“Artia di Camelot” di Cecilia Randall – Review party

Buongiorno readers, in questa giornata nevosa vi parlo di Artia di Camelot, l’ultima creazione della bravissima Cecilia Randall, edito da Giunti editore, che ringrazio per il file!

Artia di Camelot -Trama
Per Artia, sedici anni, il futuro sembra già scritto: un matrimonio che altri hanno deciso per lei, come si conviene a una ragazza di buona famiglia. Solo che lei non ci sta: rivendica il diritto di scegliere la propria strada, opponendosi alle convenzioni e alle forze contrapposte che conoscono il segreto della sua nascita e che vorrebbero usarla nel grande gioco di potere che ruota attorno al trono. Nella lotta tra chi la vorrebbe eliminare e chi invece vorrebbe spingerla verso una misteriosa spada infilata in una roccia, Artia dovrà decidere chi è davvero. La sua risposta può cambiare il futuro della Britannia. Una storia coinvolgente con protagonisti a cui è impossibile non affezionarsi.

Io adoro la Randall, mi piace molto il ciclo arturiano, e sono una femminista nata, per cui quando ho visto che usciva un libro che raggruppava tutti e tre questi elementi, non ho potuto non leggerlo, e anzi divorarlo!

Il Medioevo, Merlino, i cavalieri della regina Igrain, una ragazza che vuole scappare dal destino che la attende solo perché donna (e quindi senza libero arbitrio), un’avventura emozionante e un’antica profezia. Tutto questo e molto di più rendono questo libro una super lettura, in cui vi immergerete e proverete le stesse emozioni dei Personaggi, ma soprattutto di Artia, un’eroina moderna, potremmo dire!

Artia è una giovane ragazza di 16 anni, orfana, che vive con lo zio Antor (odioso, mamma mia quanto è odioso) che si occupa di lei, e al cugino Ceu (mamma mia quanto è odioso pure questo!). Promessa sposa di un vecchio, perché all’epoca non è che si potesse sperare troppo di sposarsi per amore anche se di nobili natali, Artia tira fuori il proprio coraggio e carattere, perché no, lei non ci sta per niente a questo tipo di società, lei non vuole vivere in gabbia, non vuole essere considerata merce di scambio o alla stregua di un capo di bestiame in vendita al primo che può levare il disturbo ad Antor.

No, lei reagisce, mostra un coraggio che forse non avremmo nemmeno noi… con ben poco da portare via, si traveste da uomo e scappa, verso la libertà, o verso un destino peggiore dovessero scoprirla vestita da uomo.
La Randall ha un super potere, o meglio ne ha tanti, ma uno di questi è il saper descrivere le scene e i paesaggi come se riuscisse a catapultarci all’interno del libro, con una maestria quasi fuori dall’ordinario e tutta la parte iniziale della fuga dal castello e verso i boschi non ha fatto che incantarmi.

Inizia per Artia un viaggio spettacolare, pieno di ostacoli, contrattempi, paure, sconfitte e vittorie, che la porteranno al vero destino che la aspetta

La strada che hai davanti non è né breve né facile. Troverai molti bivi: tanti sentieri portano all’ombra, alcuni alla morte, uno alla gloria e uno alla vittoria, ma tu lasciati guidare e sarai condotta là dov’è meglio per te.

Durante il suo viaggio incontrerà parecchi personaggi, alcuni appartenenti al ciclo arturiano originale, descritti e caratterizzati molto bene. Ecco un altro dei suoi super poteri, la Randall è stata capace di seguire le tracce del famoso ciclo, mantenendosi a tratti fedele, e a tratti inserendo qualcosa di suo, rendendo questo libro quasi moderno per via dei temi trattati, soprattutto quello della donna, di quello che doveva ( e a volte deve ancora) subire, alla sua voglia di autodeterminarsi e scegliere da sé il proprio destino.

Davvero squisito, un libro che mi ha tenuta incollata alle pagine fino a che il sonno non ha preso il sopravvento con prepotenza, costringendomi ad allungare ancora di qualche ora il momento in cui avrei finalmente letto tutto, compreso, sognato.

Il mio personaggio preferito è sicuramente Artia, vince a mani basse, con lei ho empatizzato e ho adorato la sua caparbietà, il suo essere… umana, la sua forza e determinazione, il suo cercare sempre e comunque una soluzione o una via d’uscita nonostante sembri essere in trappola, perché come dicevo all’inizio, lei non si arrende, mai.

Al secondo posto direi che sicuramente non può che esserci Sir Brastias, un uomo, un cavaliere… be’, di altri tempi!

Forse un libro dal target giovanile, ma onestamente mi sento di consigliarlo anche a chi, come me, risulta essere un po’ più vecchio anagraficamente ma che adora i fantasy a sfondo storico, i retelling, con anche la componente romantica (che non guasta mai) e che adora quei finali, quelli che sì, sono autoconclusivi ma lo lasciano lo spiraglio di speranza di poter ritrovare quei vecchi amici che ti accingi a lasciare, una volta girata l’ultima pagina, sperando quindi in un arrivederci, e non un vero e proprio addio…

Voto per Artia di Camelot

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