Buongiorno, readers. Oggi vi parlo di Quel poco che basta di Samuela Pierucci, uscito a febbraio di quest’anno con Intrecci Edizioni. Colgo l’occasione per ringraziare l’ufficio stampa di Francesca Ghezzani, che mi ha dato questa opportunità.
Questo libro si è rivelato una sorpresa, decisamente diverso e lontano dal mio solito tracciato di letture, ho avuto l’opportunità di addentrarmi nei meandri della genialità di questa autrice che, attraverso una narrazione particolare – ma che alla fine si scopre ricca di sorprese – mi ha fatto capire, o meglio ricordare quanto un libro possa essere misterioso e nascondere dei segreti.
È uno di quei libri di cui sono sicura non aver scoperto tutto, ed è entusiasmante per me, una ventata d’aria fresca.
La narrazione è sotto forma di diario, e il narratore è Sebastiano, un ragazzo morto da tre anni. Avete capito bene, è lui che ci racconta quello che è successo, di come un semplice incontro possa cambiare la vita. Ci sono quei momenti, no? Nella vita di tutti noi, guardandoci indietro, possiamo scorgere un momento, una decisione, un dettaglio per cui la nostra vita ha preso una direzione diversa, il bivio in cui devi scegliere se andare a destra o sinistra. A volte è la strada giusta, altre volte no. Ma poi come possiamo sapere che la strada giusta è giusta e quella sbagliata è sbagliata. Non si può certo guardare solo il risultato finale, la vita non è fatta solo di punti di arrivo, ma bisogna vedere il percorso com’è stato.
Scusate, a parte questa parentesi filosofica (l’isolamento mi sta facendo male… o forse è l’età che avanza?), torno a concentrarmi sul libro. Il momento che ha segnato la strada di Sebastiano è rappresentato dall’incontro con una ragazza, Nada.
Sebastiano ci racconta di lei attraverso i suoi occhi, ci fa conoscere se stesso e la ragazza di cui si è innamorato, ma mantenendo un velo di mistero che solo a fine lettura riusciremo a spostare del tutto. Ci racconta delle decisioni che ha preso e di come queste lo abbiano portato, alla fine, al viaggio ultimo che tutti noi dobbiamo affrontare.
Era l’inizio del periodo più bello della mia vita, e allo stesso tempo il più carico di bugie e ansie che abbia mai affrontato, l’unico e l’ultimo.
E certo non se lo aspettava, perché a 25 anni o giù di lì pensiamo tutti di essere immortali, no? O se non tutti, quasi. Viviamo la vita appieno, pensando sì al futuro, ma di certo non pensiamo potremmo mai morire così giovani.
Nada e io eravamo come falene fluttuanti attorno a un lampione con troppa foga e poco discernimento, inebriati e leggeri.
Insomma, un libro sì corto, ma denso di temi e spunti di riflessione, dove le insicurezze vengono fuori, dove i protagonisti vengono dipinti per quello che sono: umani, con tutto ciò che ne consegue. E devo dire che ultimamente non ho molta occasione di leggere di personaggi così.
Quel poco che basta è scritto bene, ma non vi mentirò: non è sempre scorrevole e a volte i temi trattati lo rendono “pesante”. Lo consiglio a tutti, ma sappiate che non è come leggere un romance, e il livello di attenzione richiesto, al fine di non perdersi nemmeno un passaggio, è alto.
Complimenti all’autrice per avermi permesso di mettermi alla prova, perché sicuramente con una lettura sola non sono riuscita a scovare tutti i suoi segreti, e sono curiosa di leggerlo di nuovo, tra qualche tempo, per vedere se ne riuscirò a portare altri alla luce.
Voto per Quel poco che basta
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