Review Party “La Corte di Rose e Spine” di Sarah J. Maas

Buongiorno readers! È da poco finito il BT di questo libro, ed ecco che siamo pronti con il Review Party, sempre organizzato da La Gilda delle Blogger.
“La Corte di Rose e Spine” di Sarah J. Maas è un retelling del famoso film d’animazione Disney “La Bella e la bestia”, arrivato in Italia grazie alla Mondadori, che ringrazio per avermelo fornito.

Appena ho sentito le parole retelling La Bella e la bestia ammetto di aver iniziato a girare per casa con gli occhi a cuoricino! È un libro che mi è piaciuto moltissimo e sono contenta di potervene parlare. 

SINOSSI
«Un paio di occhi dorati brillavano nella boscaglia accanto a me. La foresta era silenziosa. Il vento non soffiava più. Persino la neve aveva smesso di scendere. Quel lupo era enorme. Il petto mi si strinse fino a farmi male. E in quell’istante mi resi conto che la mia vita dipendeva da una sola domanda: era solo? Afferrai l’arco e tirai indietro la corda. Non potevo permettermi di mancarlo. Non quando avevo una sola freccia con me.»
Una volta tornata al suo villaggio dopo aver ucciso quel lupo spaventoso, però, la diciannovenne Feyre riceve la visita di una creatura bestiale che irrompe a casa sua per chiederle conto di ciò che ha appena fatto. L’animale che ha ucciso, infatti, non era un lupo comune ma un Fae e secondo la legge «ogni attacco ingiustificato da parte di un umano a un essere fatato può essere ripagato solo con una vita umana in cambio. Una vita per una vita».
Ma non è la morte il destino di Feyre, bensì l’allontanamento dalla sua famiglia, dal suo villaggio, dal mondo degli umani, per finire nel Regno di Prythian, una terra magica e ingannevole di cui fino a quel momento aveva solamente sentito raccontare nelle leggende. Qui Feyre sarà libera di muoversi ma non di tornare a casa, e vivrà nel castello del suo rapitore, Tamlin, che, come ben presto scoprirà la ragazza, non è un animale mostruoso ma un essere immortale, costretto a nascondere il proprio volto dietro a una maschera. Una creatura nei confronti della quale, dopo la fredda ostilità iniziale, e nonostante i rischi che questo comporta, Feyre inizierà a provare un interesse via via più forte che si trasformerà ben presto in una passione dirompente.

Quando poi un’ombra antica si allungherà minacciosa sul regno fatato, la ragazza si troverà di fronte a un bivio drammatico. Se non dovesse trovare il modo di fermarla, sancirà la condanna di Tamlin e del suo mondo…

Feyre è una ragazza di diciannove anni che vive con il padre e le due sorelle in un povero e freddo cottage. Per colpa di alcune azzardate scelte del padre, da qualche anno vivono in una quasi totale povertà. Questo, insieme al “disinteresse” da parte del resto della famiglia, la spinge già da giovane a iniziarsi all’arte della sopravvivenza. Sono molti anni che va a cacciare per poter sfamare la propria famiglia.

Il libro e le sue avventure hanno inizio proprio con una battuta di caccia. A causa di un inverno rigido è costretta ad addentrarsi di molto nel bosco per cercare del cibo. È un luogo pericoloso non solo per via della sua natura, ma perché è l’unica cosa che separa il Regno Mortale dal Muro e quindi dal Regno dei Fae. 

Un paio di occhi dorati brillavano nella boscaglia accanto a me. La foresta era silenziosa. Il vento non soffiava più. Persino la neve aveva smesso di scendere. Quel lupo era enorme.

Già, sfiga vuole che oltre al cervo, grazie al quale può garantire un po’ di sostentamento alla famiglia, si trovi davanti a un lupo enorme. Ma è solo un lupo oppure un Fae? Non lo sa, ma costretta a prendere in fretta una decisione, lo uccide. 

I suoi sospetti circa l’aver ucciso in realtà un Fae trovano conferma la sera dopo, quando al cottage si presenta una bestia enorme, in cerca dell’assassino del suo amico. Fayre confessa e, per salvare la vita a se stessa e alla sua famiglia, decide di seguirla nel regno oltre il muro, dove sarà costretta a vivere per sempre per saldare il debito voluto dal Trattato in caso di uccisione di un Fae.

«Una vita per una vita. Qualunque attacco ingiustificato da parte di un umano a un membro della nostra razza può essere ripagato solo con una vita umana in cambio».

Dopo almeno due giorni a cavallo per arrivare nella Corte di Primavera, che la nostra protagonista passa a dormire grazie alla magia del Fae, arrivano a destinazione. 

Non avevo mai visto nulla del genere; persino la nostra villa non reggeva il confronto. Quella davanti a me era ricoperta di rose ed edera con diversi patii e balconi e scale che spuntavano dai lati in alabastro.

Beh, una bella prigione dorata sicuramente, nel bel mezzo del verde, dei suoni e dei colori tipici di una primavera perenne. La casa è un insieme di eleganza, ricchezza e raffinatezza. Insomma, ci sono luoghi peggiori in cui vivere, dai!

All’inizio non è per niente accondiscendete verso alcun tipo di richiesta (e vorrei ben vedere!), anzi, è alla continua ricerca di una scappatoia dal Trattato.

