Buon pomeriggio readers! Fiore di cadavere di Anne Mette Hancock, edito da Giunti Editore che ringrazio per il file, è il bellissimo thriller di cui vi parlo oggi.
Credo di non aver mai letto un thriller nordico, sapete? Ma devo dire che se sono tutti così allora devo recuperare e anche alla svelta!
Fiore di cadavere è un thriller stupendo, che ho divorato in due giorni (ho fatto di nuovo nottata, sì, ho delle occhiaie che non vi dico); passate le prime circa 50 pagine, un po’ di introduzione alla storia che ho trovato leggermente lente, poi non ho fatto altro che leggere e girare pagina, leggere e girare pagina, così per ore, fino a che non l’ho finito senza nemmeno rendermene conto!
La storia è ambientata tra Copenaghen e la Francia, con descrizioni talmente stimolanti e meravigliose che mi è venuta voglia di andare a vederli io stessa!
Heloise è una giornalista che ha commesso un errore, ed è in piena crisi lavorativa quando inizia a ricevere delle lettere da Anna, l’assassina che da tre anni riesce a scampare alla giustizia, fuggendo.
Qua iniziano i primi misteri, le prime domande in cui il lettore viene trascinato, perché cosa c’entra Heloise con lei? Non si conoscono, Heloise ne è sicura. Perché sta scrivendo a lei? Perché le lascia intendere che la storia raccontata all’epoca non è la verità? Ma soprattutto, come fa a sapere tutte queste cose personali di Heloise, il suo numero fortunato, il suo indirizzo che non compare da nessuna parte…?
Heloise ha proprio l’animo della giornalista in sé, inizia a indagare all’inizio senza interpellare la polizia, perché verrebbe messa da parte, ma lei vuole sapere, Anna è stata in grado di stimolare la sua innata curiosità. O almeno non la coinvolge finché non è costretta.
È così che incontra l’ispettore Schäfer, un personaggio che mi è molto piaciuto per la sua ironia già dall’inizio, un uomo che non si arrende, che ancora dopo tutti questi anni cerca Anna e la giustizia. Tra i due inizia una collaborazione, e le cose che verranno a galla, a poco a poco, saranno sempre più sorprendenti!
Non è uno di quei thriller in cui viene detto tutto entro la prima metà del libro o quasi, anzi, molte cose riusciamo a capirle, vengono svelate soltanto alla fine. È una scoperta e un’indagine lenta, che coinvolge il lettore sempre di più, e che alla fine ci fa porre una domanda. Nella nostra presunzione di sapere sempre tutto, siamo così sicuri che sia tutto o bianco o nero? Sicuramente in questo libro capiamo quanto possa essere forte e potente il cosiddetto grigio, perché dietro a tutto, c’è molto più di quanto possiate immaginare.
Per quanto riguarda i personaggi, quello che più mi è piaciuto tra tutti è Heloise, con un passato particolare, che l’ha segnata; a livello psicologico, credo che sia il migliore riuscito!
Per essere il primo libro di una serie, ma soprattutto un esordio letterario, devo dire che l’autrice ha fatto bingo. Una scrittura scorrevole e con un ritmo incalzante, descrittiva il giusto che serve a farci viaggiare e visitare i luoghi dove sono ambientate le vicende; una trama non banale, ben costruita, con tematiche anche sensibili e attuali, di cui non si riesce ad avere un quadro completo subito, come vi dicevo.
Onestamente, non vedo l’ora di leggere gli altri libri, ho grandi aspettative per questa serie e per le vicende di Heloise e l’ispettore Schäfer, che sono sicura non verranno deluse!
Lo straconsiglio a tutti gli amanti dei thriller, ma anche a chi vuole iniziare ad approcciarsi a questo genere. Ultima raccomandazione: se siete deboli di cuore fate attenzione, perché le tematiche, le motivazioni… sono importanti.
Buona lettura e alla prossima!
Chiara
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Voto per Fiore di cadavere
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