Hola readers! Lo scorso 18 gennaio è uscito “Fino a toccare il fondo” di Teodora Kostova, edito da Quixote Translation, traduzione a cura di Elena Turi. Si tratta di un QLGBT e potete trovarlo QUI.
Materiale fornito dalla casa editrice a fini promozionali.
Sono un figlio, un fratello, un amico.
Uno scrittore.
Un tossicodipendente.
Morto.
Un arresto cardiaco non è bastato a uccidermi del tutto, però. I dottori mi hanno riportato in vita, ma a quale scopo?
Ho ventiquattro anni e ho già ottenuto quello che la maggior parte della gente conquista nel corso di una vita intera. Sono un autore di successo, il proprietario di un appartamento nel cuore di Londra, e guido l’auto sportiva dei miei sogni.
O almeno, questo è quello che vedono gli altri.
Quando si spengono i riflettori, rimango da solo con la mia mente iperattiva, e alcol e droghe sono l’unico modo che conosco per abbassare il suo volume.
Finché un’overdose quasi non mi uccide e trascina tutto quello che amo giù nel baratro con me.
Con l’aiuto del mio migliore amico, mi lascio alle spalle Londra e la sua influenza malsana, e mi trasferisco in una cittadina nella periferia di Cambridge, nel tentativo di rimettere insieme i pezzi della mia vita.
Se solo fosse così facile.
L’autrice
Ciao, mi chiamo Teodora e vivo a Londra con mio marito e mio figlio. Scrivo da quando riesco a
ricordare, ma ho iniziato a farlo per lavoro nel 2010, quando ho deciso che tutto il resto mi annoiava
a morte e che dovevo fare quello che avevo sempre voluto fare ma a cui non avevo mai avuto il
coraggio di dedicarmi totalmente. Ho fatto la giornalista, l’editor, l’assistente personale e
l’arredatrice d’interni, tra le molte altre cose, ma appena il fascino della novità di queste professioni
nuove ed eccitanti svaniva, tornavo sempre alla scrittura. Essere nervosa, impaziente, rumorosa e
frettolosa non sono qualità che aiutano quando si fa lo scrittore, perché devo sedermi da sola,
possibilmente rimanendo immobile, e scrivere per la maggior parte della giornata, ma nonostante
tutto adoro follemente questo lavoro. I momenti in cui scrivo sono gli unici in cui mi sento davvero
in pace e questa è l’unica attività che riesco a portare avanti per più di dieci minuti alla volta, visto
che perfino mio figlio ha una curva dell’attenzione più lunga della mia.
Quando non sono intenta a procrastinare, mi piace andare in palestra, cucinare cibo italiano (e
mangiarlo), leggere, ascoltare musica rock e guardare film indipendenti e repliche di True Blood. O,
nei casi peggiori, farmi battere a ogni gioco della Nintendo Wii da un ragazzino molto ingegnoso.