Bullismo editoriale

Buongiorno readers. Vi avviso già da ora che questo sarà un articolo davvero molto polemico.
Sapete, fin da piccola certi atteggiamenti non mi sono mai andati giù, forse per il mio passato da vittima di bullismo, oltre a uno spiccato senso di giustizia; non mi sono mai piaciute le persone che non rispettano i pensieri altrui, che si credono chissà chi, che dall’alto della loro preparazione si permettono di umiliare e insultare gli altri.

Negli ultimi anni mi sono allontanata dai social proprio per questo motivo, continuavo a vedere post di questo tipo; avete presente quando ne leggete uno e vi verrebbe voglia di chiedere la creazione del tasto “Ma proprio tu parli?”. Solo che presa dai miei problemi, e forse un po’ di egoismo, mi sono allontanata, ho lasciato perdere e mi sono fatta gli affari miei. Solo che non sono così, anche allontanandomi vedevo questi atteggiamenti, ma girare la testa, nasconderla sotto la sabbia, a me non fa stare meglio, della serie occhio non vede cuore non duole. No, perché io davvero non sopporto le ingiustizie, davvero non sopporto di vedere una persona umiliata, solo perché ha osato, nel 2022, esprimere un suo giudizio.

Ma perché non ti fai gli affari tuoi, potreste pensare… in parte per quanto detto poco fa. E poi, mi sono sempre vantata di essere coerente con me stessa, quanto meno negli ultimi anni, e far finta di niente non è parte di me. Non ho mai avuto paura di dire quello che penso, e rimanere in silenzio di fronte a certe situazioni, fondamentalmente, per me è più vergognoso che altro; non me ne viene in tasca niente, se non l’essere soddisfatta della mia azione, dell’aver difeso chi, consapevolmente o meno, ne aveva bisogno.
E poi, diciamocelo: se alcuni si sentono legittimati a insultare credendo alle parole di una persona, manco fossero oro colato, senza neanche pensare di fare le valutazioni oggettive del caso… be’, allora io mi sento legittimata, dopo le opportune verifiche, a dare contro alle suddette persone.

Nello specifico, stiamo parlando di una recensione (che novità) a 5 stelle (5 stelle, avete letto bene).

