Rare 2018: incontro con le autrici o reunion di contadine frustrate?

Hola readers!

Erano giorni che pensavo di inaugurare una nuova rubrica dedicata ai libri, all’editoria e a tutto ciò che può ricollegarsi ad essi. E quale “gradita” occasione che mi è caduta dal cielo ieri mattina! Altro che spinta ho ricevuto, qua si parla di una vera e propria propulsione intergalattica!

Ordunque mi è capitato sotto agli occhi un articolo de La Repubblica, “Letteratura rosa: per amore, non solo per amore” (← il rosa shocking è voluto!) di tale Paola Zanuttini. Su suddetto articolo mi piacerebbe proprio esprimere il mio modesto parere, sia come blogger (su questo punto ci torno dopo, oooh se ci torno!), che come accanita lettrice da molti anni (sì, signore e signori, anche di romance! Scandaloooooo). 

Detto questo, inizio con il dire…

Non l’avessi mai visto, anzi non l’avessimo mai visto, tempo 10 minuti che si è scatenata l’ennesima rivolta sui social; ennesima, sì, perchè nonostante le polemiche, le discussioni, i dibattiti degli ultimi anni, si cade sempre nello stesso tranello (ricordatevi che errare è umano, ma perseverare è diabolico! E dopo tutti questi anni si inizia a cadere nel ridicolo anche): mancanza di rispetto verso i lettori, che vengono giudicati per i propri gusti, e verso gli autori, additati in maniera disdicevole se osano scrivere scene spinte, se osano mettere nero su bianco i loro desideri... Perché, è solo questo secondo voi? Quindi un autore che affronta temi come il suicidio, la bulimia, il bullismo… desidera passarci? Ma al di là di tutto ciò…

 

Siamo nel 2018! Ma siete davvero ancora fermi a questi taboo!?

Tornando all’oggetto di cotanta fama (e per niente positiva), mi hanno colpito alcuni passaggi, li commenterò piano piano.

In Italia, un libro su cinque, tra quelli venduti, è un romance (il colore è sempre voluto!). Ma da qualche anno, complice Cinquanta sfumature, al sentimento si aggiungono consistenti dosi di sesso.

Ora, parliamoci chiaro: che sia apprezzato oppure no, non è grazie a Cinquanta sfumature se negli ultimi anni le storie romance vengono scritte con l’aggiunta di sesso, più o meno esplicito. Storie di questo tipo ce n’erano anche prima, semplicemente la suddetta trilogia è stata il caso editoriale del suo genere, pertanto da allora si è scritto e acquistato di più. Si cavalca l’onda, si è sempre fatto e sicuramente non solo con questo genere. Un paio di esempi? Twilight (S. Mayer)! Uscito in libreria quello, i cari vecchi scrittori di storie di vampiri messi da parte, che si erano beccati una porta chiusa sul muso o un telefono attaccato in faccia, hanno esultato! Evvivaaaa hanno pubblicato una storia romance di vampiri, andiamo in massa dagli editori e facciamoci pubblicare! Avranno pensato questo? Bah, la certezza non ce l’ho, ma, guarda caso, dopo appena qualche mese, nel reparto fantasy delle librerie si trovavano più libri su vampiri che altro! Fallen e Il bacio dell’angelo caduto (L. Kate e B. Fitzpatricl, risp.), sono usciti praticamente insieme sia nella patria dello zio Sam che qua in Italia ma… sapete cos’è successo? Idem come sopra.

[…] la sinuosa fila di lettrici che attendono di sciamare nello Shareton per riverire una settantina di scrittrici, per lo più americane, assume la forma di una processione, una di quelle processioni dell’italia povera e contadina d’anta (d’altri tempi n.d.r). Le signore e signorine spensierate, ma così devote da affannarsi e sventolarsi quando manca il fiato davanti all’autrice di culto, ricordano in modo commovente le pellegrine che, con la scusa del patrono, del santuario o chissà quale altra scadenza di fede, mollavano casa, famiglia e quotidianità sfiancante per starsene qualche ora per i fatti loro, consumando frivolezze e preghiere con le vicine, le amiche o delle perfette sconosciute.

Anzi, qualcuna sì!

