“La corte di ali e rovina” di Sarah J. Maas – Recensione

Buongiorno, miei readers! Oggi vi parlo de La corte di Ali e Rovina di Sarah J. Maas, capitolo conclusivo di questa fantastica trilogia — alla cui autrice la storia de La Bella e la Bestia ha dato ispirazione –, portato in Italia da Mondadori.
Se ancora non avete letto le mie recensioni dei primi due libri, potete trovare qui il review party e qui il blog tour di ACOTAR e qui il review party di ACOMAF.

Ma cosa ci aspetta in quest’ultimo libro, ACOWAR? Di tutto e di più: risate, lacrime, gioia, dolore, sofferenza, ansia e altre emozioni, tutte pronte a irrompere nella vostra essenza grazie alla bravura dell’autrice nell’imprimerle in ogni singola riga, in ogni parola scelta accuratamente, in ogni minuscolo pezzetto del puzzle che, nonostante sia diviso in tutti e tre i tomi, alla fine trova il proprio perfetto incastro.

Senza ulteriori inutili indugi, mi accingo a parlarvene un po’ più nel dettaglio, ma nemmeno troppo vista la vastità degli accadimenti narrati, senza rinunciare al mio amato recap della puntata precedente – d’altronde, quando i libri sono così ricchi, non si può fare diversamente.

La corte di ali e rovina - Trama
Cover La corte di ali e rovinaLa rabbia mi era cresciuta dentro come una creatura viva, con un cuore che batteva risuonandomi nella profondità del petto, cullandomi fino a farmi addormentare, per poi scuotermi al risveglio. Volevo vendetta, ma una vendetta repentina, a parte soddisfare la mia rabbia cocente, sarebbe stata inutile.

Feyre è determinata a raccogliere il maggior numero di informazioni possibile sui piani di Tamlin e del Re di Hybern che minacciano di mettere Prythian in ginocchio. Per questo si è separata dall’uomo che ama e ha fatto ritorno alla Corte di Primavera. Ma per poter portare a termine il suo piano, dovrà tessere una fitta trama di inganni e tenere a bada il suo desiderio di vendetta. Sa bene, infatti, che un solo passo falso potrebbe condurre non soltanto alla sua rovina ma a quella di tutto il suo mondo. La ragazza sa anche che il Re di Hybern non si fermerà davanti a nulla, perciò, a mano a mano che la guerra si avvicina, dovrà decidere di chi fidarsi e cercare alleati nei posti più inaspettati.

Mamma mia, quante cose che sono successe in ACOMAF e di cui non ho potuto scrivervi prima… certo, avrei potuto inserire i box per lo spoiler, ma non è la stessa cosa, ahimè, ecco perché ho iniziato a introdurre le recensioni dei libri successivi parlandovi un po’ di quello precedente. Utile su due fronti: a me per poter finalmente dare voce a ciò che mi ha fatto provare un libro, e a voi per rammentarvi un po’ le cose successe, nel caso aveste letto il libro tempo addietro (funzione un po’ smorzata forse dalle tempistiche decisamente ristrette con cui la Mondadori ha pubblicato l’intera trilogia, ma di questo aspetto, che ha sia lati positivi che negativi, vi parlerò dopo).

Feyre ha finalmente imparato a convivere con il proprio passato, guarita da Rhys

Ci sta… ©Credits
Capito perché ci sta? XD ©Credits

Proprio da colui che era cattivo, ma nemmeno tanto visto che fingeva di essere cattivo quando cattivo non lo è per nulla. E per una volta che shippo una storia d’amore con il cattivo… si scopre che questi altri non è che il buono e invece il buono mica tanto lo è, o forse sì?

Vi ho fatti perdere un pochino? Ahah sopportatemi, sono gasatissima.

