“Solo uno stupido sabato sera” di L. Puggioni – Recensione

Buon giorno readers! La settimana inizia con la recensione di Lisbeth di “Solo uno stupido sabato sera” di Luca Puggioni, edito da Scatole Parlanti!.

Prodotto fornito dalla casa editrice ai fini di una recensione.

Solo uno stupido sabato sera - Trama
Cover Solo uno stupido sabato seraIn un anonimo pub, un ragazzo confessa a un amico di aver ricevuto un’imbarazzante somma di denaro – senza un valido motivo – dalla Ranedo, una delle più grosse aziende informatiche della nazione. Dietro questa misteriosa operazione si cela un uomo che uccide con nonchalance ma sempre con la battuta pronta, in grado di uscire illeso da situazioni disperate e tuttavia incapace di fare a meno del farmaco che lo tiene in vita. A ripulirne i disastri è Sofia, la sua ex moglie, intrappolata in una vita passata con una persona che non ama più. A versare benzina sul fuoco, invece, è Nikolaj, potente e spietato come l’uomo della Ranedo, così simile a lui che il loro incontro accende una miccia destinata a sconvolgere, o meglio, distruggere, tutto ciò che li circonda. “Solo uno stupido sabato sera” è un romanzo pulp, un percorso disseminato di omicidi assolutamente non necessari e motivazioni apparentemente inesistenti in un’intensa fuga dal logorio della noia.

La definizione di noia: così poco da fare e così tanto tempo per farlo.
Manfred Wheidorn

Solo uno stupido sabato sera parla di due fratelli che hanno prolungato la loro vita su questa terra più della durata naturale di qualsiasi essere umano.

“Andrej e Nikolaj, due gemelli nati tra il Settecento e l’Ottocento nell’Est Europa.”

Due fratelli legati non solo dal sangue, ma da un malessere che rende le loro giornate vuote e incomplete.
La noia attanaglia le vite dei due e li porta a commettere azioni “spiacevoli” solo per il gusto di mettere un po’ di pepe nelle loro vite, piene di lusso e agi.

Il romanzo si apre con una coppia di amici al pub, Luca e Flavio; i due dialogano di una somma ingente che uno dei due avrebbe ottenuto tramite Internet senza fare nulla.
Una telefonata darà poi il via a una serie di omicidi a catena che a mio parere rendono il sicario, che altri non è che il vero protagonista del libro, divertente e sarcastico ogni volta che incontra un personaggio creato per noi dallo scrittore.
Un sicario prigioniero della propria longevità e che gli impedisce di essere libero.
Come spiegare al mondo la tua vera natura?

«Non ti piace perché ti ricorda la tua… la nostra debolezza. Invece a me piace ricordare che sto morendo. Gli umani, che di solito vivono meno di un secolo, tendono a dimenticarlo, figurati noi…».

Lo scrittore nasconde la noia in modo egregio, la tesse in ogni frase che fa pronunciare al protagonista, ne circonda ogni situazione, ma non la palesa mai in modo clamoroso.

Un giallo in cui il vero colpevole non è il protagonista ma uno stato d’animo.
Un giallo tragico che non potete non leggere.

Buona lettura,
Lisbeth

Voto per Solo uno stupido sabato sera

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