Metto tranquillamente lo screen qua, essendo una recensione pubblica. Cosa che ahimè non mi fido a fare con il post che l’autrice ha pubblicato su fb, visto che è sul suo profilo (tutta la questione della privacy e bla bla bla). Ma in soldoni, questa gentilissima signora ha pensato bene di scrivere un post sarcastico in cui ringraziava di cuore la povera Elsa, chiedendo ai lettori di segnalarle gli eventuali errori se li trovano, ma molto improbabile dato che lei e la sua editrice lo hanno editato almeno 4 volte e sono puntigliose con la grammatica.
Aggiungendo anche che non è tradizione per la casa editrice lasciare errori nei libri. Ma io personalmente ho interpretato come traduzione, invece di tradizione, (eccolo il refuso), e potrebbe starci vista la moda di adesso che le autrici hanno di affibbiarsi lo pseudonimo straniero. Magari sta povera donna pensava che fosse un libro tradotto.
Fosse stato solo questo forse poteva anche passare, sempre che la povera Elsa non sia andata a leggere questo post (magari anche improbabile, non so voi di quanti autori che leggete e recensite siate amici su fb). Il problema a mio parere sono stati poi i commenti, dell’autrice, dell’editrice e di altri.
Ora, ragazzi, lettori, lettrici, blogger, chiunque voi siate. NON siete tenuti a segnalare nessun tipo di errore o refuso a chicchessia. Se segnalate errori e/o refusi in una recensione, è chi ha scritto il libro che con un minimo di buon senso se lo dovrebbe andare a rileggere o affidarlo a un cdb. Punto.
Che l’editrice risponda al post prendendo per il culo (scusate il francesismo) l’autrice della recensione per i suoi orrori ortografici la mette solo in cattiva luce. Oltre a farle fare davvero, ma davvero una figura misera. Fantastico poi l’autrice che le va dietro. Un’abissale differenza che poi questi editori e autori tendono a dimenticare: le recensioni sono gratuite, non si paga per leggerle… l’autrice prende dei soldi per il libro che ha scritto, perché i lettori possano leggerlo. Secondo voi a chi si può perdonare l’errore, in questo caso?
Far passare la cara Elsa come ignorante e avente bisogno di un dizionario perché secondo alcuni non sa la differenza tra errore grammaticale e refuso… anche qua, umiliazioni gratis, eh. Complimenti vivissimi. Non fosse che sono anni che dietro la scusa del refuso si celano altro che orrori grammaticali, ma proprio ignoranza primitiva. Comoda la vita, così. Sapeste dove lo darei io il dizionario ad alcuni… di spigolo, però.
Quello che mi ha fatto ridere? Che l’autrice si vede costretta a segnalare la recensione ad Amazon, perché gli errori grammaticali sono una cosa questione seria (a proposito di errori…)
Per quanto non avrei comunque giustificato un atteggiamento simile in nessun caso, lo avrei forse compreso un po’ se l’autrice avesse avuto ragione. SE.
E siccome a me piace verificare prima di sputare sentenze come se mi reputassi la nuova Rowling o l’erede della Beretta Mazzotta, sono andata a scaricare il libro in questione e mi sono messa a leggerlo.
Sono al 13%, gente. Il 13%. Sorvolando su abbondanza di avverbi e descrizioni che rallentano la lettura (questo forse anche dato soggettivo), in appena il 13% di libro, corrispondente a circa 45 pagine su 278 sono riuscita a scovare, in ordine sparso:
Errori di grammatica/ortografia/sintassi ecc.    3
Mancanza o aggiunta di troppo di virgole (perché ricordatevi che tra soggetto e verbo e verbo e complemento oggetto la virgola non si mette MAI!)  7
Incongruenze stiliste/strutturali/temporali    5
Refusi     1
Mancanza di punto per frase non consequenziale e altri errori di punteggiatura 5
Ripetizioni    3
E tutto questo in 45 pagine. Alla faccia dell’editing. Forse sarebbe il caso di rivalutare la propria preparazione, prima di dare contro agli altri, soprattutto da parte di un’editrice che pubblica lei stessa post sgrammaticati, e che anni fa non sapeva nemmeno che l’aggettivo concorda in numero e genere con il sostantivo a cui si riferisce, e che quindi nella frase “Un ostile ed epica battaglia” lo stracavolo di apostrofo ci va! Tra l’altro, ho le prove anche di questo.
Ma quello che proprio mi ha fatto uscire fuori di testa, gente, è questo:
“Passi” che un’autrice si senta magari punta sul vivo, pensi che il proprio libro sia perfetto e tutto quello che volete, posso in questo caso vagamente, e solo vagamente, capire che possa rimanerci male e “attaccare” per difendersi, e l’ho visto davvero tante volte negli anni, ma tante.
Ma quello che non tollero, che proprio anche a distanza di giorni non mi va giù nemmeno con la soda caustica, è il fatto che un’editrice (EDITRICE!) si prenda gioco di una sua lettrice, dia ragione all’autrice nel dire che evidentemente la povera donna sia ignorante, abbia letto male, le traveggole, quello che volete (che ribadisco non può nemmeno difendersi visto che il post è stato fatto su fb e non le è stato risposto sotto alla recensione su amazon). Cioè, fatemi capire: questa Elsa come potete vedere dallo screen non ha scaricato con KU il libro (come ho fatto io), ha proprio speso dei soldi per acquistare il libro, l’ha letto e recensito, e si vede presa in giro dall’editrice che intasca questi soldi?? Cioè, tu editrice ti permetti di rispondere, prendere per i fondelli, umiliare, insultare una persona che ti ha dato dei soldi???? Ma scherziamo, gente?
Non lamentatevi, poi, se vedete i vostri libri acquistati/letti ma non ricevete recensioni, eh. Non lamentatevi proprio!
Ah, prima che si dica qualcosa sul fatto di aver trovato i suddetti errori, anche io parlo dall’alto della mia esperienza pluriennale di editor.
Saluti e baci.
ECCHECCAZZO.
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