“La casa delle giovani spose” di Ashley Hay – Review Party

Hi everyone, readers! Ho letto La casa delle giovani spose di Ashley Hay, in uscita il 21 luglio per la Sperling & Kupfer, che ringrazio per il file e che vi consiglio caldamente di leggere!

La casa delle giovani spose - Trama
Che colore ha la vita? E quella della donna che ha vissuto prima di te nella tua casa? Per oltre sessant’anni la casa ha conversato con Elsie Gormley. Le pareti hanno fatto eco alla sua voce, a quella del marito, dei figli, e anche dei nipoti; quella è indiscutibilmente la casa di Elsie, il suo rifugio, fino al giorno dell’ictus in cui ogni cosa è cambiata. Con la malattia, infatti, i gemelli Don ed Elaine si rendono conto che la madre è ormai anziana e non può più stare da sola; decidono di trasferirla in un ricovero e l’abitazione viene venduta a un’altra famiglia, quella di Lucy e Ben: una coppia appena arrivata a Brisbane da Sydney con il piccolo Tom. Altre voci iniziano a farsi largo tra le assolate stanze e una diversa quotidianità si instaura, ma il senso di estraneità non abbandona Lucy che, per quanto si sforzi, non sembra riuscire ad ambientarsi nella dimora e nella nuova vita. Troppi cambiamenti per lei: una città piccola e sconosciuta, il marito giornalista sempre in viaggio e una maternità a tempo pieno che, per quanto voluta, comincia a starle un po’ stretta. Destino opposto a quello di Elsie che, invece, si era sempre e solo pensata in relazione agli altri e per la quale il passaggio da moglie a madre era stato assolutamente naturale, anche se non privo di difficoltà. Inaspettatamente, tra una tazza di tè caldo e delle vecchie fotografie trovate per caso in soffitta, le storie di queste due donne molto differenti tra loro e di due famiglie si intrecceranno nel corso di un’estate australiana, e il confine tra passato e presente si farà sempre più labile, fino a sparire del tutto.

Siamo a Brisbane, in Australia, oggi.
In una giornata uguale a tante altre, Elsie cade malamente in casa e resta stesa a terra quasi tutto il giorno prima di essere soccorsa, osservando il tempo che passa e confortata dai rumori dentro e fuori la casa.
I figli Donny e Elaine decidono quindi che non può più vivere da sola nella casa dove abita da più di 60 anni, cioè da quando Elsie si è sposata con Clem Gormely, e viene trasferita in una casa di riposo.

Poi anche la casa cominciò a borbottare, con le assi dell’impiantito che scricchiolavano, stiracchiandosi al tepore del giorno.

Un suono rassicurante.
Era da oltre sessant’anni che la casa conversava con Elsie Gormley. Aveva assistito a tutte le sue arrabbiature e ai suoi malumori, e di solito li placava. Aveva contenuto la sua voce, quella di suo marito, dei figli, e ora anche dei nipoti: echi e rimbombi depositati dietro il battiscopa e gli infissi delle finestre, come quei pallidi granellini di polvere, incastrati ai bordi del pavimento della cucina.
«Riverbero», le aveva spiegato uno dei ragazzi.

Il piccolo cottage viene comprato da Lucy Kiss, dal marito Ben Carter e dal piccolo Tom.   

Lucy è alle prese con la maternità, fa fatica a vedersi solo nel ruolo di madre, e anche se ama il figlio più della sua vita non riesce a conciliarsi con l’idea di aver rinunciato a sé stessa.
Quando arriva a Brisbane ed entra nella nuova casa si sente spaesata, intimidita dalla vita che le si prospetta.
In un pacco di fotografie ritrovate per caso e dietro ogni angolo della casa Lucy vive e sente l’essenza silenziosa di Elsie, come una guida amica.    

La casa adesso era piena delle sue cose, mentre quelle di Elsie erano state imballate e portate via. Il mondo era definito da quel ciclo continuo di maree. L’andirivieni degli oggetti nelle vite delle persone.

