“The Failing hours” di Sara Ney – Recensione

Buongiorno, ecco la recensione di The Failing hours, il secondo volume della serie How to date a douchebag di Sara Ney, edito in Italia grazie alla Hope Edizioni. 

Prodotto fornito dalla casa editrice ai fini di una recensione. 

The failing hours - Trama
Cover The failing hoursZeke Daniels non è solo un cretino; è proprio uno stronzo, un idiota totale.
Zeke tiene le persone a distanza. Non ha alcun interesse per le relazioni – come la maggior parte degli stronzi.
Frequentare qualcuno? Essere in una coppia? No. Non è roba per lui.
Non ha mai nemmeno pensato a cosa vorrebbe in una ragazza, perché non ha mai avuto alcuna intenzione di averne una.
Diavolo, ha a malapena una relazione con la sua famiglia, e sono imparentati; non piace nemmeno ai suoi stessi amici.
Quindi perché continua a pensare a Violet DeLuca?
La dolce e tranquilla Violet – il contrario di lui in ogni senso.
La luce contro la sua oscurità, anche il suo dannato nome richiama alla mente i raggi del sole, la gioia e stronzate del genere.
E anche questo lo fa incazzare.

Ringrazio la Hope Edizioni che mi ha permesso di leggere in anteprima il secondo volume della serie di Sara Ney, la quale vede come protagonisti Zeke Daniels e Violet. Lui è uno studente giocatore di wrestling, lei la sua tutor.

Violet, la prima volta che lo vede, resta intimidita dalla sua figura massiccia, dal suo sguardo e tutto ciò che promette – cioè niente di buono. Avranno modo di rincontrarsi al supermercato, dove lei sarà in compagnia di Summer, la ragazzina a cui fa da babysitter, che è momentaneamente sfuggita dal suo controllo e dal suo campo visivo.
Soltanto la terza volta che si vedranno avranno modo di presentarsi, in biblioteca, dove avranno inizio le lezioni di tutoraggio.

“È il momento di prendere una decisione. Mi sottometterò a lui per il bene del mio lavoro? Lascerò che mini il rispetto che ho di me stessa per quei pochi soldi che mi porterà il tutoraggio? Mi obbligherò a star seduta per le innumerevoli ore che serviranno per aiutarlo a passare un corso?”

Zeke sta antipatico a tutti, persino ai suoi amici, è sempre scontroso e maleducato, in ogni sua frase c’è spesso una parolaccia.

“«No. È solo un perfido scherzo del karma. I miei genitori devono aver saputo fin dall’inizio che sarei stato un peccatore… per quello mi hanno dato il nome di ben due libri della Bibbia. Dio sa che non sono un santo».”

Il suo coach, per cercare di metterlo in riga, lo inserirà nel programma di Big Brothers. Dovrà occuparsi per un certo numero di ore a settimana di un bambino senza padre, con la madre che lavora molto per mantenerlo e non ha tempo per occuparsene.

Violet darà molti consigli a Zake su come trascorrere del tempo insieme a Kyle il suo fratellino affidatogli.

Kyle e Summer diventeranno amici, mentre che ne sarà di Zake e Violet?
I due hanno molto in comune, mentre per altro sono differenti come il giorno e la notte: Violet ha perso i genitori a quattro anni, mentre Zeke ce li ha, ma è come se non ci fossero, sono sempre in viaggio e da piccolo è stato sempre sballottato da un parente all’altro. Violet è povera, Zeke è ricco.

Violet a causa del trauma è diventata balbuziente, è facile capire quando non è a suo agio perché si increspa con le parole.

I capitoli del romanzo sono abbastanza corposi, soprattutto nella prima parte. Secondo la mia opinione ci sono delle ripetizioni delle quali si poteva benissimo fare a meno. 
Mi è risultato strano che personaggi secondari, le coinquiline di Violet, siano spuntate a metà libro.
I discorsi diretti dei bambini li ho trovati un po’ artificiosi per la loro giovanissima età. 

Ho trovato talvolta contrastante il carattere di Violet, soprattutto quando erano a letto, inoltre il loro primo rapporto avviene con il preservativo, mentre nel secondo non viene fatto presente nessun anticoncezionale, non so se sia una cosa voluta o un errore.
Mi fa ridere che Zake faccia una dieta ma la birra però la beve.
I miei occhi hanno notato qualche svista dal punto di vista ortografico.

Vi avviso è un romanzo che contiene pantaloni Kaki, per ben due volte, e io odio nei libri i pantaloni di questo colore, non chiedetemi il perché 😂
È presente linguaggio spinto.

Come nel primo libro, le citazioni all’inizio di ogni capitolo mi hanno fatto sorridere. Tutto sommato è stato un bel romanzo, non quanto il primo, ma pur sempre emozionante.
Mi piacerebbe continuare a leggere questa autrice.

Lo consiglio a tutti coloro che amano il genere romance, compreso qualche cliché, a chi ha amato la storia di Oz e James perché li ritroviamo presenti. 
E vi ricordo che tutto accade per una ragione 🌻

Voto per The failing hours

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