“Io sono Bianca” di Giorgio Mameli – Recensione

Buongiorno e buon inizio di settimana, readers! Io sono Bianca di Giorgio Mameli, edito da Giraldi Editore, è il libro di cui ci parla oggi Lisbeth.

Prodotto fornito dalla casa editrice ai fini di una recensione. 

Io sono Bianca - Trama
Ad una proposta di matrimonio si può rispondere con un semplice “sì” o con un semplice “no”, ma per bianca non è così semplice. Riccardo, l’uomo con il quale convive da sette anni, le ha chiesto di sposarlo. «Per fare le cose sul serio e per davvero» ha aggiunto. Questa frasetta, buttata lì quasi per caso, mette in crisi bianca che, per decidere cosa fare, si rivolge ad uno psicologo. E ripercorre tutta la sua vita. Bianca non è sempre stata bianca: «il mio nome di prima» dice, «deriva dall’aramaico. In aramaico si dice aqab, che significa soppiantare. E soppiantare è stretto parente di usurpare. E da aqad deriva il mio nome originario: Giacomo. Ed io ero usurpata ancor prima che nel nome nel mio corpo e nella mia anima». «volevo un nome che fosse mio, tutto mio, completamente nuovo ed opposto a quello che mi avevano imposto. Volevo un nome che fosse diverso e mi aiutasse a liberarmi da tutto quello schifo che mi stava attorno e così, lì alla finestra, guardando la luna, tra palazzi degradati e disgustosi odori presi la decisione e sono diventata bianca. Bianca come la luna, bianca l’innocente, bianca la candida. Bianca la splendente».

Se non cambiasse mai nulla, non ci sarebbero farfalle.

Anonimo

Fin dal primo giorno di vita siamo chiamati a superare prove più o meno dure e difficili che ci permettono, però, di forgiare il nostro carattere, di maturare idee e progetti che ci faranno apparire e sentire persone più o meno realizzate.

Ma se nemmeno i tuoi genitori vogliono aiutarti in questo percorso la vita diventa sicuramente un impresa.
Se in più nasci donna in un corpo di uomo, beh, allora sicuramente non riesco a immaginare cosa si debba affrontare per arrivare a essere “normali”.

“non trova che sia meravigliosa la normalità”

 Leggendo questo romanzo mi sono ricordata di quando andavo a scuola e sull’autobus incontravo sempre la stessa ragazza, ben vestita, truccata, educata e nello stesso tempo vedevo e sentivo gli altri attorno a lei che la guardavano e la giudicavano senza capire. Le mie compagne di viaggio, dopo qualche giorno, ridacchiando, mi dissero che era un ragazzo che si “travestiva” da donna, i commenti erano tutti per deridere quella che loro vedevano come un pagliaccio, io vedevo solo una splendida ragazza e le lacrime silenziose che versava sotto gli occhiali scuri.

In questo libro, per me, è lei che racconta la sua storia e anche quella, purtroppo, di molte altre.

Bianca, la protagonista, racconta il suo calvario per arrivare a essere semplicemente quello che si sente, una donna, uniformando il suo aspetto esteriore a quello interiore.

 “Io sono stata la soppiantata, io sono stata l’usurpata, io sono stata la ladrata […] Lui che si voleva prendere la mia natura e piegarla al suo interesse e farmi essere quella che non ero e mai sarei stata”

Bianca ha dovuto sopportare l’umiliazione del corpo e dello spirito, a cominciar dalla famiglia, dagli insegnanti e i compagni prima, e dai clienti, che usavano il suo corpo, e persone mentalmente chiuse poi.

La strada per il cambiamento è piena di delusioni e a ognuna di queste la nostra protagonista vede sgretolarsi la sua volontà.

“Guardavo quel corpo che vedevo riflesso e mi faceva ribrezzo. Non era mio in nulla quel corpo”

Facendole passare la voglia di vivere

“certe volte mi maledicevo per essere nata così”

Bianca ci racconta il suo percorso dalla sedia di un analista, snocciolando, seduta dopo seduta, ogni avvenimento che l’ha segnata e i momenti rari che le hanno lenito le ferite dell’anima.

“Perché se io oggi, sono come mi vede, una donna a tutti gli effetti, affermata nel lavoro ed ammirata anche socialmente, sono il risultato della mia lotta e della mia vittoria su chi mi ha voluta e fatta diversa da quello che sono”

Ora si accetta per quello che è riuscita a fare, ma forse la paura di essere giudicata resterà sempre parte di lei.

Non voglio svelarvi nulla del finale, accontentatevi di sapere che sono rimasta stupita, delusa e felice.

Buona lettura,
Lisbeth

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