La canzone si ripeté e la sua mente cominciò a vagare. Così tante persone al mondo. Forse gli originali li abbiamo esauriti. Magari adesso la gran parte di noi è soltanto un vardøger, l’ennesima versione di una serie limitata di modelli.

Elsie ripercorre i suoi passi: la sua vita tranquilla e appagante, il suo matrimonio con Clem, la nascita dei gemelli, l’affinità col figlio Donny e l’ostilità della figlia Elaine, la morte del marito e l’attesa del riabbraccio. E ricorda quando ha posato per un quadro dipinto dalla pittrice Ida Lewis, dove si è vista con gli occhi di altri e si è scoperta e riscoperta.

Il tuo aspetto, la tua identità, l’immagine di te che vedono gli altri. Senz’altro la tua vera indole si vede soprattutto quando sei felice, si disse, e ripensò alla scena che aveva raccontato alla pittrice: lei che scendeva dal tram in Adelaide Street, Clem che tendeva una mano per aiutarla.

Una coincidenza così fortuita; ancora adesso il pensiero le toglieva il fiato.
I momenti in cui sono davvero me stessa. Scese dal treno alla stazione centrale e si avviò verso i negozi. A casa, nel silenzio, alla fine della giornata, il momento del tè prima di andare a dormire… Quella era la felicità, anche se adesso doveva vigilare solo sul sonno di Clem; Elaine e Don, ormai sposati, erano nelle loro case, nei loro letti.
Sì, quella era la felicità. Quella, e anche ballare.

 Cos’è la felicità?

Ognuno ha la risposta in fondo al proprio cuore: per Elsie sono tutti quei piccoli momenti che hanno composto la sua vita, quelli in cui è davvero sé stessa, senza rinnegarsi: è ballare, è un tram che passa per la via, è una pittrice che mescola i colori, è chiudere gli occhi ed essere finalmente a casa; per Lucy è un giardino pieno di alberi, è ritornare a casa dopo una pazza fuga, è il sorriso di suo figlio, è sapere qual è finalmente il suo posto nel mondo, è far partire un razzo nel giardino di casa insieme a Ben e Tom, è riguardarsi felice in una foto di famiglia.

Trentacinque anni di sopravvivenza, di nostalgia. Non riusciva a decidere cosa fosse peggio, se la certezza di dover morire o il pensiero di dover attendere tanto a lungo.

Un tempo infinito.
Sulla via del ritorno, nient’altro attirò la sua attenzione, né persone né luoghi.

Non notò neanche il tempo che passava.

Per molto tempo la casa era stata “la casa di Elsie” ma ora è diventata finalmente “la casa di Lucy”.
Bello!

È un romanzo sull’amore, sul matrimonio e sulla maternità vissuto da due punti di vista diversi e da due generazioni diverse, con spunti molto realistici.

Il tempo trascorso da Elsie e da Lucy nella stessa casa crea un legame unendo le loro storie e le loro vite, scorre tra presente e passato scandendo il ritmo della vita tra gioventù, vecchiaia, amore e conflitti generazionali, gioie e compromessi.

La scrittura è pacata ed elegante, si passa dalla nostalgia dei ricordi alle complicazioni del presente e all’incertezza del futuro, dalla speranza al cambiamento. 

Si cammina come in punta di piedi lungo la strada dei ricordi e i capitoli alternati rendono la lettura intrigante creando una relazione tra presente e passato che invoglia a girare ancora una pagina, senza riuscire a mettere giù il libro.       

L’idea di un mio vardøger mi è piaciuta, una sorta di spirito guardiano, tante versioni di me stessa tutte esistenti insieme, chissà se tutte farebbero le stesse scelte?

Il caldo aroma del tè mi ha accompagnata durante tutta la lettura del libro, quindi vi consiglio una tazza di Koala Tea Breakfast, una fresca infusione che disseta e risveglia i sensi, con menta, radice di tarassaco, cannella e buccia d’arancia: cosa di meglio per difendersi dal caldo australiano?  

Buona lettura,
Rekla

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