“In a minor key” di Laura Rocca – Recensione

Buongiorno readers! Esce oggi In a minor key di Laura Rocca, il libro che chiude la serie The blind Spot, il libro che aspettavamo con ansia, o almeno io, perché non vedevo l’ora di conoscere meglio Sherman, il suo passato, il suo carattere, cosa pensa, i suoi demoni; l’eterno dannato che nel corso dei libri precedenti avevamo solo intravisto, una conoscenza accennata che non vedevo l’ora di approfondire. 

In a minor key - Trama
Cosa faresti se il Destino ti presentasse la tua Persona? Quella Persona, quella in grado di completarti e con cui raggiungere la vera felicità? Non resta nulla, solo polvere di me, solo granelli inutili che si dissolvono nel vento e di cui, presto, non rimarrà più molto. Sherman, tastierista dei The Blind Spot, è un uomo alla deriva, diviso tra un passato di dolore e un presente privo di musica e colori. Da mesi ormai non riesce più a comporre una sola melodia e abusa di alcol e di droga pur di tornare a sentire qualcosa. Un’antica sofferenza è tornata a tormentarlo, un dolore che ha le sue radici in un passato lontano. Sherman è infatti l’erede di una casata nobiliare inglese e, quando il padre muore tendendogli l’ultimo tranello, sarà costretto a un tuffo nei ricordi, a immergersi nella sofferenza pur di salvare quello a cui tiene davvero. Non sa che un incontro inaspettato risveglierà per sempre una parte di lui che aveva sepolto sotto strati di dolore. Siamo solo polvere cosmica, granelli di materia nell’infinito spazio e danziamo trasportati da una melodia arcana suonata da un pifferaio magico che si chiama destino. Cresciuta a Skye, una delle isole più magiche della Scozia, Niamh vive una vita stabile e sicura, lavorando come archivista. Un giorno, però, mentre sta analizzando dei documenti, ascolta per la prima volta una delle voci più calde e sensuali che abbia mai sentito durante un’intervista radio, una voce in grado di fare breccia nel suo cuore e risvegliare sensazioni ormai sopite. Niamh troverà il coraggio di cambiare la sua vita per merito di quella voce maschile, di fallire e ricominciare, cercando con tutta se stessa di essere felice. Realizza il sogno che ha nel cuore sin da bambina ma, nonostante tutto, sente un vuoto dentro che una sola persona al mondo può colmare, una persona che un giorno le arriva così vicino da poter godere dell’azzurro glaciale dei suoi occhi.

Una premessa è d’obbligo.
Mi sono resa conto che ultimamente ho stoppato le recensioni perché non sono più ispirata. Sì, faccio due lavori, ho una casa, due cani e mi occupo di mia madre, e ultimamente sto divorando libri quindi il tempo è quello che è… ma sono in parte delle scuse, si sa che quando si ama fare qualcosa il tempo lo si trova.
L’ispirazione è quello che mi manca (o mancava?). Non perché i libri che leggo non siano bellissimi, non meritino o altro, ma perché negli anni ho adottato una sorta di schema di recensione, delle linee guida che seguo sempre, da cui non mi discosto quasi mai, e questo mi ha un po’ bloccata, come bloccherebbe la creatività di chiunque, e le recensioni sono questo, dovrebbero scaturire da un mix profondo di creatività ed emozioni.
Parlo della trama, dei personaggi, della tecnica narrativa, se ci sono dieci mila refusi… tutte cose importanti, ma manca l’aspetto più importante di tutti, quello che mi ha fatto iniziare, che mi ha portato dove sono, anche per quanto riguarda le mie carriere lavorative: il cuore, le emozioni che scaturiscono dai libri e si riversano in me, riempiendo un vuoto che si viene a creare alla fine di ogni libro che leggo, il motivo per cui un libro mi porta a rinunciare a ore di sonno (e sia chiaro che sono molto affezionata alle mie otto ore giornaliere XD)

Perchè, vi chiederete, tutta questa filippica? Forse sarebbe stato meglio fare un articolo su questo argomento, queste mie osservazioni avrebbero meritato il loro spazio. Ma si assicuro che la recensione sarebbe risultata incompleta senza la premessa.
Perché leggere In a minor key, del rapporto tra Sherman e Niahm, mi ha fatto capire quanto riversare fuori le proprie emozioni sia importante, condividerle.