  1. A parte il fatto che mi sembra un paragone oltremodo assurdo (e anche poco rispettoso, un po’ come fossimo delle zombie pronte a venerare le nostre signore e padrone!).
  2. Continua imperterrita con i paragoni poco calzanti… delle pellegrine, eh? Mah, sembra quasi che qua si sia fondata una nuova religione, devota al sesso ovviamente, eh! Ma davvero le decine di persone, centinaia, che vanno a questi eventi, secondo lei, lo fanno per mollare baracca e baracchini per qualche ora? Non siamo più nel medioevo eh, le donne non sono più delle recluse in casa propria, bisognose di una scusa per poter avere qualche ora di svago. Niente, con i paragoni, a mio parere, non raggiunge nemmeno la sufficienza.
  3. Oddio! Ci emozioniamo, ci sventoliamo addirittura ad incontrare un’autrice che ci ha fatto emozionare con la sua storia, ci ha fatto palpitare il cuore (non solo più a sud…). Meglio sventolarsi e diventare balbuzienti per un calciatore o un attore, un modello o un cantante; è di gran lunga più giustificato che non per una misera autrice da quattro soldi, su…

 

Oggi la cosa è un po’ più peccaminosa perché dal 2011, ovvero dalla rivoluzione copernicana della trilogia delle Cinquanta sfumature di E.L.James […], il romanzo sentimentale ha sviluppato un’ipertrofia erotica. E il fulcro delle trame e delle brame amorose è slittato molto a sud del cuore.

Di nuovo, Cinquanta Sfumature non è il Dio libro del genere romance, intorno a cui tutto gira. L’ipertrofia erotica (ma cos’è? Una malattia, per caso?) c’era già agli inizi degli anni ’80, con la nascita della collana Harmony, ma anche prima; la letteratura erotica non è certo nata nel 2011, facendo un giro su internet si possono trovare parecchi esempi.

Ma l’elemento dominante resta sempre l’evasione. Una fuga innocua e temporanea dalla noia, dalla solitudine, da mariti o compagni non proprio esaltanti e da altre e peggiori bruttezze della vita. 

Mmm… non conviene per niente generalizzare. Non si legge solo romance per evadere dalla realtà, non per forza chi lo fa è perché si ritrova con mariti o compagni poco dotati o esperti. Carissima, anche chi ha una vita, non dico perfetta, ma serena e soddisfacente, legge. Questa che sto per scrivere è sicuramente una frase trita e ritrita, ma dannatamente vera: chi legge vive infinite vite! Perché limitarsi ad una sola? Bah…

Anche le bruttezza (no, non ho scritto male io) tout court è qualcosa da sfuggire, perché le protagoniste – ma soprattutto i protagonisti – delle storie sono sempre, o quasi sempre, insistentemente ben messi. Irrinunciabili per i maschi i glutei scultorei e tutta la muscolatura varia che deve guizzare sotto la T shirt, meglio se strappata. Le autrici più disinibite si abbandonano anche alle descrizioni dell’oggetto virile, che è immenso, setoso, infuocato e magari corredato di piercing strategico.

C’è poco da dire: si tratta di un libro e, per quanto possa essere esplicito, siamo consce di questo. Se proprio vogliamo evadere, facciamolo bene no? Ma poi c’è veramente poco da dire, una delle caratteristiche peculiari dell’umanità sin dall’alba dei tempi, è la capacità di criticare ogni cosa (e si, lo sto facendo anche io, ma sono umana, giuro): e se sono messi male si pensa però potrebbero anche creare questi personaggi con un bel pacco! Se sono messi bene ci si trova a dire eh, però non sono mica tutti così nella vita vera, farli più reali? Per quanto riguarda le autrici più disinibite… chissà perchè sono quelle che vendono di più, eh? Personalmente ho letto anche io un libro nel quale si descriveva il membro maschile corredato da piercing. Non era un libro erotico, era un New Adult (NA), e, da come veniva descritto il tutto, credo sia proprio un’esperienza da fare!

Lascio perdere tutta la parte in cui la giornalista racconta di come Amy Jennings abbia organizzato il Rare, dando vita a un evento di fama mondiale che ogni anno le lettrici (… ma anche lettori suvvia, non generalizziamo troppo) aspettano con ansia. Mi limiterò a dire che mi sembra scritto con uno stile un po’ troppo critico…

Anche le autrici sborsano: 500 euro per un banchetto dove ricevono le fan, vendono e firmano le loro copie stampate da editori veri o in self publishing su Amazon e smerciano gadget carucci.

