Buonsalve, è Alexandra che vi parla!
Sono tornata per parlarvi di Per lanciarsi dalle stelle di Chiara Parenti, edito dalla Garzanti. Un romanzo che mi ha colpito particolarmente per la potenza del suo messaggio. Curiosi? Non vi resta che leggere!
Prodotto fornito dalla casa editrice per una recensione.
Sole è una ragazza di venticinque anni come tante, ordinaria e timida. Vive la sua routine pacifica e normale, senza mai uscire dalla sua comfort-zone. Legge sempre gli stessi romanzi, mangia la solita insalata insipida ma sana e sicura, non ha mai preso un aereo ed è felice così. O almeno crede di esserlo.
Stella è la sua migliore amica. Una sognatrice, una giovane donna piena di vita e di luce. Brilla in modo prorompente proprio come suggerisce il suo nome. È una cometa che illumina il buio della notte e permette a Sole di distinguere la via. Stella è vita. Innamorata di Andras, un circense parigino, vive a Parigi la sua vie en rose.
Prima dell’estate, Stella torna nel paese in cui è nata e cresciuta per dare a Sole una notizia importante e per chiederle di andare a Parigi nel weekend. Sole rifiuta perché lei non ha mai preso un aereo e non ha intenzione di farlo. Litigano, e Stella torna a Parigi.
Ed è così che Sole rimarrà senza la sua Stella. Le tenebre che l’avvolgeranno saranno le più spaventose di tutta la sua intera esistenza.
Per onorare la sua migliore amica, decide di dare una svolta alla sua quotidianità e di stilare una personale lista di cento paure da affrontare in cento giorni.
«E sai come si vince la paura? Facendo proprio quello di cui si ha paura! Mettiti alla prova, ti sorprenderai tu stessa di quello che sei in grado di fare. Non dimenticare il mantra: “Fai almeno una volta al giorno una cosa che ti spaventi!” e vedrai che più cose fai e più trovi la forza per farne altre. Sono poche le cose che abbiamo davvero ragione di temere, credimi.»
Riuscirà Sole a brillare anche senza la sua Stella?
Ci sono tantissime cose che vorrei dire su questo romanzo. Prima di tutto, è una storia di formazione. Sole non è un personaggio statico, perché quei cento giorni saranno provvidenziali per la sua crescita interiore e il personaggio che vediamo all’inizio non è lo stesso della fine del romanzo.
Affrontando le sue paure, la sua vera essenza emerge giorno dopo giorno e lei stessa si riscopre coraggiosa, piena di luce, pronta a illuminare il cielo terso. In quei cento giorni fatti di paure e di vita, Sole scopre chi è. Lei non è Elizabeth Bennet come crede, ma è l’eroina della sua storia.
“E allora proprio qui e ora decido che voglio vivere così, spettinata, imperfetta, con l’anima che mi esplode di vita.”
Ci sono diversi personaggi che la accompagnano nella sua crescita, ma due sono degni di nota perché rappresentano la frattura tra la vecchia e la nuova sé. Il primo è Massimo, il fratello di Stella per il quale Sole ha una cotta fin da ragazzina, il secondo è Samuele (in assoluto il mio personaggio preferito), un pittore affascinante.
Massimo non è un personaggio che ho apprezzato per via della sua rigidità e penso che la differenza tra lui e Samuele sia proprio voluta dall’autrice per sottolineare la maturazione della protagonista, ciò che desiderava prima (la vecchia Sole) e ciò che invece desidera ora (la nuova Sole). Non solo, Massimo rappresenta il sogno, l’idea dell’amore e l’ancora per il passato; Samuele, viceversa, è la realtà, il presente e il futuro.
Il messaggio che l’autrice veicola in Per lanciarsi dalle stelle è importantissimo ed è ciò che mi ha permesso di apprezzare molto l’intero romanzo. Chi di noi non ha mai rinunciato a qualcosa per la paura? La paura ci paralizza, ci condiziona nel profondo e, spesso, non ci permette di vivere appieno. Dovremmo abbattere il muro della paura e iniziare ad armarci di coraggio.
Mi è piaciuto davvero tanto, perché mi sono identificata in Sole e nella sua mania di avere tutto sotto controllo. Mi sono fermata a riflettere, a pensare che la vita è troppo breve e inaspettata per lasciarmi bloccare dal terrore. Penso che chiunque possa rivedersi in lei.
Alcune cose non mi hanno permesso di dare il voto massimo. In primo luogo, i personaggi non fanno altro che scrollare le spalle e aggrottare le sopracciglia. Sono minuzie, è vero, però ogni dialogo è dominato da queste due azioni e penso che con un po’ di accortezza si sarebbe potuta evitare la ripetizione.
In secondo luogo, la storia è sì bellissima ma anche molto inverosimile. Rimane appunto un romanzo, qualcosa di irrealizzabile.
Consiglio Per lanciarsi dalle stelle a chi vuole leggere finalmente una storia con un messaggio importante, a chi vuole riflettere, soffrire e gioire per un lieto fine.
Voto per Per lanciarsi dalle stelle
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