Rhys, tanto buono e nobile da essere disposto a sacrificare ogni cosa, ogni, per le persone che ama, per la sua Corte, per la sua gente… non lo si può non amare e nemmeno non pensare che ce ne vorrebbero davvero di più di persone così, anche se ormai sembrano uscire solo dalla penna di qualcuno…

Avevo creduto di non meritarlo, di non voler essere eternamente un peso per Tamlin, fato che la mia anima era a pezzi in quel periodo. E Rhys… Rhys, credendomi serena, mi avrebbe permesso di sposarlo, desiderava la mia felicità anche se quel pensiero lo uccideva.

Rhys, di cui mi ero innamorata già nel Regno sotto la Montagna, che mi ha costretta a riflettere, che mi ha messo in una condizione tale da non sapere più per chi tifare. No, ok, sapevo benissimo per chi tifare, e infatti le cose sono andate al loro posto, almeno in parte! Inutile dirvi i salti di gioia…

Ora, può la Maas lasciarci con Rhys che nomina Feyre, la sua compagna, la sua vita, il suo grande amore, Signora Suprema della Corte della Notte, e questa costretta a infiltrarsi nella corte del nemico? MA DAI! Non si può! Si sono appena trovati, si sono appena guariti a vicenda, o almeno sono a buon punto, e la Maas me li separa così? Ma seriamente?

Comunque sia, tornando a noi e a La corte di ali e rovina, la nostra Feyre cara si è infiltrata nella Corte di Primavera, pronta a distruggere dall’interno Tamlin, il Signore Supremo di cui in un primo momento si era innamorata, che credeva l’amasse, ma che non ha esitato a tradire tutta Prythian per riaverla, permettendo a un male persino peggiore di Amarantha di intossicare le terre che ha imparato ad amare. Forse, e dico forse, questo potrebbe anche perdonarglielo, ma l’aver dato in pasto a Hybern le sue sorelle… eh no, questo no, perché i rapporti tra loro potranno anche essere tesi e complicati, soprattutto con Nesta, ma mai, mai potrebbe perdonare un affronto simile.

Se nel primo libro abbiamo conosciuto una Feyre cocciuta, testarda e umana, e nel secondo una Fae Maggiore devastata e distrutta dal senso di colpa per quanto successo, mentre stava compiendo piccoli passi traballanti come un bambino che impara a camminare per poter intraprendere il cammino della guarigione, in La Corte di Ali e Rovina la ritroviamo astuta, calcolatrice, vendicativa, ma pur sempre spinta in parte dal senso di giustizia e dall’amore per la sua famiglia, quella che ha finalmente trovato, come se avesse passato tutta la vita a cercare solo loro, e loro avessero atteso tutti gli anni della loro infinita vita ad attendere proprio lei.

La rabbia mi era cresciuta dentro come una creatura viva, con un cuore che batteva risuonandomi nella profondità del petto, cullandomi fino a farmi addormentare, per poi scuotermi al risveglio. Volevo vendetta, ma una vendetta repentina, a parte soddisfare la mia rabbia cocente, sarebbe stata inutile.

La guerra incombe, il pericolo sempre più vicino inizia ad avvolgere tutta Prythian con le sue spire, e con il Calderone sotto il proprio controllo, il re di Hybern sembra imbattibile, ma i nostri protagonisti non hanno intenzione di arrendersi così facilmente. Tra il cercare alleati nei posti più disparati e il piano di Rhys, decisamente da… sognatore, tutti loro avranno un gran bel da fare, non c’è che dire, ma non posso certo anticiparvi troppo, ahimè. Le battaglie saranno molteplici e di varia natura, saranno abbastanza forti da sopravvivere a tutte le sfide…?

Cassian, Aziel, Mor, Amren… anche per noi sono diventati una famiglia, con le loro storie, i loro dolori, le loro esperienze (di cui avremo finalmente risposta)… diciamo che alcune questioni saranno accennate, ma pressocché lasciate in sospeso ma non temete, so che ci sono altri libri in arrivo anche se non in seguito a questa prima trilogia, o almeno spero di aver capito bene, ecco… d’altronde, viviamo in un’era in cui stalkerare le persone è facile, trovare dove abitano anche… Sarah, sei avvisata…

©Credits

Qual è il vostro personaggio “secondario” preferito? Ne avete uno? Di questi quattro onestamente non riesco a scegliere, tutti mi hanno toccata in qualche modo, e anche in questo possiamo vedere la bravura della Maas; quanto è difficile in una trilogia principale approfondire il background di un personaggio senza che la storia e i personaggi principali ne soffrano?