Non proferisco parola, sono sicura però che molte autrici abbiano qualcosina da ridire sulla questione editori e gadget carucci.

Secondo Amy Jennings, la patronessa,

La maggior parte delle lettrici appartiene alla working class, ma si aspetta protagoniste con vite e lavori affascinanti, e principi azzurri pieni di soldi. È una cosa strana, l’identificazione: adesso fra le donne vanno moltissimo i romance sui maschi gay. Io questa non la capisco.

La discriminazione, quella brutta bestia…

 

Nella decadenza generale della critica letteraria hanno preso piede i blog. E, nel caso del romance, schifato dai recensori ufficiali, hanno potere di vita e di morte. Alcune blogger diventano anche beta reader, cioè consulenti espertissime e gratuite che leggono i manoscritti delle autrici predilette prima degli editor, consigliando tagli e aggiustamenti o mettendo in guardia sugli eventuali plagi, spesso involontari, visto che la trama del romance si ripete da secoli: amore-contrasto-vince-ogni-ostacolo-e-trionfa.

E io proprio qua volevo arrivare, avevo detto che sarei tornata su questo punto, eccomi qua! Una delle classiche domande che pongo durante le interviste agli autori e alle autrici (soprattutto di romance, il colore continua ad essere voluto), è questa: da dove prendi l’ispirazione? Beh, se qualcuno si ponesse lo stesso quesito in merito all’idea di scrivere questo articolo… la risposta è lì, in mezzo a quelle righe! Volete sapere che faccia ho fatto? Ecco, pressapoco si avvicinava a questa qui:

Nella decadenza generale della critica hanno preso piede i blog. Io penso proprio che ci fossero anche prima, soprattutto all’estero dove in alcuni paesi i/le blogger vengono anche retribuiti… eeeeh già, magari la figura del blogger fosse riconosciuta nel mondo del lavoro, perché quelli seri si fanno il mazzo davanti al pc, sapete? Me compresa: passo ore a leggere, segnalare, intervistare, recensire… mi paga qualcuno? No. Perché lo faccio? Perché è una passione, anche se al giorno d’oggi viene sicuramente sottostimata. La passione? E che te ne fai, mica ci mangi! Vero, ma rimane una passione e mi dà parecchie soddisfazioni. E, nel caso del romance, schifato dai recensori ufficiali, hanno potere di vita e di morte. Ammetto di non conoscere poi così tanti “recensori ufficiali”, ma dubito seriamente che sia addirittura schifatoHo fatto delle recensioni con valutazione negativa, mi è capitato… Udite, udite, gente! Non ho ucciso niente e nessuno! Quei libri che da me hanno ricevuto 2 o 3 misere stelline su Amazon, vendono ancora, davvero! Si tratta pur sempre di gusti. Non è oro colato ciò che scriviamo. Il trucco sta nel trovare blogger che riescano a parlare dei pregi e dei difetti del libro nel modo più oggettivo possibile, che sia piaciuto o meno, ma soprattutto, basta che il lettore trovi il blogger con gusti affini ai suoi. Non siamo degli Dei, dei Demoni, degli Angeli della morte, creature talmente potenti da avere la possibilità di decretare il destino di un’opera. Alcune blogger diventano anche beta reader, cioè consulenti espertissime e gratuite che leggono i manoscritti delle autrici predilette prima degli editor… per quanto riguarda il “servizio gratuito”, non mi soffermo oltre. Non sono (siamo, visto che anche io ogni tanto faccio da beta) consulenti espertissime, siamo lettrici di cui l’autore/autrice si fida. Perchè si cercano beta? Bah, forse perché alcune hanno un bel carico di libri letti alle spalle, talmente tanti da sapere, forse, cosa fila di più o cosa meno, ma… no, sapete che c’è? Blogger, beta, editor… c’è una cosa che ci accomuna tutti, l’amore per la lettura. Non servono altre spiegazioni. 

“Il termine romance è stato svuotato. E utilizzato per definire una produzione letteraria molto lontana dai suoi illustri precursori come Anna Karenina, il personaggio più emblematico, con la sua smania di amore assoluto che tutto distrugge”.(Maria Venturi) Come dire: la morte della tragedia, assassinata dal lieto fine e profanata dal sesso strombazzato. 

