“Good Omens” di T. Pratchett & N. Gaiman – Recensione

Buongiorno readers! Oggi vi parlo di questo fantastico libro, Good Omens di Terry Pratchett & Neil Gaiman, edito da Mondadori per la collana Oscar Fantastica, che ringrazio per avermi mandato il libro!
Ho anche partecipato al Blog Tour organizzato da
La GIlda delle Blogger! La mia tappa riguardava I Personaggi e se l’avete persa, potete trovarla qui.

Good Omens - Trama
Cover Good OmensIl mondo finirà sabato. Sabato prossimo. Subito prima di cena, secondo «Le belle e accurate profezie di Agnes Nutter, strega», l’unico libro di profezie assolutamente accurato al mondo, scritto nel 1655. Le armate del Bene e del Male si stanno ammassando e tutto sembra andare secondo il Piano Divino. Non fosse che un angelo un tantino pignolo e un demone che apprezza la bella vita non sono proprio entusiasti davanti alla prospettiva dell’Apocalisse… Ah, e pare anche che qualcuno si sia perso l’Anticristo. Metti insieme Terry Pratchett e Neil Gaiman… e si scatenerà l’inferno. In un modo fantastico. Già pubblicato da Mondadori con il titolo «Buona apocalisse a tutti!», «Good Omens» è ora una serie televisiva.

Quest’anno mi stanno capitando parecchi libri per cui fatico a scrivere una recensione: libri belli, complicati, ingarbugliati. Questo è uno di quelli e, come mio solito, proverò a fare del mio meglio.

Il Bene e il Male sanno da sempre che prima o poi arriverà quel momento, la battaglia finale: l’Apocalisse! Ma se due esseri appartenenti alle due fazioni non volessero quest’apocalisse? È per questo che Crowley e Azraphel si alleano. 

Perché mai un diavolo e un angelo dovrebbero voler fermare tutto questo? Entrambi vivono da qualche tempo (diciamo millennio) insieme agli umani e… che dire, si sono affezionati, a loro, alla tecnologia, a cose che noi diamo per scontate, come il cibo, l’alcol, il relax…
Possiamo non essere le creature più altruiste dell’universo, e credetemi, questo è un punto ben rimarcato per tutto il libro, ma sicuramente siamo affascinanti, soprattutto dal punto di vista di questi protagonisti. 

Il fatto di conoscersi da circa seimila anni aiuta molto i due, che vanno alla ricerca dell’Anticristo. Come, non sanno dove sia? Eh no, perché per (s)fortuna loro, un piccolo incidente con lo scambio dei bambini appena nati, undici anni prima della narrazione del libro, sarà fondamentale per le sorti del mondo intero!

La storia narrata in Good Omens si divide in pochi capitoli che ricordano la creazione, ma alla rovescia. A parte il primo capitolo, la storia racconta come i vari personaggi, e sono tanti, vivono i giorni prima dell’apocalisse, a partire dal mercoledì. È una lettura affascinante anche perché la storia è concentrata in pochi giorni, raccontati in maniera magistrale dai due autori. 

All’inizio i personaggi principali fanno fede al proprio ruolo. Crowley mette in discussione tutto, mentre Azraphel dà tutto per scontato e non si pone nessuna domanda, almeno all’inizio.

«… E comunque non capisco cosa ci sia di sbagliato nel conoscere la differenza tra il bene e il male.»
«Dev’essere per forza sbagliato […] in caso contrario non avrebbe coinvolto proprio te.»

Ma il bene e il male sono davvero così definiti? Bianco e nero, senza nessun tipo di sfumatura o annacquamento? È una domanda che nel corso del libro sono in molti a porsi e alla fine, analizzando il personaggio di Adam, si avrà un accenno di risposta (perché la questione potrebbe essere complicata) che fa riflettere molto. Siamo davvero come dobbiamo essere? Come qualcun’altro ci ha detto che dobbiamo essere? E la nostra natura è davvero così forte da non ammettere influenzamento di sorta? Mmm…

È facile comprendere le vicende umane se si tiene conto che gran parte dei trionfi e delle tragedie della storia non sono causati da uomini irrimediabilmente buoni o cattivi, ma da uomini che sono irrimediabilmente umani. 

Ho trovato Good Omens stupendo in ogni sua parte: in ogni virgola, in ogni riferimento alla cultura anni ’80-’90, in ogni font diverso e bizzarro, in ogni ironia o frase divertente espressa con magistrale bravura.
Usano sarcasmo e ironia per narrare gli eventi, ma anche per caratterizzare i personaggi, che risultano molto accurati, anche nei dettagli minimi e irrilevanti, come un’ordinazione al ristorante: una scena che mi ha fatto sorridere e percepire il genio dei due perché l’angelo ordina le uova alla diavola, mentre il diavolo il pan degli angeli… Sono dettagli eh, ma si sa, il diavolo sta proprio in quelli!

Sui personaggi non mi soffermo molto visto che ne ho parlato nella tappa del blog tour, di cui potete trovare il link a inizio recensione.

Lo stile è particolare, lontano dall’ordinario, quindi se siete lettori tradizionali, forse potreste non apprezzare questo capolavoro, ma vi invito comunque a provare ad aprire la mente a un nuovo modo di raccontare una storia. Questo libro è scritto talmente bene che non si capisce dove inizi e finisca la penna dei due autori, i temi trattati sono molteplici, alcuni palesi, altri nascosti tra le righe in un messaggio che penso gli autori sperassero venisse recepito. Un messaggio di speranza, cambiamento e sensibilizzazione. 

Voto di Good Omens

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