E vi assicuro che In a minor Key è un tripudio di emozioni, sensazioni, colori. E così come impara di nuovo Sherman a tirarle fuori, così io. Un dono, se volete, che mi ha fatto leggere il libro. Capire il motivo del blocco.

Vorrei quindi “iniziare” la recensione con una frase che mi ha colpito molto, forse la mia preferita di tutto il libro, quella con cui, non so se vi è mai capitato, sentite una sorta di legame e che potreste anche decidere di tatuarvi per averla sempre con voi.

Siamo solo polvere cosmica, granelli di materia nell’infinito spazio e danziamo trasportati da una melodia arcana suonata da un pifferaio magico che si chiama Destino.

Credete nel Destino? Nella Predestinazione? Credete nell’amore perfetto? Pensate che due persone, tra milioni e milioni di altre, possano trovarsi? Due persone che condividono un’anima, due incastri perfetti, due persone che, insieme, risultano talmente complete da risplendere di luce propria.
Ecco cosa sono Sherman e Niahm. Due persone, un’anima sola.

Questo non significa che siano uguali, anzi, sono due personaggi con vissuti differenti, con un passato che seppur possa avere qualcosa di comune, li ha resi due persone diverse.

Sherman, che non crede di meritare nulla di buono, l’amore di nessuno, che non crede di poter amare più, che sente il vuoto cosmico dentro il proprio petto, che non vede più i colori, il dono che crede una maledizione. 
Niahm, che invece riesce a vedere oltre le apparenze, oltre quello che Sherman dà a vedere in pubblico. Lei riesce a vedere il vero lui anche a chilometri di distanza, anche se di persona non l’ha mai visto. Lei, che è capace di amare per entrambi e anche oltre. 

Esiste l’amore incondizionato e inconsapevole? Può una persona, solo attraverso la propria voce e musica condizionare in meglio un’altra? Tirarne fuori il meglio? 

Per loro è così, ma non è una cosa facile da accettare, un tipo di amore così può spaventare, soprattutto se ti chiami Sherman, sei un famoso musicista e appartieni alla rock band più in voga del momento. Un po’ di reticenza è d’obbligo, tutti vogliono qualcosa da lui. Che sia così anche con Niahm? Eppure lei riesce a vedere ciò che altri non hanno mai scorto nemmeno per sbaglio. 

È un tipo di amore straordinario, quello in cui tutti crediamo, e desideriamo, che vogliamo ammetterlo oppure no. Ma non è privo di ostacoli, ogni cosa si deve conquistare, per ogni cosa si deve lottare, anche per il lieto fine, perché magari fossimo personaggi della Disney. 

Il loro è un incontro/scontro di destini, anime, di coincidenze.
Il loro è l’amore che meritiamo.
La loro storia è la speranza di cui abbiamo bisogno.
I loro colori e i loro suoi sono ciò che ci spinge ad andare avanti. 
Sherman e Niahm sono un capolavoro. Ogni evento, ogni riga, parola, immagine suscita un’emozione in noi. 

E dopo? Le emozioni che ho provato durante questa lettura hanno colmato il vuoto che mi aveva lasciato l’ultimo libro, ma ancora non sono riuscita a trovarne uno altrettanto all’altezza.
Come si può gareggiare con qualcosa di simile? E quindi benvenuto di nuovo blocco del lettore. Dieci giorni che ho finito questo libro, e altrettanti che non trovo nulla che mi entusiasmi. Perché, come Sherman (non in senso letterale), le frasi che leggo non si colorano più. E onestamente non so se ringraziare Laura per il vuoto cosmico che ora provo io, oppure incavolarmi con lei perché non so che fare.

Leggete questo libro e fatevi coinvolgere dalle emozioni e dai colori e dalla musica.
Leggete questo libro e perdetevi nella trame del Destino, come Sherman e Niahm, e non perdete mai la speranza, fatevi coinvolgere e travolgere. Non ve ne pentirete.

A presto,
Chiara

 

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