“I riti dell’acqua” di Eva G. Saenz de Urturi – Review Party

Buongiorno readers! Esce oggi I riti dell’acqua di Eva G. Saenz de Urtuti, edito da Piemme, che ringrazio per il file.
Vi piacciono i thriller, quelli un po’ particolari, in cui l’assassino sfrutta antichi riti di popoli ormai scomparsi? Ecco, allora non perdetevi questo libro!

I riti dell'acqua - Trama
Ana Belén Liaño, la prima ragazza di Unai López de Ayala, ispettore e profiler del commissariato di Vitoria, viene trovata assassinata nel Tunnel di San Adrián, parte del noto Cammino di Santiago, nei Paesi Baschi. La donna è stata appesa con una corda ai piedi e affogata, immersa in un calderone di bronzo, un reperto sottratto probabilmente a un museo. Unai e la collega Estíbaliz scoprono che Ana Belén era incinta e che è stata giustiziata secondo un antico rituale celtico risalente a oltre duemila anni fa: la Tripla Morte celtica.
Dopo aver consultato alcuni esperti, gli ispettori del commissariato di Vitoria capiscono di trovarsi davanti all’operato di un assassino seriale che uccide le sue vittime in luoghi di culto della mitologia celtica, collegati tra loro dai cosiddetti “riti dell’acqua”, e situati nei Paesi Baschi e nella confinante regione di Cantabria. Un filo rosso unisce le vittime: sono donne e uomini che stavano per diventare genitori. Quando Unai scopre che la vicecommissaria Díaz de Salvatierra è incinta, e il figlio potrebbe essere suo, capisce che anche lui è probabilmente nella lista dell’assassino. Riuscirà Unai a spezzare quella catena di violenza durata millenni?
I riti dell’acqua – secondo libro della Trilogia della città bianca – è un romanzo elegante e complesso, dal ritmo incalzante, che si muove tra archeologia, mitologia, menti criminali e segreti di famiglia. Dal bestseller Il silenzio della città bianca, il primo libro della trilogia, è stato tratto il film omonimo disponibile su Netflix.

Unai, detto il Kraken, ispettore e profiler del commissariato di Vitoria, ha subito un duro colpo alla fine del primo libro, Il silenzio della città bianca. È cambiato molto dalle recenti vicende, ha subito un vero e proprio trauma

Un profiler più ostinato che brillante, uno che non mollava mai un caso finché non lo chiudeva con tutti i verbali firmati e il sospetto nelle mani del magistrato di turno. Una volta ero così, in un’altra vita che terminò il 18 agosto, quando Nancho mi instillò del veleno in forma di pallottola nel cervello infettando di paura ogni mia azione. 

Di sicuro lo si può comprendere, non vuole tornare al lavoro, la sua capacità di parola compromessa sensibilmente, ormai può comunicare solamente per messaggio, e non sempre è facile per una persona che fa il suo lavoro, che corre dei rischi. 

Il ritorno al lavoro, anche se non ufficialmente, avviene grazie al ritrovamento del corpo della sua prima ragazza, trovata appesa a testa in giù, con la testa immersa in un calderone pieno d’acqua. Incinta. In un passaggio del Cammino di Santiago. 
Già all’inizio ci sono tutte le premesse per un thriller avvincente, pensateci: una donna incinta trovata morta in questo modo, un calderone da museo, antico, irlandese, caratteristico della cultura celtica, un rituale antico di assassinio, il tutto in un contesto religioso. Partiamo con il botto, proprio!

C’era qualcosa di fortemente atemporale in quella scena, di molto anacronistico.

Unai si nascondeva, ma è forse il lavoro quello che meglio riesce a fargli mettere da parte il trauma, i problemi, le fragilità, le paure. È sicuramente anche grazie alla sua collega e amica se torna al lavoro, spronato.

Ad aggiungersi a tutto questo, Alba (la vicecommissaria con cui ha una relazione) è incinta, solo che non sa se il bambino è suo o del marito di Alba… Insomma, molta carne al fuoco, povero ragazzo.

Quando poi si scoprono altri cadaveri, uccisi tutti in modo particolare, il cui filo conduttore è la prossima genitorialità… non può non pensare che potrebbe essere lui la prossima vittima dell’assassino!
Sarà davvero così? Chi è l’assassino, e perché rifarsi a riti tanto antichi per uccidere delle persone?

I riti dell’acqua è un thriller davvero molto avvincente! Personaggi e ambientazione sono resi a regola d’arte! I personaggi sono veri, complessi, con delle storie, un background che non viene trascurato; le descrizioni sono talmente accurate e le vicende così accattivanti che sembra di venire risucchiati nelle pagine di inchiostro mentre si legge, incollati ad esse per non perdersi nemmeno un dettaglio, che potrebbe rivelarsi fondamentale. 
Il tutto, arricchito con delle chicche di curiosità storica, che male non fanno mai agli assetati di conoscenza e curiosi come me. 

Una delle cose che mi sono piaciute molto, è lo studio dietro ai personaggi. L’autrice non si è limitata a creare, ad esempio, il personaggio del profiler, lo ha sviluppato; ecco che quindi siamo partecipi dei suoi ragionamenti, facciamo i calcoli con lui, arriviamo alle conclusioni insieme… sembrava di essere in una puntata di Criminal Minds! 

Anche la parte storica che viene spiegata durante le indagini è narrata in modo coinvolgente e mai noioso! Quindi, ricapitolando: mistero, azione, giallo, suspense, archeologia, storia, miti… cosa state aspettando?

Un libro spettacolare, che non potete perdervi assolutamente!

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