I punti di vista sono sacri, ma per quanto riguarda i precursori del romance, mi viene in mente Jane Eyre (C. Brontë), Orgoglio e pregiudizio (J. Austen)… Per quanto Anna Karenina (L. Tolstoj) possa richiamare tratti di romance, è l’ultimo titolo che mi verrebbe in mente, onestamente oserei dire che è più un romanzo realista, tragico, storico; ma ripeto, viva i punti di vista vari! Comunque sia, per chi volesse una panoramica sulla nascita di questo genere, wikipedia non delude mai (mi sono fermata al caro vecchio wiki, insomma, non scrivo per un giornale, non sono mica obbligata a fare ricerche approfondite…), e potete trovare tutto qui.

Nella quindicina di editori italiani presenti al Rare, Harmony non c’era, per semplice distrazione: rimedieranno il 21 luglio sulla Spiaggia delle donne a Riccione. […] Pellegrine, in marcia.

E sì, dunque, tutte in fila signore zombie, ecco qui la scusa perfetta che ci viene servita per evadere dalle nostre vite fatte di noia, monotonia, compagni poco soddisfacenti, lavoro stressante, figli indemoniati. Che aspettiamo? Dalla campagna con furore! (cit. Lara, amica e collega blogger)

Una cosa è certa: mi aspettavo di leggere un articolo in cui si parlasse dell’enorme opportunità che ci è stata data di poter incontrare le autrici che ci emozionano ogni giorno, non necessariamente perché la nostra vita abbia bisogno di un giro di vite, semplicemente perché queste autrici hanno la capacità di farci vivere mille avventure.

E invece no, ho solo trovato critica spiccia, insulti vari…

Complimenti, bel modo di parlare di un evento di fama mondiale, perché di questo si tratta, come se fosse la reunion delle disadattate, frustrate casalinghe e ninfomani psicolabili alla costante ricerca di chi, nei libri, ce l’ha più grosso.

Complimenti per il tono ipercritico nei confronti dei lettori, considerati praticamente come di serie B (e sarei proprio curiosa di sapere quali sono, secondo la signora, quelli di sera A). Sappia comunque che questa distinzione non esiste.

Complimenti per aver discriminato le capacità delle autrici e blogger in base al proprio percorso di studi o posizione lavorativa.

Complimenti per averci dato delle contadine in pellegrinaggio. Certo che, scambiare una coda di persone che aspettano di poter accedere ad un evento, per un pellegrinaggio… A questo punto mi chiedo per cosa avrebbe mai potuto scambiare la coda che c’è stata al Salone internazionale del Libro di Torino… tremo al solo pensiero!

La prossima volta, sperando onestamente che dal punto di vista lavorativo per la signora una prossima volta non ci sia, sarebbe auspicabile preparasi meglio e non ingollare oltre duemila pagine di romanzi rosa in cinque giorni per prepararsi con scrupolo al Rare. Questo non è prepararsi con scrupolo, questo è studiare un intero libro scolastico 10 minuti prima dell’esame finale.

Più serietà, più umiltà, avere meno pregiudizi ed essere meno prevenuti non hanno mai fatto male a nessuno. E soprattutto ciò permette di non inimicarsi i 3/4 del popolo letterario presente sul web, perché quella che ha appena scatenato, cara signora, non è una processione di contadine ignoranti, ma una folla di lettori inferociti.

Con questo passo e chiudo, e mi vado a leggere un… provate a indovinare?! Sì, un bel romance (il colore… ok, avete capito, dai)! Vediamo un po’, tra i libri nella libreria, chi ce l’avrà mai più grosso? Vi farò sapere presto 😉

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3 Risposte a “Rare 2018: incontro con le autrici o reunion di contadine frustrate?”

  1. ADORO!!!Mi associo alle contadine in pellegrinaggio! E la prossima volta.. Che si documenti meglio… Mia madre leggeva gli harmony… già 40 anni fa! Fiera di leggere romance!

  2. Hai espresso perfettamente il mio pensiero. Quell’articolo è una vergogna e Repubblica dovrebbe rivolgere delle scuse ufficiali a tutte le persone che ha offeso.

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