna e Irlanda, e mi era stato ispirato dal sito megalitico di Stonehenge. Poi ne ho scritti altri di varia natura – anche storielle molto leggere – spesso con intervalli di qualche anno. Alcuni li conservo tuttora mentre altri sono andati perduti. Anche “Devora” nelle intenzioni doveva essere un racconto breve, ma dopo aver iniziato a scrivere le idee fioccavano in abbondanza, così ho proseguito fino a farne un romanzo. L’idea era nata dalla tesi di laurea in Giurisprudenza di mia figlia Irene, che analizzava da un punto di vista giuridico il processo all’ultimo Maestro dei Templari, Jacques de Molay. In quel contesto ho calato la mia storia di fantasia, che di fatto si è sviluppata e scritta da sola pagina dopo pagina.

Cosa vorresti trasmettere con il tuo libro? A che tipo di lettore lo consiglieresti?

Da parte mia non c’è alcuna pretesa di trasmettere messaggi subliminali né di scoprire nuove verità storiche. Anzi, in qualche caso la Storia l’ho palesemente falsata (a fine romanzo ho inserito una nota che evidenzia questi falsi in caso di dubbio) per arricchire la vicenda di fascino e imprevedibilità, col proposito di coinvolgere il lettore e tenerlo incollato alla pagina. Se ci sono riuscito sarà il lettore stesso a dirmelo… E’ chiaro, tuttavia, che dai dialoghi, dalle riflessioni dei personaggi e dal loro modo di affrontare via via le situazioni, traspaiono le mie idee personali. Ma ciò credo che sia naturale, senza alcuna volontà di lanciare pistolotti morali.
“Devora” è un romanzo di fantasia, con note di mistero, soprannaturale ed esoterismo, collocato in una precisa cornice storica. Il lettore ideale è quello che ama questa mescolanza di caratteristiche; la lettura è facile a qualunque livello e non richiede affatto particolari conoscenze di base.

 

Non perdetevi le altre tappe di questo (Int)Review Tour con le recensioni degli altri blog e le altre risposte alle domande che abbiamo fatto all’autore!

 

 

 

 

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