Per quanto riguarda Nesta ed Elein… spero in un continuo delle loro storie, potrebbe essere una lettura davvero interessante, forse anche più di queste… In La Corte di Ali e Rovina le troviamo uguali ma profondamente diverse dopo la trasformazione in Fae Maggiori… Nesta è sempre arrabbiata, intransigente, sempre tutta d’un pezzo, diciamo, ma nel proseguo del libro impariamo a conoscerla meglio, uno spiraglio che ci fa intendere che potrebbe essere davvero molto interessante leggere di lei, così come difficile scrivere della sua storia, ma visto lo stile dell’autrice, non ho dubbi che riuscirà alla perfezione.

Elein…

Era sempre stata una ragazza dolce e gentile, qualità che consideravo una sorta di forza. Una forza superiore. Prendere atto della durezza del mondo e scegliere, di continuo, di amare ed essere buona. Era sempre stata così piena di luce.
Forse era quello il motivo per cui continuava a tenere le tende aperte. Per riempire il vuoto che aveva sostituito quella luce.
Di cui ora non restava più nulla.

Per lei è stato un brutto colpo, fino a che punto, lo scopriremo solo in parte… E Lucien? Investito dall’enorme potere del legame, vedere la sua compagna soffrire e, come dire… non dimenticare così facilmente la vita prima di tutto questo casino, lo porterà a fare scelte pericolose, gravi, imponenti… ma anche irreversibili? Mmh…

Che dire, non vedo l’ora di leggere la novella di cui vi parlavo prima, già uscita in America.

Una lettura che mi ha tenuta attaccata al libro fino a notte fonda, che mi ha costretta a ritagliarmi del tempo, o meglio a inventarmene altro visto tutte le cose che ho da fare. Forse lo accennavo già nella recensione del secondo libro, ma ora posso affermarlo senza dubbi: una delle migliori trilogie che io abbia mai letto, una narrazione fluente, capace di farmi immaginare per filo e per segno tutti i personaggi, non solo fisicamente, ma anche caratterialmente, capace di farmi sognare con le descrizioni fantastiche e ben riuscite, a cui è impossibile resistere, soprattutto se siete sognatori. Un libro di cui ho apprezzato ogni dettaglio spiegato e non lasciato al caso… ma della cui cura sono rimasta profondamente delusa.

Già, perché come vi accennavo all’inizio, pubblicare più di 2000 pagine in quanti? Cinque o sei mesi, ha il lato positivo di non far aspettare il lettore; una nuova frontiera dell’editoria, forse? Mah, sono stata felice di non dover aspettare un anno per libro, cosa che odio e che mi spinge a leggere trilogie solo una volta i cui libri sono stati tutti pubblicati, ma… a quanto pare manca un tassello, un ingranaggio capace di far funzionare bene questa macchina. I tempi ristretti sono un handicap per i traduttori, gli editor e i correttori di bozza e lo si può benissimo notare dalla marea di errori che ho trovato, non solo refusi, ma davvero tanti. Ok, è un libro di quasi settecento pagine, ma non è una giustificazione per me ad almeno quindici errori (non ho tenuto il conto, ma di meno non sono di sicuro).

Mi dispiace davvero tanto per questa cosa, ma sapete come sono fatta: nonostante reputi questa una trilogia stupenda, un possibile caso editoriale, e nonostante volessi davvero dare un punteggio pieno a La corte di ali e rovina, mi trovo combattuta se togliere una sola stella o di più…

Dopo averci pensato e rimuginato per un po’, anche durante la lettura, ho deciso di non penalizzare troppo nel punteggio, ma comunque mi sento di specificarlo in modo deciso per tutti i miei lettori che come me odiano davvero gli errori, e a tal proposito, consiglierei quasi di aspettare una ristampa.

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