“La città di ottone” di S.A. Chakraborty – Review Tour

Buongiorno, readers! Oggi ho il piacere di partecipare al RP di La città di ottone di S.A. Chakraborty, edito da Mondadori che ringrazio infinitamente per l’ebook.

Spero vivamente di non sbagliare nessun nome. I libri di questo tipo, che ricordano un po’ il fantasy old school non sono il mio forte; o meglio, adoro le storie, ma di fronte a nomi inventati che devo cercare di ricordarmi e associare – io che non ricordo nemmeno cosa ho mangiato ieri sera –, be’ non è così semplice, ecco. Sono strana, lo so!

La città di ottone - Trama
EGITTO, XVIII SECOLO. Nahri non ha mai creduto davvero nella magia, anche se millanta poteri straordinari, legge il destino scritto nelle mani, sostiene di essere un’abile guaritrice e di saper condurre l’antico rito della zar. Ma è solo una piccola truffatrice di talento: i suoi sono tutti giochetti per spillare soldi ai nobili ottomani, un modo come un altro per sbarcare il lunario in attesa di tempi migliori.
Quando però la sua strada si incrocia accidentalmente con quella di Dara, un misterioso jinn guerriero, la ragazza deve rivedere le sue convinzioni. Costretta a fuggire dal Cairo, insieme a Dara attraversa sabbie calde e spazzate dal vento che pullulano di creature di fuoco, fiumi in cui dormono i mitici marid, rovine di città un tempo maestose e montagne popolate di uccelli rapaci che non sono ciò che sembrano. Oltre tutto ciò si trova Daevabad, la leggendaria città di ottone. Nahri non lo sa ancora, ma il suo destino è indissolubilmente legato a quello di Daevabad, una città in cui, all’interno di mura metalliche intrise di incantesimi, il sangue può essere pericoloso come la più potente magia. Dietro le Porte delle sei tribù di jinn, vecchi risentimenti ribollono in profondità e attendono solo di poter emergere. L’arrivo di Nahri in questo mondo rischia di scatenare una guerra che era stata tenuta a freno per molti secoli.

Nahri è la classica ragazza forte che ha dovuto tirarsi su le maniche e sopravvivere da sola facendosi strada in una società e in un’epoca in cui la donna non ha il pieno dei propri diritti. Incontriamo da subito una ragazza molto forte quindi, che ha saputo prendere ciò che il destino le ha messo davanti per plasmarlo e manipolarlo in modo da ottenere ciò che vuole. Non esattamente in modo lecito, ma si fa quel che si può.

Vive in Egitto, più precisamente al Cairo, e si guadagna da vivere come quella che oggi definiremmo una indovina. Anche se sta bene attenta a tenerle nascoste, ha delle capacità straordinarie: non solo può guarire da sola non appena rimane ferita, ma può anche sentire se qualcuno è malato e a volte curarlo. Non si è mai posta troppe domande su queste capacità, ma sa benissimo che mai nessuno dovrà venirne a conoscenza.

I tempi sono duri e difficili e con solo queste “consulenze” non può certo vivere e mettere da parte i soldi per realizzare il suo sogno: andare a Istanbul per studiare e diventare una vera e propria guaritrice! Ecco che di necessità si fa virtù e nel corso degli anni si è come dire specializzata nel borseggio e truffe di vario genere.

Quando una sera conduce il rito dello zar (in parole spicce direi che potremmo considerarlo un esorcismo) accade l’inaspettato!

Baseema batté le palpebre e socchiuse gli occhi, puntandoli su Nahri con una curiosità quasi feroce.
«CHI SEI?»
Nahri sbiancò e le lasciò andare la mano. Le labbra di Baseema non si erano mosse, ma lei aveva sentito la domanda come se le fosse stata urlata in un orecchio. […] Sbigottita, Nahri indietreggiò di qualche passo. Le si coprì la pelle di un sudore freddo.

Be’, ecco, ammetto che a questo punto è stato più forte di me, ho dovuto accendere la luce… sì, sono una fifona…

Fatto sta che ora Nahri non può più mettere la testa sotto la sabbia, soprattutto quando incontra Dara, un jinn guerriero apparentemente comparso dal nulla.

Iniziano i problemi, oh se iniziano. Nahri è costretta a scappare con Dara, qualcosa le dà la caccia, esseri che mai avrebbe creduto potessero esistere. I jinn? Erano solo sciocche leggende per lei. La magia? Ma non è possibile… Eppure, ora è a Daevabad che si sta dirigendo, la leggendaria città di ottone abitata da esseri magici di specie diverse! Non che il cammino sia privo di pericoli, ma di questo vi lascio leggere da soli.

L’altezzoso guerriero daeva e l’intrigante ladra umana non costituivano l’accoppiata più naturale del mondo.

I capitoli di Nahri sono alternati a quelli di Ali, il principe della famiglia Al Quetani che governa Daevabad. Lui è diverso, ed è con lui che scopriamo le pecche di come viene governato quel Paese, delle ingiustizie, dei meccanismi politici… è un personaggio più complesso di quanto mi sarei aspettata all’inizio e ha più di un ruolo fondamentale nelle vicende di questo libro.

Mondo umano e fantastico sono divisi da secoli, ma piano piano che proseguiamo con la lettura possiamo vedere in quali e quanti modi si intersecano, esattamente come si incrociano le strade di Dara, Nahri e Ali.

Per me non è stato facilissimo leggere questo libro, a volte mi perdevo per via delle descrizioni di una cultura di cui, lo ammetto, sono abbastanza ignorante, ma che comunque ho saputo apprezzare.

La creazione e la descrizione di tutta la parte riguardante Daevabad, i jinn, gli ifrit è a dir poco sbalorditiva anche se a volte l’ho trovata prolissa.

Di tematiche ce ne sono tante, davvero: si parte da quelle che potrebbero sembrare le più ovvie (ma potrebbero solo, perché in questo libro nulla viene lasciato al caso e nulla è come sembra o semplice), fino alla denuncia politico-sociale di un governo salito al potere… be’, come hanno fatto la maggior parte dei governi di questo tipo; e nel mezzo… ancora tanto altro, fino ad arrivare a un finale aperto che, porca miseria, Mondy, esci il prossimo libro alla svelta!

Devo essere sincera, la trama mi ispirava un sacco, ma quando ho iniziato a leggere La città di ottone mi è preso un colpo… l’inizio è un po’ lento in effetti, ma per quanto mi riguarda dal 35% in poi il libro subisce un’escalation che non solo l’ha risollevato nella mia opinione, ma mi ha fatto pensare di essere uno dei migliori libri letti di quest’anno!

Riflettendoci, ci sta che l’inizio vada a rilento, l’autrice non solo ci deve introdurre nuovi esseri fantastici, ma lo deve fare ambientando il libro in un Egitto del 1700, e sicuramente il lavoro di ricerca per la cultura, le tradizioni e quant’altro non deve essere stato facile. Se poi a tutto questo aggiungiamo che oltre alla parte storica e socio-economica reale ha inventato anche tutta una società articolata in più civiltà, con lotte interne e tradizioni loro… oh, tanto di cappello!

Davvero molto consigliato, e non vedo l’ora di leggere il seguito!

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