“L’invitato” di Massimiliano Alberti – Recensione

Buongiorno readers! Oggi vi parlo de L’invitato di Massimiliano Alberti, una narrativa contemporanea edito da Infinito Edizioni. 

Prodotto fornito dall’autore ai fini di una recensione. 

L'invitato - Trama
cover linvitatoTre amici, quelli di sempre. Leo, Kevin e Tom. Dopo anni di scorribande nella sonnolenta Trieste, la loro città, si separano per poi ritrovarsi a Vienna. Qui è Tom a convocare Leo – vero protagonista del libro – e Kevin, per coinvolgerli nel progetto di una galleria dedicata alla Pop Art. Ma, in un susseguirsi di colpi di scena e di innamoramenti, tra alcol, eccessi e grame figure, sempre sul filo dell’autoironia, devono via via fare i conti con le loro differenze caratteriali e con una stridente diversità di aspettative. Un disilluso affresco della nostra società in una Vienna che fa da cornice classica a uno stile… del tutto Pop.

Grazie all’antefatto scopriamo un po’ chi sono i protagonisti in prima battuta, o meglio gli amici del protagonista dal cui punto di vista vengono narrate le vicende, Leonardo.

Leo, Tom e Kevin sono amici da molti anni, tutto il paese li conosceva, potete quindi intuire quanto fossero tranquilli! Crescendo, le loro strade si sono divise, ma non l’amicizia che li lega, nonostante gli alti e bassi che questa ha subito nel corso degli anni. 
L’occasione di ritrovarsi nasce quando Tom, trasferitosi a Vienna, invita gli altri due per aiutarlo nell’inaugurazione di una galleria d’arte dedicata alla Pop Art.

Una volta lì, il carattere non proprio facile dei tre amici, porterà i protagonisti a scontrarsi più di una volta; anche il fatto che Leo e Kevin si ritrovino in un mondo ben diverso da quello a cui erano abituati: dover interagire e intrattenere alcuni dei più noti volti della società viennese non è semplice, soprattutto se questi appartengono a persone un po’ snob, se mi passate il termine, che si credono superiori agli altri e per questo non mancano di parlare in maniera poco carina degli italiani e in particolare delle doti di Leonardo.
Leonardo, che non ha un bel carattere, non prenderà bene queste offese, dando il via a un effetto domino di figuracce, eccessi, parole sbagliate dette al momento sbagliato che non mancheranno di metterlo nei guai.

Ma non pensate che manchi qualcosa? Certo, l’amore. Leo si innamora ma non è corrisposto e, anzi, innamorandosi della ragazza “sbagliata” il rapporto tra lui e i suoi amici si fa un po’ teso. Riusciranno a superare ogni cosa e a confermare quell’amicizia che li lega?

Direi che i fili conduttori de L’invitato sono l’arte e l’amicizia che legano questo terzetto di ragazzi. In ogni capitolo vengono fuori, anche con sfaccettature diverse. Ho scritto fili conduttori perché in realtà di temi ce ne sono altri, come i cattivi atteggiamenti usati a mo’ di protezione verso il mondo. Leonardo non è il classico personaggio dei libri, l’autore è decisamente andato controcorrente descrivendolo come una specie di antagonista: è ironico, presuntuoso e arrogante per non parlare del suo cinismo. Lo ammetto, questo tipo di protagonista mi ha spiazzata, non ero pronta a una cosa simile, ma ha reso la lettura un po’ più intrigante. 

Tom è un uomo severo, all’apparenza antipatico, che ama comandare e ha una pessima reputazione delle donne. Purtroppo ha anche il vizio di ignorare le opinioni di Kevin nei momenti di acceso batti e ribatti che intercorrono tra lui e Leo.

«… la Pop Art in un certo senso siamo noi».
«Quale ne sarebbe la ragione?» […]
«— Quella per la quale siamo ossessionati dal materialismo e dal piacere di associare gli oggetti a una certa persona rendendoli parte integrante della nostra esistenza, del nostro carattere e della nostra personalità».

Kevin è forse un po’ snobbato dagli altri, potrebbe sembrare il più debole dei tre caratterialmente, ma non è così e durante la lettura ce ne possiamo rendere ben conto. 

Lo stile è un po’ “contorto”, ricercato, sicuramente molto studiato ma a causa del quale ho fatto un po’ di fatica in alcuni punti. Per me che non sono abituata a uno stile simile, la lettura è risultata poco scorrevole purtroppo; anche per quanto riguarda le descrizioni, non tanto quelle dei paesaggi, che sono ben fatte, ma quelle riguardanti gli altri personaggi, le feste ecc: le ho trovate davvero un po’ esagerate purtroppo. 

Consigliato a chi cerca un romanzo diverso dal solito, interessante per i temi e dal quale traspare l’amore che l’autore ha per l’arte. 

Voto de L’invitato

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