Dopo poco dal suo arrivo scopre che la bestia non è un semplice Fae minore, perché si trasforma, assume una forma umana. È un Fae Maggiore e il suo nome è Tamlin. Anche Lucien, il suo emissario, è un Fae maggiore. Hanno una particolarità però: tutti e due – come tutti gli abitanti della Corte di Primavera – portano una maschera, segno di una vecchia maledizione di cui scopriremo tutte le sfaccettature poco per volta!

Feyre scopre che Tamlin non è l’essere crudele che credeva, anzi, è gentile, dedito al suo ruolo si prende cura degli abitanti della sua corte e anche di Feyre. Non la tiene come una prigioniera o come una schiava e questo lascia perplessa la ragazza. È molto corretto e non ha quasi per niente quei comportamenti da bestia che potremmo aspettarci

«Perché dovrei beffarmi di te per un difetto di cui non hai colpa? Accetta il mio aiuto. Sono in debito con te per la mano.»

Però non pensiate che sia semplice in quadrarlo, anzi, la maschera che è condannato a portare cela altro oltre al viso. 

Il rapporto con Lucien all’inizio è molto burrascoso, lei ha ucciso un suo amico e non la vede di buon occhio, ma le decisioni del suo signore non si discutono.
Inizialmente Feyre cerca di sfruttarlo per trovare una via d’uscita, ma piano piano, molto piano, iniziano a diventare amici. Diventa il suo abituale compagno per le passeggiate a cavallo.
Anche lui è un personaggio complicato: leale, sensibile ma anche coraggioso, pronto a rischiare la vita per il proprio popolo e per una giusta causa. Ha un passato molto difficile ma anche interessante. 

Non dovendo pensare alla sopravvivenza della famiglia e vivendo davvero nella tana del nemico inizia a mettere molte cose in discussione, anzi, praticamente tutto. Un aspetto che ho molto apprezzato. E di certo anche le credenze di Tamlin subiscono un forte scossone

«Non sei come mi aspettavo che fosse un’umana»

Ovviamente, essendo un retelling, la storia è diversa: qua ritroviamo una ragazza che a differenza di Belle non sa né leggere né scrivere, però ama molto dipingere e la Galleria della villa diventa un po’ l’equivalente della biblioteca della famosa favola che in molti hanno amato. In effetti, in alcuni punti, mi è sembrato che i ruoli della bella e della bestia fossero un po’ invertiti e questo mi è piaciuto moltissimo.

Il personaggio di Feyre è molto approfondito. Non è una fredda ragazza dal cuore di ghiaccio e il peso delle sue azioni è molto oneroso. In fondo, è dovuta crescere molto in fretta e farsi carico di responsabilità così gravi che nessun bambino dovrebbe avere. Questo, ma non solo, la porta anche ad avere un rapporto controverso sia con il padre che con le due sorelle maggiori, Nesta ed Eilan, tratteggiate in modo particolare, e anche se all’inizio ho provato una seria antipatia per Nesta, alla fine mi sono dovuta ricredere e spero che il suo personaggio abbia un rilievo maggiore nei prossimi libri!

Questo libro non racconta solo una semplice storia d’amore, non mancano le emozioni forti, ma nemmeno l’azione! Anzi, ho molto apprezzato l’ultimo terzo del libro in cui fa anche la sua comparsa uno dei cattivi, Rhysand, di cui, lo ammetto, mi sono innamorata 😅. È un personaggio che mi ha incuriosita parecchio e spero di poter leggere molto di più anche per quanto riguarda lui nei prossimi libri, soprattutto dopo la sua reazione finale nei confronti di Feyre!

Tutto ciò che avevo desiderato, che avevo osato bramare era una vita tranquilla, facile. Niente di più. Nulla di straordinario.

Per quando riguarda la narrazione, devo dire che l’autrice ha uno stile che mi ha rapita fin da subito, nonostante sia, almeno all’inizio, un po’ troppo ripetitiva. Feyre continua a ripetere, in un modo piuttosto che in un altro, quanto sia povera, quanto faccia freddo nel bosco ecc. Ok, dopo la terza volta, però, credo che il concetto sia entrato bene in testa… 

Una pecca che ho trovato è la totale mancanza di ubicazione geografica e temporale. A parte il Regno dei Fae, in effetti caratterizzato molto bene, non sappiamo esattamente dove ci troviamo. Del Regno Mortale conosciamo solo il villaggio come Il Villaggio, appunto; sappiamo che oltre il mare ci sono sono altre terre, ma stop. In particolare, si fa menzione di una città Bharat, antico nome per indicare l’India nel XX secolo a.C. circa. Ma oltre a queste indicazioni, non così esplicite e di immediata comprensione tra l’altro, non sappiamo molto. 

in caso voleste approfondire i luoghi narrati in questa storia, ecco il link della mia tappa per il Blog Tour. Mi sono dedicata proprio a questo e ho creato anche un video di presentazione che spero vi piaccia!

Ho trovato anche qualche imprecisione nel testo, ma onestamente il libro mi è piaciuto talmente tanto che sono passata avanti. 

Devo ammettere che penso che sia uno dei libri più belli degli ultimi tempi su questo genere. Non me lo aspettavo e ne sono rimasta piacevolmente colpita. Lo consiglio molto volentieri!

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